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Il Preventivo resuscita e primo ‘sì’ allo Stabile Efg

I conti per il 2024 trovano una maggioranza con Lega, Plr e Centro. Ma i mal di pancia non sono passati. In aula andrà anche la Cittadella della giustizia

La Gestione presieduta dal leghista Michele Guerra
(Ti-Press)

L’alba del Preventivo vivente. Dato per spacciato, risollevato con un eccesso di ottimismo, fucilato alla schiena e infine rimesso in piedi col nastro adesivo, il Preventivo 2024 è riuscito a trovare una maggioranza nella commissione parlamentare della Gestione che si è riunita stamattina e che, suono di campane, è riuscita pure a chiudere l’iter dello Stabile Efg di Lugano, con la firma del rapporto di maggioranza e l’approdo in aula del dossier, assieme al Preventivo, nella sessione che si inaugurerà il 5 febbraio.

Le misure

Dopo mesi di discussioni, domande al Consiglio di Stato e lettere (anche dure) ricevute da enti e associazioni attive sul territorio l’accordo si è concretizzato nel rapporto di maggioranza sottoscritto da Lega, Centro e Plr. Liberali radicali e centristi che, però, hanno in larga parte firmato il rapporto con riserva. Escluso nella sua totalità il taglio ai sussidi di cassa malati, con buona pace del Plr che invece avrebbe preferito solo una riduzione. Per quanto riguarda il personale, la sostituzione dei partenti è confermata nella misura dell’80%, anche per il personale ausiliario (circa 850 posti). La maggioranza della commissione ha poi deciso per motivi giuridici di rimettersi alla decisione del Consiglio di Stato in merito al riconoscimento del carovita per i dipendenti. Carovita individuato in 400 franchi una tantum che verosimilmente il governo manterrà. Confermato, invece, il contributo di solidarietà del 2% a partire dai 60mila franchi di reddito per i dipendenti pubblici. Misura che vede la ferma opposizione del Centro, il quale ha già annunciato un emendamento in aula per toglierlo. L’ordine che in un qualche modo si è riuscito a fare sta camminando sulle uova con gli scarponi da montagna.

Guerra: ‘Tutti hanno fatto un passo indietro’

Ma un accordo c’è, e alla fine della riunione il presidente della Gestione Michele Guerra commenta così: «Il rapporto è il frutto di un passo indietro fatto da tutti e tre i gruppi che compongono la maggioranza. Una maggioranza fondata sul compromesso, pertanto l’augurio è che questo risultato frutto di mesi e mesi di lavori possa reggere in aula di fronte agli emendamenti già annunciati». I partiti non sono un granché convinti, «quasi tutte le firme con riserva – informa Guerra –. Ci si è voluti accordare in tal senso alla luce delle varie posizioni più profilate di un gruppo rispetto a un altro, anteponendo a tutto la necessità di dare un preventivo al Cantone ed evitare il caos».

Il Plr mastica amaro

Mastica amaro ma digerisce il boccone il Plr, che fino all’ultimo è stato indeciso se firmare o meno il rapporto di maggioranza. «Non siamo soddisfatti, infatti alcuni di noi hanno firmato con riserva», spiega ai giornalisti Matteo Quadranti, che sottolinea però l’importanza di far arrivare il dossier in aula. «A nostro avviso la misura sulla riduzione dei sussidi di cassa malati andava mantenuta o, al massimo, ridotta di 4 milioni». A convincere i liberali radicali è stato l’impegno preso dalla commissione di trovare delle soluzioni e dei correttivi per il futuro. «Ci si è accorti che delle disuguaglianze e dei margini di risparmio ci sono». È però ancora presto per parlare di cifre. Così non è stato con il rincaro per i dipendenti pubblici: «Non siamo stati seguiti nella nostra proposta di contributo una tantum di 400 franchi». Su sussidi di cassa malati e rincaro i liberali radicali valuteranno quindi la possibilità di presentare degli emendamenti. Guardando già al 2025, «spero che ci sarà una maggiore condivisione nell’area centro-borghese sulle future misure di risparmio, perché al momento è piuttosto fragile. Della cinquantina di milioni di risparmio di competenza del Gran Consiglio, venti li abbiamo esclusi. Nessuno ha però proposto delle soluzioni alternative». Sul contributo di solidarietà del 2% i liberali radicali avevano inoltre proposto di alzare la soglia da 60 a 80mila franchi. Ma, anche qui, «non siamo stati ascoltati».

La Lega sogghigna

A sorridere sotto i baffi è Boris Bignasca: «Avevamo posto due paletti – spiega il capogruppo della Lega –, via i tagli ai sussidi di cassa malati e passi precisi sulla spesa per gli asilanti. Mi sembra sia andata bene…» sogghigna, assicurando che «il gruppo leghista sarà compatto, anche perché per quanto riguarda l’asilo la richiesta è di arrivare a risparmi significativi portando il Ticino a spendere solo i soldi che arrivano dalla Confederazione».

