Ticino

Tribunale penale federale, slitta la nomina dei vertici

A Berna le Camere rinviano l'elezione di presidente e vice. La commisssione contraria fra l’altro a una direzione politicamente monocolore (in questo caso Udc)

24 settembre 2019
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Un ulteriore segnale dell’infelice momento del Tribunale penale federale dovuto alla recente controversa distribuzione interna delle cariche (cfr. anche articolo sotto)? Fatto sta che domani, giorno della riconferma o meno del procuratore generale della Confederazione Michael Lauber, l’Assemblea federale non eleggerà i vertici del Tpf. Un cambiamento di programma. La designazione di presidente e vice del tribunale, con sede a Bellinzona, dove si celebrano i processi innescati dagli atti d’accusa della Procura federale, è slittata, come ci confermano da Berna. Se ne riparlerà a dicembre. Stando a quanto appreso dalla ‘Regione’, la Commissione giudiziaria del parlamento non sarebbe d’accordo con un ufficio presidenziale del Tpf politicamente monocolore, nella fattispecie targato Udc, che si esprime nella stessa lingua e che non è rappresentativo delle diverse culture della Svizzera.

Facciamo un passo indietro. In vista delle dimissioni di Tito Ponti dalla presidenza del tribunale, divenute effettive nel corso del 2019, e in seguito al passaggio nel gennaio di quest’anno del vice Giuseppe Muschietti al Tribunale federale di Losanna, entrambi ticinesi, il plenum dei giudici del Tpf sottopone all’Assemblea federale le candidature dei giudici Stephan Blättler e Sylvia Frei, ambedue zurighesi, alla guida dell’autorità giudiziaria. E completa la direzione, cioè la Commissione amministrativa del tribunale, con un solo terzo membro, di sua esclusiva nomina: la lucernese Andrea Blum. In marzo il parlamento dà seguito alle indicazioni provenienti da Bellinzona ed elegge Blättler (operativo nella Corte dei reclami penali del Tpf) e Frei (Corte penale) rispettivamente presidente e vice. Con Blum (vicepresidente della Corte d’appello), tre giudici di area democentrista sono dunque alla testa dell’autorità giudiziaria: dal primo aprile al 31 dicembre di quest’anno, alla normale scadenza dei mandati delle presidenze e delle vicepresidenze delle varie corti e commissioni del tribunale. Una soluzione accettata dalla Commissione giudiziaria e dall’Assemblea federale poiché provvisoria.

L’audizione e lo stop

Lo scorso mese una nuova seduta della Corte plenaria, stavolta per definire l’organigramma del Tpf per il biennio 2020/2021. Il plenum ripropone all’Assemblea federale Blättler e Frei ai vertici – con però un arrocco: Frei presidente e Blättler vicepresidente – e designa Olivier Thormann (Plr, attivo nella Corte d’appello), membro della Commissione amministrativa al posto di Blum. Come è prassi, prima del voto parlamentare, Blättler e Frei vengono sentiti dalla Commissione giudiziaria chiamata a preavvisare le candidature. E qui il tutto si ferma. La Commissione giudiziaria scriverà al Tribunale penale federale per ricordare, o informare quei giudici che ancora non sapevano, quanto avrebbe comunicato a Blättler e Frei già in occasione della loro precedente audizione, sfociata poi nell’elezione dei due alla presidenza e alla vicepresidenza del Tpf fino al 31 dicembre 2019. La ‘Giudiziaria’ avrebbe manifestato perplessità, fra l’altro, su una riedizione partiticamente monocolore dei vertici. Anche Ponti e Muschietti erano dello stesso partito, il Plr, ma la Commissione amministrativa allora era di cinque membri, non di tre come adesso, ed era rappresentativa di tutte le aree politiche e linguistiche. Sia come sia, al plenum dei giudici la Commissione giudiziaria dà tempo sino al prossimo 4 novembre per rivalutare le candidature proposte e presentarne due che tengano conto dei rilievi da lei mossi, per i posti di presidente e vice del tribunale per il biennio 2020/2021.

Non è tutto. Nella riunione di agosto, come hanno riferito nel fine settimana ‘Nzz’ e ‘SonntagsZeitung’, il plenum dei giudici ha azzerato i vertici di due delle tre corti del Tpf. La maggioranza ha ‘estromesso’ i ticinesi, e magistrati di provata esperienza, Claudia Solcà (Ppd) dalla presidenza della Corte d’appello (in funzione dal 1° gennaio di quest’anno) e Giorgio Bomio-Giovanascini (Ps) da quella dei reclami penali. Alla testa della prima, risulta alla ‘Regione’, è stato designato il bernese Olivier Thormann, già procuratore federale capo, ricusato come il pg Lauber nell’ambito dell’inchiesta Fifa. Alla vicepresidenza è stata confermata Blum. Nuovo presidente della Corte dei reclami penali è Roy Garré, ticinese, giudice di lungo corso del Tpf, area Ps come Bomio-Giovanascini. Queste le decisioni del plenum, tenuto conto che a parte la direzione del tribunale tutte le altre nomine interne non sono di competenza del parlamento federale. Un plenum dove la maggioranza è composta dei giudici della Corte penale, quella con il più alto numero di magistrati. Un tribunale, il Tpf, dove la maggioranza dei giudici è oggi formata da togati in quota Udc. Come la nuova vicepresidente della Corte dei reclami penali, Cornelia Cova, zurighese.

Mentre sono tutt’altro che chiare le ragioni della mancata riconferma di Solcà e Bomio alla guida dell’Appello e della Corte dei reclami penali, i giudici ticinesi sono al momento in netta minoranza nei posti chiave del Tpf.

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