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‘Il Consiglio di Stato dia un segnale forte per la Vallemaggia’

È quanto chiede un’interpellanza interpartitica. ‘Il Cantone dia l'esempio stanziando maggiori mezzi finanziari rispetto ai limiti di legge’

Pian di Peccia, tra le zone più colpite
(Ti-Press)
11 dicembre 2024
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Sul no del Consiglio federale ad aiuti straordinari per la Vallemaggia – che riceverà quindi solo 7,5 milioni di franchi come prevedono le attuali basi legali – la politica cantonale non ci sta e chiede, attraverso un’interpellanza interpartitica al Consiglio di Stato di “dare un segnale forte” su questo tema. “La decisione del Consiglio federale di chiudere la porta a ulteriori aiuti per riparare i danni causati dall’alluvione in Vallemaggia ha suscitato discussioni e polemiche”, si legge nell’atto parlamentare firmato da Alain Bühler (Udc), Fiorenzo Dadò (Centro), Samantha Bourgoin (Verdi) e Aron Piezzi (Plr). “Il Consiglio di Stato ha più volte lamentato la scarsa attenzione dell’Esecutivo federale – riconoscono i quattro granconsiglieri – chiedendo pubblicamente aiuti più consistenti, che tuttavia sono stati negati”. Ora, come detto, la richiesta è di tornare all’attacco. In particolare si suggerisce al Cantone di “dare l’esempio” stanziando maggiori mezzi finanziari rispetto ai limiti di legge. Un gesto “per evidenziare l’urgenza degli interventi e spingere il Consiglio federale a operare oltre i vincoli normativi, favorendo così anche eventuali modifiche legislative”.

Nell’interrogazione si sottolinea inoltre come a essersi attivati siano stati, oltre al governo cantonale, anche le autorità locali toccate dall’alluvione e non solo. “I Municipi interessati hanno scritto al Consiglio federale, mentre la Deputazione ticinese a Berna, su suggerimento del governo cantonale, ha presentato una serie di domande che non hanno sortito l’effetto sperato”.

Al Consiglio di Stato viene anche chiesto se il mancato versamento di ulteriori contributi da parte della Confederazione incida o meno sulla ricostruzione e il ripristino in Vallemaggia. I quattro deputati vogliono poi sapere quali canali di comunicazione sono stati usati in questi mesi con l’autorità federale e cosa si intende fare prossimamente.

Nell’interpellanza viene anche riportata la risposta fornita dal Consiglio federale alla Deputazione ticinese. “La Confederazione – scrive lo stesso Esecutivo federale – può fornire il proprio sostegno utilizzando i crediti aggiuntivi (56,5 milioni di franchi approvati a inizio settembre, ndr) per opere di protezione danneggiate, come ad esempio correzioni per la protezione contro le piene e opere di protezione contro le cadute di pietre. Non può invece farlo – viene precisato – per danni ad altre infrastrutture, come quelle per la fornitura di acqua o impianti per il trattamento delle acque di scarico”. Aggiunge il Consiglio federale nella sua risposta: “Anche i danni al settore primario verranno indennizzati dall’Ufficio federale dell’agricoltura”. Insomma, riassumono i quattro interroganti, il Ticino beneficia di aiuti da Berna attraverso tre modalità: 7,5 milioni di franchi di aiuti diretti, indennizzi nel settore primario (che sono però ancora da determinare) e le prestazioni in natura offerte dall’esercito.