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Per alcuni furti c'è anche l'aggravante del mestiere

Condanna parzialmente sospesa e cinque anni di espulsione per un 47enne. Il monito del giudice: ‘La smetta con questa vita un po' balorda’

La sentenza
(archivio Ti-Press)
11 marzo 2025
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Lascerà il carcere tra qualche giorno il 47enne italiano a processo da lunedì davanti alla Corte delle Assise criminali per rispondere del reato principale di ripetuto furto e di altri tre atti d’accusa. La Corte presieduta dal giudice Marco Villa lo ha condannato a 30 mesi di detenzione, di cui 24 sospesi per un periodo di prova di 4 anni, e lo ha espulso per 5 anni dalla Svizzera (senza iscrizione al sistema informativo Schengen). «La smetta con questa vita un po’ balorda», è stato il monito che il giudice ha rivolto all’imputato al termine della lettura del dispositivo. Al 47enne sono state inflitte anche una pena pecuniaria sospesa di 30 aliquote per minacce e ingiurie rivolte all’ufficio del veterinario cantonale (mentre è caduto il reato di violenza) e una multa di 1'000 franchi per le infrazioni alla circolazione, i furti e i danneggiamenti di poca entità. La procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis aveva proposto una condanna a 4 anni e 10 anni di espulsione; l’avvocato Christian Wolff si è invece battuto per una pena non superiore ai due anni e mezzo, con un massimo di 6 mesi da espiare.

Ripercorrendo i quattro atti d’accusa, firmati da tre differenti procuratori per ipotesi di reato commesse tra il 2017 e il gennaio di quest'anno, la Corte si è soffermata in particolare sui furti. Dei 15 inseriti nell’atto d’accusa, ne sono stati riconosciuti nove dato che «le immagini della videosorveglianza e le fotografie agli atti sono più che sufficienti per stabilire la colpevolezza». Il giudice ha riconosciuto «l’aggravante del mestiere» perché gli atti sono stati commessi in «un lasso di tempo cortissimo (due mesi) da una persona che in quel periodo non aveva entrate e che quindi aveva bisogno di soldi. Se non si è trattato della sua attività principale, è da ritenersi almeno secondaria per l’importante importo della merce denunciata (circa 33mila franchi) che giustificano l’aggravante e quindi l’espulsione». A questi furti se ne aggiungono anche quattro semplici. Riconosciute anche l’infrazione alle norme della circolazione commessa a Mendrisio e la violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari relativa ai fatti dell'ospedale Civico quando l’imputato era degente ed è passato alle vie di fatto con l'agente che lo stava sorvegliando.

Il 47enne non si è presentato in aula da incensurato, dato che ha precedenti specifici in Svizzera (e una condanna in Italia). «È comunque il primo processo di una certa gravità – ha sottolineato in conclusione il giudice – e le sue precedenti condanne sono state pecuniarie». Per la Corte, quindi, «la sua prognosi non è negativa».

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