Fondamentale per il direttore generale del Sam, Carlo Realini, è la necessità di interrogarsi su chi sarà il soccorritore fra trent’anni
Cominciamo dal futuro e Carlo Realini, direttore generale del Servizio autoambulanza Mendrisiotto (Sam), è subito diretto: «Nuvoloso». Confrontato negli ultimi anni con la pandemia e il nodo finanze, il settore sanitario vive un momento delicato: «Soprattutto per quanto riguarda gli aspetti finanziari che ci vedranno confrontati con importanti aumenti dei costi peraltro non bilanciati da un adeguamento tariffale, fermo da anni, e dal riconoscimento del solo 50% da parte delle casse malati anche in questo caso fermo a un vecchio concetto di trasporto e non di salvataggio e soccorso quale è oggi il servizio offerto dai Servizi Ambulanza. L’unico strumento attuabile è quello di incrementare la già importante attività di autofinanziamento. A questo proposito approfitto dell’occasione per ringraziare i privati cittadini e le aziende del territorio, sempre pronti a sostenere le nostre campagne e le nostre attività». Come il pane, elemento essenziale per antonomasia della vita, i costi per la cura della salute hanno registrato, anno dopo anno, una lievitazione importante e preoccupante: anche al Sam si parla di circa il 2% per quanto attiene gli stipendi e di un 5% dei costi complessivi. «Lo scenario – aggiunge Realini – resta molto aperto. Sarà dunque fondamentale interrogarsi su quale sarà il futuro della professione e su chi sarà il soccorritore fra trent’anni. Come sarà necessario chinarsi, ribadisco, sul contributo, ad oggi al 50%, delle casse malati sul soccorso». Una sfida che non è la sola: «Un’altra sempre aperta riguarda il personale sia per la fase di reclutamento sia per quella di mantenimento in attività. Oggi, chiamati a rispondere con prontezza a circa 5mila interventi all’anno, siamo confrontati non solo con la difficoltà di riallocazione di personale non più idoneo al Servizio Ambulanza, attività ad alto livello consumo della persona, ma anche, come dico spesso, con il giusto scalpitare delle nuove generazioni che spesso hanno ambizioni di crescita precoci e la voglia di bruciare le tappe come si suol dire» evidenzia le due facce di una stessa medaglia.
Per evitare una dolorosa ‘emorragia’ di personale, negli ultimi anni, essendo il settore sanitario fra i più alti in termini percentuali di turnover, il comitato della Federazione cantonale ticinese servizi autoambulanza ha attuato il Progetto Dias (da infermiere a soccorritore): «L’intento è stato quello di aprire il reclutamento agli infermieri in modo da bilanciare la carenza di soccorritori sia da incrementare la presenza di personale con doppio diploma in modo da poter agire precocemente su collaborazioni e attività trasversali con altre realtà sanitarie e sociali del territorio. In continuità di pensiero e di azione – non manca di farci sapere Realini – stiamo agendo anche sul favorire l’acquisizione del diploma di infermiere ai soccorritori che lo desiderano. Elemento che peraltro rispecchia quanto emerge dai diversi sondaggi nazionali effettuati in merito». Tutti elementi di difficoltà e di preoccupazione, come la decisione che ha comportato la chiusura del servizio di Trasporto anziani e disabili, «soprattutto in ragione dei costi eccessivi del suo mantenimento in esercizio».
È stato soprattutto dopo l’emergenza del Covid-19 che il Sam si è dovuto chinare sulla riorganizzazione dell’associazione che comprende, dal 2021, anche il Servizio medico dentario regionale e il Centro simulazioni: «Abbiamo creato l’Area logistica per l’ottimizzazione degli acquisti, dei magazzini e il contenimento costi, adeguando contestualmente le procedure di acquisto alla Legge cantonale sulle commesse pubbliche che, non va dimenticato, ci ha portati a un aumento del 20% dei costi. Fortunatamente l’integrazione del Servizio medico dentario regionale all’interno del Servizio ambulanza ha permesso non solo di snellire le molte procedure interne esistenti, ma anche di attuare una politica di ulteriore contenimento dei costi molto più efficace grazie alla centralizzazione degli acquisti con gare uniche per tutta l’associazione». Tema fondamentale, su cui si è chinato Realini, entrato in carica nel 2019, anche quello del personale: «Oltre a creare i nuovi ruoli di caposervizio operativo e di caposervizio sociosanitario, voluti per ottimizzare e consolidare i rapporti con i partner istituzionali e sanitari della regione, Ospedale della Beata Vergine in primis, abbiamo istituito la figura del medico del personale e la direzione delle risorse umane, staccandole dalla funzione del direttore generale in quanto anacronistica. Ultima fase in senso cronologico ha visto la definizione delle aree Qualità e del Board clinico pedagogico che hanno il compito di analizzare il nostro operato, identificare eventuali criticità e proporre le relative azioni di miglioramento in un’ottica di ‘best practice’. Con il fine di non incrementare ulteriormente i costi, queste attività di analisi sono spesso agite durante il cosiddetto tempo di prontezza, ossia fra un intervento e l’altro, ricorrendo in minima parte a risorse dedicate».
Restiamo sulla volontà di stare al passo, a cominciare dal rinnovamento del parco veicoli a cui il Sam ha posto attenzione sotto l’aspetto ecologico e di minori consumi. Ma non solo: «Al Sam sono stati anni molto intensi e ad alto consumo di energie, carichi di responsabilità, di pensieri e di notti insonni ma anche di grandi soddisfazioni e amicizie anche se ovviamente non sono mancate divergenze di opinioni e qualche screzio. Sul piano operativo – aggiunge il nostro interlocutore – abbiamo lavorato sullo sviluppo del Servizio medico dentario regionale con un’offerta domiciliare per case anziani e istituti per disabili, sottoscrivendo anche una convenzione con la Provvida Madre di Balerna. Abbiamo rafforzato l’area Formazione interna ed esterna, soprattutto adottando i criteri e la strumentazione atta allo sviluppo della cosiddetta formazione in Alta fedeltà che ha l’obiettivo principale di confrontare il discente con scenari sempre più prossimi alla realtà del proprio operato professionale. Vista anche l’esperienza Covid, abbiamo ovviamente sviluppato e mantenuto il concetto di didattica digitale nelle sue varie declinazioni».