Ticino

Per i frontalieri il trasloco in Ticino è in gran parte duraturo

Uno studio Ustat mostra che chi diviene residente nel nostro cantone tende a restarci. Più dinamismo invece per i ticinesi che si trasferiscono in Italia

Immagine di archivio
(Ti-Press)
27 febbraio 2024
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I frontalieri che si trasferiscono in Ticino tendono in larga misura a rimanere residenti in modo duraturo, mentre chi compie il percorso inverso trasferendosi in Italia presenta una mobilità maggiore già nel primo anno. È quanto emerge da uno studio condotto nel 2022 dall'Ustat, il primo di questo genere: secondo l'Ufficio di statistica del Cantone, monitorare il fenomeno permetterà di comprendere se i cambiamenti legislativi in atto, come quelli legati alla fiscalità dei frontalieri, porteranno anche a nuove dinamiche sulla scelta di residenza.

I dati si riferiscono ai movimenti di status da residenti in Ticino a frontalieri e viceversa, nel periodo 2013-2020, basati sulla statistica della popolazione e delle economie domestiche (Statpop) per quanto riguarda le persone che vivono nel nostro cantone e sul registro dei Conti individuali dell'Avs per chi invece sceglie di vivere in Italia e lavorare in Ticino.

Il dato che emerge in modo evidente è che per i frontalieri che diventano residenti (7'417 nell'arco di tempo considerato) il cambio di status tende a essere una scelta duratura. Infatti, il 91,5% resta residente anche dopo un anno, l’84,1% dopo due anni e il 78,5% dopo tre anni. Una percentuale più esigua torna a vivere all’estero: il 6,1% torna a fare il frontaliere dopo tre anni, l’11,4% cessa di avere relazioni professionali con la Svizzera mentre una piccola parte, il 4%, si trasferisce nel resto della Confederazione.

Dall'altra parte, i residenti in Ticino che diventano frontalieri mostrano una maggiore mobilità: dopo un anno solo il 49,8% rimane frontaliere, il 24,1% lascia l'attività lavorativa in Ticino trasferendosi in modo stabile all'estero, il 21,6% ritorna a vivere in Ticino e il 4,5% sceglie di spostarsi nel resto della Svizzera. Dopo tre anni la percentuale di chi continua a vivere come frontaliere scende a poco più di un terzo (36,8%), mentre aumenta al 32,6% la quota di chi vive all'estero così come quella di chi rientra in Ticino (24,2%) e di chi invece si trasferisce in altre parti della Svizzera (6,4%).

Sul totale dei frontalieri che si trasferiscono in Ticino, coloro che vi rimangono come residenti per i tre anni successivi rappresentano il 77,3% del totale: in questo gruppo si ha una sovrarappresentazione di svizzeri, di donne e di persone con più di 35 anni.

Al contrario, i residenti che diventano frontalieri sembrano navigare un percorso più variegato, con un notevole numero di loro che ritorna a vivere in Ticino o si trasferisce altrove, sia all'interno della Svizzera sia all'estero. Se un terzo (il 33,2%) continua a essere frontaliere nei tre anni successivi, il 20% ha lasciato l'attività in Svizzera da subito, mentre l'81% lo ha fatto dopo due anni. In questo gruppo a essere rappresentati in modo predominante sono gli stranieri e le persone con almeno 55 anni. Fra chi invece sceglie di tornare in Ticino, il 18,2% lo ha fatto entro un anno, mentre il 6% negli anni successivi, principalmente nel secondo anno.

Considerando la tendenza decennale degli spostamenti in entrambi i sensi, dai dati emerge che sempre meno frontalieri diventano residenti e, al contrario, sempre più residenti restano frontalieri. Nel 2020, in Ticino, questi flussi migratori costituiscono circa il 13% degli arrivi internazionali complessivi, e rispettivamente il 18% delle partenze. Tali movimenti potrebbero essere soggetti a cambiamenti nei prossimi anni, in particolare in seguito all'entrata in vigore, nel 2023, del nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri.

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