Ticino

Apprendisti, tra infortuni e presunte molestie

Casella (Sisa): ‘Condizioni da migliorare’, Gargantini (Unia): ‘Sosteniamo una campagna d'informazione per sensibilizzare’

Ti-Press
19 agosto 2019
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Condizioni di lavoro difficili e importanti rischi d’infortunio sono le basi dello scenario che vede coinvolti sempre più apprendisti in Svizzera. È quanto emerge da un’analisi della Suva, Assicurazione svizzera contro gli infortuni, nella quale si indica che sarebbero 19mila gli incidenti annuali sul lavoro subiti dai giovani in formazione. Cifra che sale a 25mila se si considerano anche gli infortuni non professionali (nel tempo libero).  La scarsa esperienza dei tirocinanti e la tendenza a sottovalutare i numerosi rischi sarebbero le principali cause.

I dati specificano che un apprendista su quattro si infortuna nel tempo libero, soprattutto a causa di attività sportive. Sarebbero invece meno, rispetto al resto dei colleghi, i ferimenti domestici.
I giovani sono quindi più soggetti a incidenti specialmente per ciò che concerne lavori manuali o con macchinari,  come è il caso di attività di perforazione o di levigatura.

«La situazione documentata dalla Suva, però, non è nuova nel mondo del lavoro svizzero, anzi, si tratta di una conferma, per quanto riguarda sicurezza e condizioni d’impiego che andrebbero in molteplici casi ancora migliorate», afferma Zeno Casella, coordinatore del Sisa, Sindacato indipendente studenti e apprendisti, per cui un controllo statale più mirato, tramite ad esempio il rafforzamento degli ispettori, sarebbe necessario.

Sempre su questo fronte, in un sondaggio condotto dalla sezione giovanile del sindacato Unia, emergono dati allarmanti su un altro aspetto: quello delle molestie. Su 800 apprendisti intervistati, fra cui alcune decine di ticinesi, un terzo di essi ha affermato di aver già subito molestie sessuali sul posto di lavoro, tra loro ben l’80% delle donne interpellate.

La maggior parte dei giovani ha inoltre dichiarato di sentirsi molto spesso in situazioni di stress, il 31% sostiene di aver già subito situazioni di mobbing sul lavoro e quasi due terzi sono costretti a prestare  lavoro straordinario in molteplici occasioni.

«Di fronte a queste numerose situazioni di malessere, un primo passo, già parzialmente in atto da parte di Unia e Suva, è quello di sostenere una campagna d’informazione che sensibilizzi il più possibile i giovani tirocinanti e che li renda consapevoli dei rischi ai quali possono essere esposti, così che siano pienamente in grado di poterli denunciare», ci dichiara Giangiorgio Gargantini, sindacalista di Unia Ticino.

«Concretamente, una soluzione potrebbe essere quella d’includere una figura esterna all’azienda, alla quale ci si possa rivolgere, sia al momento della denuncia, ma che si occupi anche di gestirne le conseguenze, al fine di tutelare al massimo i giovani apprendisti in difficoltà», commenta infine Gargantini.  

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