Pieno appoggio del Gran Consiglio al credito di 13,4 milioni e al prestito di 18,6 milioni: ‘Rafforziamo la formazione, la cultura e la musica in Ticino’
Il progetto di Città della Musica a Lugano ha avuto il via libera unanime del Gran Consiglio. Un sì convintissimo, quindi, a favore della cultura e della musica, ma anche a un rafforzamento del Ticino come polo universitario, investendo sempre più sull'offerta formativa e culturale non solo di Lugano, essendo un progetto cantonale. 80 i milioni di franchi totali, dei quali 32 a carico del Cantone e approvati oggi tra 13,4 milioni di contributo a fondo perso e 18,6 milioni di prestito. Questi soldi saranno concessi alla Supsi per l'adeguamento e la ristrutturazione dello stabile Rsi di Besso, e per i nuovi edifici che ospiteranno la Scuola universitaria del Conservatorio della Svizzera italiana.
Il correlatore del rapporto commissionale Fiorenzo Dadò (Centro) loda questo progetto come «esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato», ringraziando anche «tutti coloro che si sono impegnati a promuovere questo progetto così come chi si impegna ogni giorno permettendo lo sviluppo della formazione musicale e della cultura». Per Dadò «la musica è molto importante per tutti, evoca emozioni, rende felici, accompagna l'evoluzione e il destino dell'intera umanità». Concorda l'altro correlatore Alessandro Speziali (Plr): «Questo progetto va nella direzione di definire il Ticino ancora più come polo universitario, aumentando l'attrattiva del territorio sia per i giovani, sia per gli specialisti». Inoltre, «il consolidamento della formazione rappresenta un'occasione di aggregazione per i giovani e per dare una declinazione concreta alla cultura».
Evidente la soddisfazione del direttore generale del Conservatorio della Svizzera italiana (Csi) Christoph Brenner sugli spalti in Gran Consiglio, che subito dopo il voto spiega a ‘laRegione’ che «siamo davvero molto contenti del fatto che tutto il parlamento, all'unanimità, abbia sostenuto questo progetto per noi importantissimo ma importantissimo pure per tutto il concetto di formazione musicale e di cultura: siamo consapevoli della responsabilità attribuitaci». La presidente della Fondazione del Csi Ina Piattini Pelloni aggiunge che si tratta di un riconoscimento di come «un’iniziativa di evidente interesse pubblico possa trarre vantaggio dalla qualità di un progetto e dalla trasparente e costruttiva collaborazione tra pubblico e privato».