Il Plr di Chiasso e Mendrisio interroga i due Municipi sullo studio affidato al Politecnico. Fra strade e ferrovia, in gioco ci sono progetti strategici
La nuova bussola che traccerà la rotta per la futura politica della mobilità si chiama ‘Trasporti ‘45’. Sarà lo studio commissionato dal consigliere federale Albert Rösti al Politecnico federale di Zurigo – e in particolare al professor Ulrich Weidmann – a indicare quali progetti infrastrutturali saranno prioritari e come intersecare la strada con la ferrovia. Per il ministro del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (Datec) si tratta, insomma, di "avviare una pianificazione moderna e globale che riguardi tutti i vettori di trasporto". Tutti quindi si sono appuntati la data del terzo trimestre dell'anno, quando, si è annunciato, si conosceranno i risultati della nuova analisi. E tra chi rimane in attesa di toccare con mano l'esito di questo approfondimento vi sono pure la Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio (Crtm) e il suo presidente Andrea Rigamonti: «In effetti – ci conferma – non ci resta che attendere, come un po’ tutti, i risultati del Politecnico». Cosa si possono aspettare, però, i Comuni toccati da opere, come il PoLuMe – il potenziamento dell'A2 tra Lugano e Mendrisio –, rimesse per il momento nel cassetto? In questi ultimi giorni se lo sono chiesto anche alcuni consiglieri comunali del Plr di Chiasso e di Mendrisio.
A oggi due sono i dati certi: il primo è che il traffico, soprattutto stradale, continuerà ad aumentare; il secondo è che le spese per i vari interventi stanno lievitando. Senza contromisure, fa sapere il governo di Berna, "i costi supplementari complessivi ammonteranno a circa 14 miliardi di franchi". E sullo sfondo c’è la netta bocciatura popolare del novembre scorso calata sull'ampliamento della rete autostradale in Svizzera. Giunti a questo punto agli occhi dei rappresentanti del Plr mendrisiense, "occorre evitare lo spreco di risorse e investimenti in opere dal valore aggiunto nullo sia per la popolazione, sia per lo sviluppo socioeconomico della nostra regione". Giovanni Poloni, Marco Tela e Dario Engeler in una interrogazione al Municipio della Città esprimono, infatti, tutta la loro preoccupazione "nel veder di nuovo sviluppati progetti lontani dalle esigenze locali, senza visione futura, calati dall’alto e privi di prospettiva per un reale miglioramento per il territorio (paesaggio) e della vita quotidiana dei cittadini".
In altre parole vi è una sola via da seguire: "Dal Ponte Diga a Chiasso – chiariscono i tre consiglieri comunali – è necessario ridare al territorio preziose aree sacrificate negli anni alle vie di comunicazione". E qui il pensiero corre alle rive del lago e all’autostrada ("viadotti invece che gallerie o zone pianeggianti pregiate che potevano essere destinate ad altro"). In effetti, osservano, "negli anni 50 e 60 troppi terreni pregiati sono stati espropriati, con concessioni minime in termini di beneficio infrastrutturale fatte agli allora Comuni".
Vista da Chiasso, consapevoli che "nel nostro agglomerato sono state pianificate o sono in fase di progetto diverse infrastrutture sia stradali che ferroviarie atte a migliorare la capacità di trasporto delle persone e delle cose", per i consiglieri comunali Mattia Varisco, Davide Rampoldi e Andrea Mini "bisognerà giocoforza essere più pragmatici". La realizzazione di parti di autostrada in galleria o in trincea, con tratti coperti, annotano nel loro atto parlamentare, "diventerà sempre più difficile da sostenere finanziariamente".
E allora preme sapere se nello studio figurano pure le opere che interessano direttamente il Mendrisiotto. Il riferimento è al completamento di AlpTransit a sud, fino a Chiasso, "ora che è arrivato il sostegno anche dalla Regione Lombardia", lo spostamento dell'A2 nel suo ultimo tratto (in coincidenza con Chiasso) verso l'Italia, il miglioramento del tracciato autostradale fra Lugano e Mendrisio, infine il prolungamento a Stabio della Superstrada fino al confine del Gaggiolo.
È importate quindi sapere, si sollecita da entrambe le parti, se i due Municipi sono stati informati di "questa nuova strategia adottata dal Datec" e se si sono presi dei contatti con i gruppi di lavoro e di accompagnamento allo studio, per capire come perorare al meglio la causa della regione e come "interagire per essere incisivi e presenti nel dibattito". E andando al sodo dei progetti, i consiglieri Plr di Mendrisio si domandano altresì se "le proposte di interrare tratti di autostrada o di convogliare il traffico in galleria per lunghe tratte da Bissone a Chiasso sono state discusse nelle sedi istituzionali opportune" e allo stesso tempo "quando sarà previsto il rifacimento dei viadotti autostradali sulla tratta di competenza territoriale della città". Quindi, concludono, "potenzialmente, con un interramento dell’autostrada e messa in galleria quanti metri quadrati di territorio potrebbero essere restituiti alla popolazione?".
Nel frattempo, il corposo dossier del Pam5, il Programma di agglomerato del Mendrisiotto di quinta generazione, ha compiuto un ulteriore passo avanti. Oggi, giovedì, il Consiglio di Stato ha apposto il suo sigillo sul documento. Una buona notizia per la Crtm che ha elaborato l'incarto, d'intesa con il Dipartimento del territorio e nel solco delle indicazioni dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (Are), mettendo il focus su tematiche come paesaggio, insediamenti e mobilità. Messo in consultazione e presentato il settembre scorso alla popolazione, il Pam5 approda adesso sui tavoli dei servizi federali.
E a proposito di rete di collegamenti, tra le sue schede spicca quella relativa alla copertura di un tratto di A2 fra Mendrisio e Coldrerio, nella zona della Campagna Adorna, dove autostrada e linea ferroviaria corrono parallele. "Con questa ricucitura – si motiva nel Pam5 – si otterrebbe la messa in rete degli spazi verdi pubblici tra il fiume Laveggio e Villa Argentina, collegando Valera, la Campagna Adorna, la Valle della Motta e il Parco di Casvegno. Non di meno si pone quale tassello di complemento nel paesaggio centrale del fondovalle ed estensione del corridoio ecologico". Uno dei molti obiettivi ambiziosi ancorati al programma.