Il Centro e l'emendamento sul 2%

«È stato stralciato il taglio ai sussidi di cassa malati, con la promessa di approfondire questo tema nei prossimi mesi per rendere il tutto più equo e sostenibile. Ma le altre misure sono state confermate, per questo il nostro gruppo ha firmato con riserva» sottolinea il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni. In particolare, «non condividiamo i tagli salariali ai dipendenti dello Stato, infatti abbiamo già presentato un emendamento per stralciare questa misura in modo che il Gran Consiglio possa esprimersi». Compreso tutto si arriva a un peggioramento dei conti però… «Un peggioramento molto relativo, parliamo di 20 milioni su 4mila di spesa pubblica – ribatte Agustoni –. Oggi, ad ogni modo, abbiamo condiviso un progetto di revisione della spesa pubblica che nelle nostre intenzioni dovrà essere votato dal Gran Consiglio prima dell’adesione al Preventivo in modo da impegnarci tutti a trovare misure strutturali, dal momento che abbiamo condiviso il fatto che quelle presentate quest’anno non erano né strutturali, né opportune, né mirate».

Il Ps conferma il rapporto di minoranza

Scende dalla barricata, nonostante non sia comunque d’accordo con la maggioranza della commissione, il Partito socialista. «Siamo soddisfatti che sia stata tolta la misura sui sussidi di cassa malati», afferma il capogruppo Ivo Durisch, che però avverte: «È stata data l’indicazione da parte della maggioranza al Consiglio di Stato di rivedere la formula che determina l’erogazione dei sussidi in un’ottica di risparmio. Questo – precisa Durisch – lascia presagire che se non ci sono oggi questi tagli, ci saranno domani. Siamo molto preoccupati perché secondo noi il sistema attuale funziona e aiuta anche il ceto medio, che i partiti borghesi vogliono invece escludere da chi ha diritto agli aiuti. Non si ha però il coraggio di farlo ora visto che c’è in ballo la riforma tributaria e la piazza sabato è tornata a farsi sentire». A non andare giù ai socialisti è soprattutto la mancata sostituzione del personale nella misura del 20%. «Questa volta andrà a colpire anche gli ausiliari, che sono circa 850. Sono lavoratori che hanno contratti a scadenza e, al termine del periodo di collaborazione, non per forza devono andare in pensione». In casa socialista c’è soddisfazione per come procede la raccolta firme per il referendum contro la riforma fiscale. «Stiamo andando alla grandissima», dichiara il copresidente Fabrizio Sirica. «Abbiamo già raggiunto le 7mila firme necessarie e altre ne stanno arrivando. È qualcosa di mai visto».

E anche l'Udc

Posizioni immutate in casa Udc. «Avevamo chiesto se potevano integrare nel rapporto di maggioranza le nostre richieste – contenute in tre proposte di decreti legislativi: quello, ricordo, sul personale, quello sui beni e servizi, e il decreto sulle spese di trasferimento –, ma non sono state nemmeno discusse, per cui noi andremo tranquillamente in aula con il nostro rapporto», taglia corto Tiziano Galeazzi.

Intanto il fronte sindacale è unito, ancora una volta, nel contestare le misure previste per i dipendenti pubblici. In una lettera indirizzata a Consiglio di Stato e alla Gestione Ocst, Vpod e Sit chiedono di “stralciare tutte le misure a carico del personale”.

STABILE EFG

Firmato il rapporto di Quadranti

In Gestione si sblocca finalmente un altro grosso dossier: quello, annoso e controverso, riguardante l’acquisto – 76 milioni di franchi, quattro in meno rispetto all’importo previsto inizialmente – dello stabile (ex Banca del Gottardo) di proprietà dell’Efg in centro a Lugano, principale tassello della ‘Cittadella della giustizia’. La maggioranza commissionale ha infatti sottoscritto il voluminoso rapporto del liberale radicale Matteo Quadranti. Non sarà l’unico rapporto ad approdare al plenum del Gran Consiglio nella sessione di febbraio. I Verdi ne stileranno uno di minoranza: lo redigerà Samantha Bourgoin. Stabile che accoglierà il Tribunale d’appello, il Tribunale penale cantonale, la Pretura (civile) di Lugano, i giudici dei provvedimenti coercitivi, la Corte di appello e di revisione penale (adesso a Locarno), l’autorità di protezione (la riforma del settore tutele e curatele in Ticino contempla, come noto, l’istituzione delle Preture di protezione). Resterà a Bellinzona la Pretura penale, che dal Business Center traslocherà nel futuro rinnovato Pretorio. Ma a Lugano la costruzione della ‘Cittadella’ passerà anche dalla ristrutturazione dei vicini Palazzo di giustizia – che continuerà a essere la sede dei magistrati del Ministero pubblico (compresi i procuratori oggi ‘distaccati’ a Bellinzona) e che ospiterà anche agenti della Polizia giudiziaria e il Consiglio della magistratura – e edificio di via Bossi, che avrà tra gli inquilini la Magistratura dei minorenni. Gli interventi al Palazzo di giustizia e nell'edificio di via Bossi saranno oggetto di messaggi governativi, con la relativa richiesta di crediti, specifici. Musica del futuro.

