Ticino

'Combatti l'odio: il 9 febbraio vota sì'

Con Giorgio Fonio e Laura Riget, lanciata anche nella Svizzera italiana la campagna per la legge contro la discriminazione basata sull'orientamento sessuale

Da sinistra, Sarah Rusconi portavoce di Amnesty International Svizzera , Giorgio Fonio Granconsigliere PPD, Joana Bienert membro del coordinamento di Imbarco Immediato e Laura Riget coordinatrice campagna per la Svizzera Italiana (© Ti-Press / Samuel Golay)
9 gennaio 2020
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Per un sì – anzi: per un chiaro sì alle urne contro l'odio: è ufficialmente iniziata anche nella Svizzera italiana la campagna per il sì alla modifica legislativa che estende all'orientamento sessuale gli articoli penali contro la discriminazione razziale.

Con il simbolo di due cuori protetti da un ombrello, hanno presentato le ragioni del sì Joana Bienert di Imbarco Immediato, il granconsigliere Ppd Giorgio Fonio, Sarah Rusconi di Amnesty e la coordinatrice Laura Riget.

Contro questa modifica del codice penale – approvata con un'ampia maggioranza parlamentare – sono state raccolte le firme e il tema è adesso in votazione: secondo i critici si tratterebbe di una legge che ridurrebbe la libertà di espressione dei cittadini favorendo invece la censura. "Essere contrari al matrimonio per tutti, utilizzando argomentazioni rispettose ed educate, non verrà punito dalla legge, lo saranno solamente quei discorsi di incitamento all’odio fatti in pubblico" ha ribattuto Joana Bienert.
"Non sarà proibito in futuro assumere posizioni contrarie e critiche a determinate tematiche relative alle rivendicazioni della comunità LGBT (penso ad esempio al matrimonio per tutti piuttosto che al controverso tema dell’adozione), ma sarà imperativo farlo senza insultare, umiliare, offendere e denigrare le persone" le ha fatto eco Fonio, il cui partito – pur avendo spesso "posizioni distanti e contrastanti" con la comunità LGBT – ha approvato la nuova legge, perché "il rispetto e la dignità della Persona debba messere al centro di qualsiasi dibattito pubblico e tutelata senza se e senza ma".

"Gli appelli all'odio e alla discriminazione violano i diritti umani delle persone interessate e non sono quindi una manifestazione della libertà di espressione" ha aggiunto Sarah Rusconi. "Le parole forti non sono innocue. Il loro potere non va sottovalutato. Chi semina parole di odio vedrà, a breve o lungo termine, le sue parole diventare atti. Atti pesanti che hanno delle conseguenze reali sulle vite di persone".

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