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‘Si ridiscuta il modello di abilitazione dei docenti’

Interpellanza Mps sugli aspiranti insegnanti alle Medie superiori senza occupazione. Le dichiarazioni del direttore del Dfa? ‘Contraddizione evidente’

I deputati Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini
(Ti-Press)
17 marzo 2025
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Non c’è solo l’interrogazione inoltrata dai deputati socialisti Maurizio Canetta, Simona Buri, Tessa Prati e Beppe Savary Borioli sulla vicenda che coinvolge loro malgrado i tredici aspiranti docenti di italiano nelle scuole medie superiori ai quali di recente i vertici del Dipartimento formazione e apprendimento (Dfa) della Supsi ha comunicato che non vi sarà la possibilità di avere un impiego. Sul caso – e quindi su abilitazione dei docenti e posti di lavoro – interviene anche il Movimento per il socialismo con un'articolata interpellanza cui il governo dovrebbe rispondere oralmente in parlamento (la prossima sessione si aprirà lunedì 24). “Il Consiglio di Stato intende istituire un gruppo di lavoro (coinvolgendo gli abilitandi, i direttori delle scuole medie superiori e altri responsabili) per individuare soluzioni a questa situazione?”: è solo uno dei quesiti formulati da Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini.

“Destano preoccupazione – scrivono i due parlamentari dell’Mps – le recenti notizie riguardanti la situazione delle persone in abilitazione per l’insegnamento dell’italiano nel settore medio superiore presso il Dfa”. Secondo le indicazioni fornite dallo stesso Dfa, aggiungono riferendosi a quanto affermato sabato alla Rsi dal direttore del Dipartimento formazione e apprendimento Alberto Piatti, “questi docenti non troverebbero un impiego nell’insegnamento a causa di una presunta riduzione inattesa delle sezioni nelle scuole medie superiori per due anni consecutivi, che ha comportato una diminuzione del fabbisogno. Tuttavia, questa dichiarazione appare in contrasto con quanto sostenuto dal Decs (Dipartimento educazione cultura e sport, ndr), il quale ha ribadito, come riportato dalla Rsi, di aver recentemente creato un dispositivo di monitoraggio per calibrare la formazione dei docenti in base ai posti disponibili nelle scuole”. Per Sergi e Pronzini, “una contraddizione evidente”. Da qui una prima “spontanea” domanda: “Come può un dispositivo di monitoraggio, concepito per collegare la formazione ai posti disponibili, non aver rilevato i movimenti degli allievi e lasciarsi sorprendere da una ‘riduzione inattesa delle sezioni’ nelle scuole medie superiori?”.

‘I numeri dicono altro’

I deputati dell’Mps contestano poi la giustificazione data e cioè l’asserita diminuzione delle sezioni come causa della mancata apertura del concorso per nuovi docenti. “I dati a disposizione – annotano Sergi e Pronzini – mostrano infatti che le sezioni nelle scuole medie superiori hanno avuto un’evoluzione stabile o in lieve aumento nel corso degli anni”. Le cifre. “Anno scolastico 2012/2013: 4’883 studenti distribuiti in 245 sezioni (183 nei licei e 62 alla Scuola cantonale di commercio-Scc); anno scolastico 2016/2017: 5’071 studenti e 246 sezioni (185 nei licei e 61 alla Scc); anno scolastico 2022/2023: 5’149 studenti e 250 sezioni (195 nei licei e 55 alla Scc): in dieci anni, a un aumento di 266 studenti (oltre il 5%) è corrisposto un incremento di sole 5 sezioni (circa il 2%), suggerendo una politica di aumento del numero di allievi per classe – si osserva nell’atto parlamentare –. Per quanto riguarda gli anni scolastici 2023/2024 e 2024/2025, i dati ufficiali non sono ancora stati resi pubblici, ma indicazioni assai precise da noi raccolte rivelano una riduzione complessiva, sui due anni, di poche sezioni, meno di una decina”. Partendo da questi ultimi dati (“ancora non ufficiali”), continuano gli interpellanti, “si può vedere come questa diminuzione di sezioni non può assolutamente essere considerata come la causa della mancata disponibilità di posti di lavoro per i futuri abilitati in italiano. Infatti un docente di italiano a tempo pieno nella scuola media superiore ha un onere di insegnamento di 24 ore settimanali: impartisce quindi lezioni ad almeno 4 sezioni. Ciò significa che la diminuzione di una decina di sezioni equivale a poco più di 2 posti di lavoro per docenti di italiano: siamo ben lontani dalle 13 unità in formazione!”.

‘La formazione dei docenti sia gestita direttamente dal Cantone’

Sergi e Pronzini chiedono al governo se “per evitare la dispersione delle competenze acquisite dagli insegnanti abilitati”, non ritenga opportuno valutare “un allentamento dei criteri relativi alla formazione delle classi, in particolare per quanto riguarda il numero di allievi per sezione”. Altri quesiti: “Quali sono le reali ragioni per cui ‘il tentativo di coordinamento con il Decs non ha funzionato’?”; “Considerata la situazione attuale, il governo ritiene necessario avviare una discussione sul modello di abilitazione dei docenti, valutando la possibilità di reintrodurre la formazione ‘en emploi’?”. E ancora: “Non è forse opportuno aprire un confronto sull’opportunità che la formazione dei docenti torni a essere gestita direttamente dal Cantone?”.