Ticino

Le (im)pari opportunità a 50 anni dal suffragio femminile

In vista dell'anniversario del diritto di voto concesso alle donne in Ticino, lanciata la campagna di sensibilizzazione

Durante la conferenza stampa di presentazione (Ti-Press)
8 ottobre 2018
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Era il 19 ottobre 1969 quando il Canton Ticino si aprì all'"altra metà del cielo"’.  Con il 63% di sì, gli uomini dissero che era arrivata finalmente l’ora del suffragio femminile in materia cantonale. A cinquant’anni da quel dì di festa, la Commissione consultiva per le pari opportunità fra i sessi, in collaborazione con la Delegata per le pari opportunità e diverse Associazioni femminili ticinesi, lancia una campagna che partirà questo 19 ottobre per durare fino all’anniversario vero e proprio.

Una campagna fondata su più eventi, ricorda Davina Fitas, presidente della Commissione consultiva, «per sensibilizzare tutta la società e specialmente le nuove generazioni». Partendo da un assunto. Vale a dire che «sì, da cinquant’anni abbiamo ottenuto il diritto di voto, ma la parità, quella vera, è ancora un miraggio da molti punti di vista». Nel senso che «se consideriamo la parità salariale, la parità nella rappresentanza in politica e nella distribuzione delle posizioni dirigenziali le statistiche parlano chiaro: non siamo messi affatto bene».

I numeri- Una rappresentanza, oggi, ‘insufficiente’

Altroché 50%, viene da esclamare guardando l’edizione 2018 de 'Le cifre della parità'. La rappresentanza femminile nelle istituzioni politiche ticinesi «è del 15% nei Municipi, del 29% nei Consigli comunali, del 27% nel parlamento e del 20% per quanto concerne la Deputazione ticinese a Berna», rileva Rachele Santoro, Delegata per le pari opportunità.

Numeri che non possono soddisfare in alcun modo. «Certo, dire che sono poco incoraggianti è un eufemismo. Nell’attuale Consiglio di Stato  siedono solo uomini, e nel corso degli ultimi cinquant’anni c’è stato spazio solo per tre donne». E, ricorda Santoro, «ci son volute ben sei legislature, vale a dire 24 anni, perché la prima di queste, Marina Masoni, venisse eletta».

Nonostante questo, «nelle elezioni del 2011 e del 2015 si è registrato un aumento della rappresentanza femminile». Dato che aumenta il proprio rilievo «considerando come nell’ultima legislatura la probabilità di successo delle donne ha raggiunto per la prima volta quasi la stessa quota di quella dei candidati uomini». Quindi, «la presenza di donne nelle  liste costituisce sicuramente un primo passo per migliorare la nostra rappresentanza».

Le fa eco Cristina Zanini Barzaghi, municipale di Lugano: «Oggi entrare in politica è fortunatamente meno difficile e l’ambiente è meno ostile. Ma dopo qualche segnale positivo, soprattutto per gli Esecutivi, la quota di donne sta calando. In Consiglio di Stato e nei Municipi di Bellinzona, Mendrisio e Locarno non siede nessuna donna». Da qui l’invito. «In questi mesi si stanno preparando le liste per il 2019, una riflessione si impone»

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