Ticino

I comuni a gran voce chiedono autonomia

Fronte compatto degli enti locali sulla riforma di compiti e flussi finanziari 'Ticino 2020'. Il governo 'ne prenda atto'

6 febbraio 2019
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I comuni ticinesi serrano le fila sulla riforma delle competenze e dei flussi finanziari con il Cantone, rivendicando a gran voce la loro autonomia. Un fronte compatto che emerge dai risultati del sondaggio promosso da Associazione dei comuni ticinesi (Act) e dall’Ente regionale per lo sviluppo del Luganese (Ersl), cui hanno risposto 91 enti locali su 115. La volontà è quella di dimostrare al Consiglio di Stato che esiste un consenso trasversale sulle soluzioni individuate dalla Direzione del progetto di riforma ‘Ticino 2020’ per il riordino di compiti tra i livelli istituzionali. Soluzioni su cui il governo aveva sollevato alcune obiezioni nel novembre del 2017.

«Ticino 2020 è un progetto prezioso e vogliamo che l’esecutivo prenda atto di questa nostra posizione corale», ha rilevato il presidente dell’Act Felice Dafond presentando i risultati dell’inchiesta stasera al Centro Ciossetto di Sementina. «Siamo molto soddisfatti di quanto emerso dai questionari», ha aggiunto. Anche perché la stragrande maggioranza degli interpellati «ha condiviso l’esigenza di proseguire nel progetto». Progetto avviato nel 2015 assieme al Cantone per «dare una riposta alla progressiva cantonalizzazione di alcuni compiti, con soluzioni che riducevano l’autonomia comunale, introducendo meccanismi decisionali complicati e flussi finanziari poco trasparenti».

Quarantacinque le domande poste ai comuni. In primis quelle sull’indipendenza degli enti locali: il 98% ha rivendicato una “vera autonomia sul piano strategico e operativo”, chiedendo “piena responsabilità amministrativa e finanziaria” sui propri ambiti di competenza. L’81% di chi ha risposto vorrebbe inoltre che si iniziasse sin da subito a ispirarsi ai principi di ‘Ticino 2020’ anche prima della sua implementazione. Plebiscito per l’assegnazione al Cantone delle strutture di protezione dei minorenni e forte sostegno (95%) per il trasferimento sotto l’amministrazione cantonale delle Arp. Nell’ambito dell’assistenza e delle assicurazioni sociali i compiti e gli oneri dovrebbero passare interamente al Cantone, permettendo così di eliminare i flussi di contributi tra un livello istituzionale e l’altro. I comuni manterranno solo il proprio compito di prossimità. Nel campo degli anziani, una maggioranza di comuni si è detta a favore di una gestione locale dell’intero settore, cosa che porterebbe ad abolire il contributo cantonale del 20%. I trasporti dovrebbe invece passare in toto al Cantone, che cederebbe invece l’intera gestione degli istituti scolastici comunali agli enti locali, mantenendo solo la vigilanza sugli standard minimi.

Solo due le questioni che hanno spaccato a metà il fronte degli interpellati. Da un lato la possibilità che il Cantone intervenga qualora le prestazioni di un comune non siano “efficaci ed efficienti”, dall’altro il finanziamento del servizio ambulanze a carico del Cantone I dati raccolti da Act e Ersl verranno ora elaborati mettendoli in relazione ai tipi di comuni. I risultati definitivi sono attesi entro fine primavera.

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