Ticino

Moltiplicatori d’imposta: Cadempino su, San Vittore giù

Il Comune mesolcinese passa dal 90% al 75%, quello sottocenerino – a causa dei trasferimenti della Luxury Goods – perde il primato cantonale salendo al 62%

22 novembre 2018
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San Vittore nuovo paradiso fiscale della Mesolcina? Potrebbe diventarlo se mercoledì prossimo l’assemblea comunale che informalmente aveva proprio chiesto al Municipio di andare in questa direzione approverà il preventivo 2019. L’esecutivo prevede infatti una sensibile diminuzione del moltiplicatore d’imposta – ora al 90%, dopo essere stato abbassato di 5 punti 2 anni fa – portandolo al 75%. Ben quindici i punti di differenza. La proposta – elaborata dall’esecutivo dopo aver consultato la Commissione di gestione e di revisione – giunge dopo una serie di risultati particolarmente positivi registrati negli ultimi anni dal Comune bassomesolcinese (avanzo di 700mila franchi nel 2013, 800mila nel 2014, quasi 300mila nel 2015, 1 milione nel 2016 e quasi 1,2 milioni lo scorso anno). Per il 2019 è invece previsto un avanzo di 95mila franchi.

«Quando si fanno utili importanti per diversi anni di seguito, il principio stesso dell’economia cantonale obbliga i Comuni a diminuire le imposte non essendo legittimati a riscuotere così tanti soldi ai cittadini», spiega da noi contattata la sindaca di San Vittore Nicoletta Noi-Togni. «Partendo dal presupposto che negli scorsi anni si è prelevato troppo con le imposte, il Municipio che aveva già promesso all’assemblea di scendere con il moltiplicatore ha deciso di abbassarlo di parecchi punti in modo da compensare quanto riscosso nel periodo in cui gli utili sono stati così elevati», continua la sindaca parlando di un’operazione di giustizia tributaria.

Avanzi così importanti, continua Noi-Togni, sono anche la conseguenza della mancata approvazione da parte dell’assemblea di alcuni crediti proposti dall’esecutivo che esulassero da interventi urgenti e necessari, come ad esempio quello per realizzare il progetto di recupero dello stabile che ospita l’ex stazione. «Ciò non significa che abbassando il moltiplicatore non intendiamo più sottoporre nuove opere all’assemblea, anzi». La sindaca spiega infatti che vi sono talune opere volute dalla popolazione attualmente in fase di approfondimento. In primis l’edificazione della scuola comunale, opera sulla quale si sono chinati anche i gruppi di lavoro che stanno elaborando dei concetti di sviluppo urbanistico del Comune. «Attualmente gli allievi frequentano lo stabile ormai vetusto dell’ex casa comunale, nonostante gli spazi non siano più sufficienti per il numero crescente di bambini», aggiunge Noi-Togni. Alla luce di questo importante investimento e del lavoro di pianificazione in corso, continua, «sembra paradossale scendere adesso con il moltiplicatore. Ma per la progettazione ci vuole ancora parecchio tempo e se a medio termine dobbiamo rialzarlo, valuteremo al momento opportuno». Un moltiplicare più basso potrebbe attirare più persone fisiche: l’auspicio della sindaca è infatti che il paese si arricchisca di nuove famiglie che giustificherebbero anche nuovi investimenti. Per quanto riguarda l’arrivo di nuove aziende, è possibile che se ne insedino di nuove nello spazio ancora disponibile nella zona industriale. L’arrivo non sarebbe però condizionato da motivi fiscali. Nei Grigioni il metodo di riscossione delle imposte comunali è infatti diverso rispetto a cantoni come il Ticino, in cui si applica lo stesso moltiplicatore a persone fisiche e giuridiche. Quest’ultima categoria nei Grigioni viene tassata direttamente da Coira con un moltiplicatore fisso per tutti.

Cadempino: moltiplicatore al 62%

Quasi dieci punti di percentuale in più. L’ormai ex Comune fiscalmente più attrattivo del Ticino stringe la cinghia: dal 2019 il moltiplicatore d’imposta di Cadempino passerà dall’attuale 53% al 62%. Un rialzo imposto dalla riorganizzazione interna del suo più importante contribuente: la Luxury Goods International. Il gigante della moda, legato fra gli altri anche al marchio Gucci, un paio di mesi fa ha annunciato il trasferimento di 150 impiegati in Italia: a Novara, Milano e Firenze. Un riassetto che ha bloccato il Preventivo 2019 del Comune, fino alla decisione presa ieri. Un aumento che era nell’aria, ma forse non di quest’entità. “Si evidenzia che in Ticino solo quattro Comuni presentano moltiplicatori d’imposta inferiori al 62%” ricorda il Municipio – che preferisce non rilasciare dichiarazioni – in un comunicato. Il gettito fiscale, che l’anno scorso era di quasi 15 milioni di franchi, diminuirà notevolmente “lasciando prevedere consistenti disavanzi d’esercizio e una conseguente riduzione del capitale proprio”. Dal 2019 saranno inoltre alzate anche le tasse causali (riguardanti acqua potabile, canalizzazioni, rifiuti, posteggi), “attualmente estremamente basse rispetto agli altri enti locali”. Annunciate pure delle misure di risparmio per ora non meglio specificate.

“Il margine di manovra del Municipio sulle spese correnti – si puntualizza – è infatti molto limitato, se consideriamo che gran parte di esse vengono imposte dal Cantone in base alle risorse fiscali e rispondono al principio di solidarietà verso Comuni finanziariamente deboli oppure sono di natura socio-sanitaria”. Spese che rappresentano circa il 60% del totale delle uscite correnti, “ma con il passare degli anni e la diminuzione del gettito comunale i costi diminuiranno (in quanto caleranno gli impegni perequatori, ndr)”.

L’esecutivo sottolinea tuttavia che saranno garantiti gli investimenti già previsti a breve, dicendosi convinto di “mantenere un’elevata attrattività fiscale, tale da poter garantire la permanenza delle altre numerose imprese attive nel Comune e favorire nuovi insediamenti”.  Sul Preventivo e la dolorosa proposta municipale dovrà ora pronunciarsi il Consiglio comunale, convocato il 17 dicembre.

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