Culture

Con la luce di Roma

Michele Mang, Navata del Colosseo con pittore, 1860-70
(Collezione Marco Antonetto)
21 novembre 2015
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Al Museo Vela di Ligornetto le fotografie ottocentesche della collezione Antonetto

 

Centocinquanta immagini di metà e fine Ottocento per sottolineare il legame tra l’artista e la città eterna

Coniugare una città splendida come Roma, la sua luce indescrivibile se solo non la si attraversi a piedi spostandosi nei diversi quartieri e osservando quanto ne sia forte la presenza a ogni passo, con l’esperienza della fotografia di metà e fine Ottocento, è quanto il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto propone ai visitatori da domani e fino al 10 aprile 2016. Un’occasione di rara bellezza, perché tornare a quella luce, ai primi sguardi fotografici di una città insieme antica e classica dentro un paesaggio ancora rurale, di borgo, cogliendo la passione e l’interesse di Vincenzo e Spartaco Vela per la nuova tecnica, è avvicinare spazi e luoghi nella loro estensione originaria. La Collezione Marco Antonetto, lui stesso presente alla conferenza stampa, 150 le foto esposte, mette in evidenza un’approfondita ricerca intorno alla fotografia romana delle origini, oltre ad avere coltivato interessi per quella del Novecento sulle tecniche e i risultati artistici prodotti. La direttrice del Museo Vela, Gianna Mina, ci parla di questa felice collaborazione. «Ci sono delle mostre che hanno una pertinenza con il luogo dove vengono presentate, in questo caso una passeggiata nella città eterna che Vincenzo Vela in quel periodo ha conosciuto. Un legame ideale tra il tema della mostra, gli albori della fotografia a Roma e le vedute pensate allora per le esigenze dei turisti: una città che Vela, nel 1847, quando concepisce lo ‘Spartaco’, ha visitato – il suo capolavoro giovanile viene pensato lì – e che viene a dipanarsi in una contiguità tra gipsoteca e luogo, evidenziata mettendo in alcune sale delle opere strettamente legate al tema. A esempio il Pio IX, questo piccolo marmo, ritratto del Papa che Vela esegue quando c’era la speranza che fosse un pontefice riformatore, aperto alle nuove istanze». Un rapporto stretto, tra la città e l’artista. «Più di una testimonianza: ricordo il bellissimo bozzetto di Garibaldi a cavallo che probabilmente Vela ideò per il Gianicolo. I richiami continui tra la sua opera e queste preziose e interessantissime fotografie vengono ripetuti negli spazi espositivi, per culminare con un acquisto che il Museo ha fatto cinque anni fa di uno splendido panorama di Roma dal Gianicolo, una foto molto grande composta da sette elementi legati uno all’altro: un caso molto raro che s’intesse insieme ad altre fotografie del nostro fondo, insieme a quelle della Collezione Marco Antonetto». Una collezione unica. «Preziosa e vastissima, da cui abbiamo scelto le 150 opere in virtù del fatto che rappresentano, a partire dal 1840, quelle fasi di sperimentazione che riportano a un mondo in fermento. Ottici, editori, chimici, la concorrenza sul tempo, la figura del fotografo che ancora non esisteva. Una corsa per trovare dei mezzi sempre più attuali e idonei a rispondere alle esigenze artistiche e turistiche, e qui si vedono le pri- me prove del dagherrotipo, del collodio umido».
Incontriamo Marco Antonetto. La sua, una passione. «Ho iniziato a ricercare e raccogliere fotografie nei primi anni Settanta, poi sono passato alla collezione: era difficile trovarle perché nessuno pensava che la fotografia fosse da conservare, specialmente quella dell’Ottocento. Trovavo qualcosa dagli antiquari, nelle biblioteche antiquarie, mentre dall’estero sono arrivate le cose più interessanti». Quali? «Dell’Italia, le città più fotografate erano Roma, Firenze e Venezia, però queste ultime erano ripetitive, le solite vedute, mentre Roma aveva una vastità incredibile di zone, posti, luoghi e ho iniziato a specializzarmi nella ricerca». Maria Francesca Bonetti, storica dell’arte e della fotografia, ha dedicato uno studio dal titolo, ‘L’age d’or della fotografia a Roma tra studio, arte e mercato delle immagini’, contenuto nella pubblicazione ‘Con la luce di Roma’, a cura di Gianna A. Mina, Cataloghi del Museo Vincenzo Vela. A complemento della mostra, diverse iniziative: per conoscerle, www.museo-vela.ch.