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‘Levatrice aggiunta, l’Eoc avvierà un progetto pilota’

Il Consiglio di Stato risponde all’interrogazione della socialista Daria Lepori. Il test ‘per verificare criticità ed effettiva richiesta’

Reparto maternità
(Ti-Press)
8 febbraio 2025
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“L’implementazione del modello della levatrice aggiunta presenta diverse sfide e complessità, ma confermiamo che nei prossimi mesi l’Eoc (Ente ospedaliero cantonale, ndr) avvierà comunque un progetto pilota per valutarne la richiesta, i benefici e l’efficacia”. È quanto fa sapere, nero su bianco, il Consiglio di Stato rispondendo a un’interrogazione inoltrata da Daria Lepori per il gruppo socialista. Depositato nel maggio scorso, l’atto parlamentare traeva spunto dalla presentazione dei risultati di un’indagine condotta mediante questionario e rivolta alle donne che hanno partorito negli ultimi anni in Ticino. Per migliorare l’esperienza del parto le promotrici del sondaggio hanno proposto tra l’altro di reintrodurre la possibilità di far capo alla propria levatrice di fiducia negli ospedali.

Una possibilità che ora si concretizza, seppur sotto forma di test. A ogni modo il tema non è nuovo. In seno all’Eoc se ne parla dal 2016, rileva il governo. Pochi anni dopo, la pandemia. Che ha imposto il congelamento di diversi progetti. Nell’ottobre 2022, ricorda ancora l’Esecutivo, le maternità dell’Eoc sono state interpellate dall’Associazione nascere bene Ticino con una richiesta articolata: la creazione di camere famiglia, l’introduzione del cesareo dolce, l’elaborazione dell’esperienza del parto e l’inserimento della levatrice aggiunta negli ospedali. Il Dipartimento di ginecologia e ostetricia dell’Ente “si è adoperato concretamente per implementare queste proposte: ha così potuto offrire alle donne gravide residenti nel cantone la possibilità del cesareo dolce presso le quattro sedi Eoc, ha progettato camere famiglia e ha rafforzato il supporto per l’elaborazione dell’esperienza del parto”. E ha pure “esaminato nuovamente il tema della levatrice aggiunta, confermando alcuni aspetti delicati da tenere in considerazione, relativi a competenze, responsabilità, impatto sul team ospedaliero e finanziamento”.

Non pochi gli aspetti da considerare. Scrive il Consiglio di Stato: “La levatrice aggiunta che vuole offrire un’assistenza al parto in sicurezza e di qualità, deve garantire lo sviluppo delle proprie competenze tramite formazioni continue ed esperienza regolare di assistenza ai travagli, apprendere e rispettare i protocolli dell’ospedale, sapere cosa e come documentare nella cartella informatizzata della paziente, conoscere gli aspetti organizzativi del reparto e seguire la modalità di collaborazione interdisciplinare, in modo che il medico ginecologo possa intervenire in caso di necessità”. Deve inoltre disporre “di una copertura assicurativa per la responsabilità civile, privatamente o attraverso l’ospedale”. Non solo: “È fondamentale per le levatrici che operano per l’Eoc poter assistere a un numero adeguato di parti”. Dato il “carattere imprevedibile” degli stessi, la presa a carico va garantita a qualsiasi ora del giorno e della notte: “Ciò che è possibile solo attraverso un’organizzazione meticolosa dei turni, con un organico adeguato in qualsiasi momento, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7”. Anche con l’introduzione della levatrice aggiunta “sarebbe necessario mantenere l’organico programmato sul reparto; quest’ultima rappresenterebbe pertanto una risorsa supplementare”.

Dal profilo finanziario, spiega il governo, il parto in ospedale è riconosciuto dall’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie attraverso il sistema tariffario SwissDRG, con forfait che coprono le prestazioni fornite dal team di professionisti composto dal ginecologo e dalle levatrici: “Dal momento che la levatrice aggiunta dovrebbe forzatamente costituire una risorsa supplementare rispetto all’organico ordinario, le sue prestazioni, per un costo stimabile in circa 1’000 franchi a parto, andrebbero fatturate direttamente alla partoriente”. Se venissero poste a carico dell’ospedale, osserva il Consiglio di Stato, comporterebbero “un aumento di costi difficilmente giustificabile e creerebbero una situazione di disparità pure poco sostenibile rispetto alle partorienti assistite dal solo team ospedaliero”.

Nonostante le “criticità”, come le definisce il Consiglio di Stato, nell’autunno del 2023 il gruppo di lavoro dell’Ente ospedaliero cantonale “ha individuato la possibilità di avviare un progetto pilota coinvolgendo alcune levatrici, dipendenti dell’Eoc per una parte della loro attività lavorativa e, parallelamente, attive quali indipendenti sul territorio”. Progetto che è stato successivamente approfondito, “coinvolgendo anche la sezione ticinese della Federazione svizzera delle levatrici e il Dipartimento sanità e socialità, visti anche i prevedibili costi aggiuntivi”.

Ebbene, nei prossimi mesi l’Ente ospedaliero darà avvio al progetto pilota, “facendosi anche carico in questa fase dei costi aggiuntivi che ne derivano”. L’intento è di “verificare la consistenza delle criticità evidenziate e di valutare l’effettiva richiesta di questa assistenza supplementare da parte delle partorienti”.