Ticino al Voto

Bertoli: 'L'informatica sarà materia obbligatoria al liceo'

L'annuncio del direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport durante il 'dibattito in soffitta' della Regione

Manuele Bertoli (Ti-Press/Davide Agosta)
25 gennaio 2019
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"Abbiamo un progetto che sarà presto discusso dal Gran Consiglio: un investimento di 47 milioni per la digitalizzazione della scuola. È un investimento per l’“infrastruttura”, senza la quale non possiamo neanche fare un discorso più concettuale. Detto ciò, non mi concentrerei sui mezzi, quanto sul ‘plusvalore’ che l’informatica o la tecnologia possono darci. La Cdpe (Conferenza dei direttori della pubblica educazione ndr.) ha scelto di introdurre l’informatica come materia obbligatoria al liceo: in Ticino la modifica in griglia oraria si concretizzerà tra un anno o due". Così il direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport Manuele Bertoli durante il "Dibattito elettorale in soffitta" de laRegione, in risposta a una domanda del giovane Nicolas Orlandi, studente del Liceo di Locarno, membro di comitato del Consiglio cantonale dei giovani.

Dibattito cui hanno partecipato, sul tema scuola, anche i candidati al Consiglio di Stato Alex Farinelli (Plr), Alessandra Zumthor (Ppd) e Piero Marchesi (Udc). Eccone un estratto:

Domanda: Nei prossimi vent’anni oltre il 50% delle professioni saranno nuove. La scuola sarà all’altezza di formare le prossime generazioni?

Farinelli: Il settore della formazione professionale, e parlo soprattutto del sistema duale, ha un grosso vantaggio: l’apprendistato è a diretto contatto con i cambiamenti del mondo del lavoro. Quindi è molto più permeabile a tutto ciò che di nuovo arriva. Quanto alla scuola dell’obbligo, va bene introdurre l’informatica al liceo, ma secondo me dovrebbe essere già materia di insegnamento alle Medie, perché deve essere uno strumento a disposizione di tutti i ragazzi.


Alex Farinelli (Ti-Press/Davide Agosta)

Zumthor: Ho una posizione meno drastica di Farinelli. Ritengo ovviamente che non possiamo essere fuori dal mondo, ci mancherebbe che i ragazzi non possano avere delle infarinature. Però farei attenzione a introdurre l’informatica come materia obbligatoria già alle Medie: io non vedo la scuola dell’obbligo al servizio così urgente del mondo del lavoro. Prima di tutto deve formare delle persone: responsabilizzarle, anche facendo capire quando si va bene e quando si va male (quindi note, livelli e quant’altro), e permettere alla persona di sviluppare una coscienza di libero cittadino critico. I ragazzi non devono essere formati solo nell’ottica del mondo del lavoro che li attende un domani.


Alessandra Zumthor (Ti-Press/Davide Agosta)

Marchesi: Io credo che l’informatica debba venire in supporto dell’insegnamento. Ciò non significa necessariamente insegnarla come materia, bensì utilizzarla per apprendere o per avere degli strumenti ancora più importanti a livello didattico. È però ancora importante saper scrivere, saper cioè utilizzare ancora quei supporti “tradizionali” che sono complementari a tutto il resto.


Piero Marchesi (Ti-Press/Davide Agosta)

Bertoli: L’informatica è libera nella scuola media in termini di supporto e di possibilità, non come materia. Anche perché se introduciamo nuove lezioni avremmo anche il problema di sapere che cosa togliere... Io spero solo che l’informatica non crei quella dipendenza proprio dall’oggetto, ma sia veramente colta come una possibilità in più di accesso alla cultura, di accesso a cose che con i libri sono più difficili.

Il video di primi 15 minuti di dibattito è visibile qui, mentre il resoconto dell'intera serata li trovate sul giornale.

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