Ticino

Federali, Righini all'area rossoverde: ‘No candidature di bandiera’

Per il presidente del Ps un nome in ticket con Marina Carobbio sarebbe ‘di rappresentanza’. Mentre l'obiettivo è ‘togliere un seggio alla destra agli Stati’

Ti-Press
6 giugno 2019
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«È impensabile presentarsi al Consiglio degli Stati anche con una candidatura di rappresentanza, di bandiera. Bisogna andare per vincere, compatti e coesi sul nome di Marina Carobbio». Non usa mezzi termini Igor Righini, presidente del Partito socialista, nel sollecitare, a colloquio con ‘laRegione’, che l’area rosso-verde si presenti con un nome solo per la Camera alta. Ed è un messaggio forte e chiaro spedito soprattutto ai Verdi: «Con tutto il rispetto per i nomi che si sentono per una seconda candidatura, per andare agli Stati servono un bagaglio di conoscenze non indifferente, l’aver già fatto più di qualcosa a livello di politica federale e avere un curriculum adatto». Altrimenti – prosegue Righini – «ripeto, si tratta di una candidatura di bandiera fine a sé stessa. Ho molta stima per Greta Gysin, ma con la sua esperienza e la pausa che si è presa dalla politica non mi sembra un nome capace di vincere».

All’incontro che si terrà tra domani e l’inizio della prossima settimana il Ps non si presenterà con un ultimatum. Nel senso che «non abbiamo mai posto la candidatura unica di Carobbio come condizione all’accordo, ma come un auspicio». Detta altrimenti: l’intesa per il Consiglio nazionale, vale a dire la congiunzione della lista del Ps con quella composta da Verdi, Partito comunista e Forum alternativo non è in discussione, «non faremo saltare il banco se liberamente sceglieranno di presentare una seconda candidatura».

Però c’è un però, a proposito del Forum alternativo. Ed è quanto dichiarato da Franco Cavalli sul Cdt di ieri a far saltare sulla sedia Righini. «Dice che una doppia candidatura può generare entusiasmo nella base, in tutta l’area. Secondo me, invece, è un autogol dal punto di vista strategico». E la spiegazione è «semplice e pragmatica», afferma. Perché «bisogna essere chiari: le doppie candidature si fanno dove si ha la forza elettorale per fare un seggio in comodità, dove c’è un uscente, dove si può addirittura pensare a un raddoppio d’area. Quando non si è in una di queste situazioni, occorre concentrarsi fin dall’inizio su una persona sola».

Insomma, per “entusiasmo della base” in casa socialista si intende tutti uniti dietro il nome di Marina Carobbio. Candidata che, spiega il presidente del Ps, «dovrebbe essere di punta. Non voglio prevaricare la libera opinione dei Verdi, si cerca solo di mettere la persona giusta subito nelle migliori condizioni per recitare un ruolo di primo piano e catalizzare da subito tutto il consenso, arrivando a una buona percentuale già al primo turno». Perché, al ballottaggio, «non è detto che certi voti, soprattutto quelli esterni, tornino». Niente dispersione quindi, «perché Carobbio rappresenta un profilo secondo noi ideale per tutta l’area: è prima cittadina svizzera, ha il 100 per cento di ‘Eco-rating’ a Berna, e, siamo convinti sia il profilo giusto per fare una cosa che non è mai successa prima: togliere un seggio alla destra nella Camera dei Cantoni».

Le altre manovre a sinistra

Per quanto concerne il Consiglio nazionale, con l’ufficializzazione dei candidati dei Verdi (cfr. edizione del 3 giugno), e la conferma del fatto che l’ex deputato Franco Cavalli sarà della corsa, nella lista Verdi e sinistra alternativa mancano ancora i due nomi in quota Partito comunista: stando a nostre informazioni, il Pc vuole valorizzare volti giovani e femminili. L’unico partito rimasto fuori, il Movimento per il socialismo, non ha ancora deciso se presentarsi alle Federali. Se lo farà, lo farà con dei candidati per entrambe le Camere.

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