Adesso parola al Gran Consiglio

Primo ‘sì’ dunque all'acquisto dello stabile Efg. «Ora spetterà al plenum del Gran Consiglio, e magari in seconda battuta ai cittadini, pronunciarsi, ma alla fine la politica doveva, e dovrà, decidere: stamattina la maggioranza della commissione della Gestione ha dato una prima risposta a uno dei poteri dello Stato, il potere giudiziario, prospettandogli una concreta soluzione al problema logistico che da troppo tempo interessa la magistratura ticinese», rileva, avvicinato dalla ‘Regione’ al termine della riunione commissionale, Quadranti. Il quale nel rapporto scrive fra l’altro: “Una buona giustizia richiede certo risorse umane ma anche spazi, cablaggi e digitalizzazione”.

Afferma il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni, che ha sottoscritto il rapporto con riserva (non hanno firmato gli altri commissari dell’ex Ppd e cioè Fiorenzo Dadò, Giorgio Fonio e Marco Passalia): «Come abbiamo già indicato, questo messaggio del Consiglio di Stato sull’acquisto dello stabile Efg ha suscitato e suscita delle perplessità nel nostro gruppo: una parte lo sosterrà, una parte no». Chi è a favore «pensa che sia una sistemazione necessaria per garantire alla giustizia spazi adeguati e organizzativi», i dubbi invece da parte del Centro sono «sulla concentrazione di quasi tutte le autorità giudiziarie a Lugano, facendo così venir meno il concetto di prossimità soprattutto a Locarno e Bellinzona, e un investimento finanziario estremamente alto». Sul referendum finanziario obbligatorio, Agustoni è tranchant: «Su un investimento che globalmente raggiunge il quarto di miliardo di franchi mi sembra legittimo che il popolo si esprima, e mi risulta che lo stesso consigliere di Stato Norman Gobbi abbia auspicato un coinvolgimento popolare per un investimento da lui stesso definito epocale».

Già, il referendum finanziario obbligatorio. La Lega, che ha firmato il rapporto di maggioranza, lo sosterrà? «Non so, dobbiamo ancora discuterne in gruppo», taglia corto Boris Bignasca, alla testa dei deputati leghisti.

In casa Udc il documento messo a punto da Quadranti è stato sottoscritto con riserva da Tiziano Galeazzi, mentre non è stato firmato da Roberta Soldati. «Sul dossier non c’è nel partito una linea univoca», indica Galeazzi. Un dossier «di cui discuteremo ancora nella prossima riunione del gruppo parlamentare». E spiega: «Per quel che mi concerne, come municipale di Lugano ho sempre sostenuto, con i colleghi dell’organo esecutivo, la posizione della Città favorevole all’acquisto dello stabile Efg. Come granconsigliere sono un po’ critico sul prezzo: secondo me si poteva scendere sotto i 76 milioni». Nei giorni scorsi il partito cantonale con un comunicato aveva dichiarato di essere contrario all’investimento… «Quel comunicato va contestualizzato: quando è stato diramato non c’era ancora un Preventivo del Cantone approvato, ora l'acquisto dello stabile Efg andrà in Gran Consiglio contestualmente al Preventivo 2024». Pronti ad appoggiare l’eventuale referendum obbligatorio? «Ne parleremo in gruppo». E due.

Dei due deputati socialisti in Gestione, Fabrizio Sirica ha firmato il rapporto di Quadranti, il capogruppo Ivo Durisch lo ha sottoscritto ma con riserva. «La maggioranza dei deputati del Ps, tra cui chi le parla, è d’accordo con l’acquisto dello stabile: si è preso atto che non c’è un piano B, che lo stabile è assolutamente necessario e che rimandando ancora questo investimento non si farebbe altro che peggiorare ulteriormente la situazione logistica del potere giudiziario. Un potere che deve essere degnamente rappresentato anche sul piano appunto logistico». Durisch ha firmato con riserva «per manifestare delle criticità rilevate da alcuni nostri granconsiglieri». Il referendum finanziario obbligatorio? Sirica: «Di sicuro la maggioranza del gruppo parlamentare non lo sosterrà. Peraltro eravamo già contrari all'adozione di questo strumento».

Ci sarà come scritto anche un rapporto di minoranza, targato Verdi. «La maggioranza ci fa credere che l’acquisto, per quasi 80 milioni, dello stabile Efg costituisca una priorità, oltretutto in un momento di grande incertezza per le finanze del Cantone. Noi – prosegue Samantha Bourgoin – pensiamo che oggi le priorità siano altre».

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