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Storia di Antonio Cattaneo da Balerna, garibaldino per scelta

In un docu-film l’Associazione valorizzazione beni culturali locale riporta alla luce una figura dimenticata. Volontario nelle campagne risorgimentali

C’è attesa per la prima di sabato
(Associazione beni culturali)
19 febbraio 2025
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“Valoroso e prode sempre”. La lapide commemorativa posata sul muro che accompagna il viale e la salita verso la chiesetta di Sant’Antonio da Padova a Balerna lo consegna così alla memoria dei suoi compaesani. Una memoria che nel tempo è andata sbiadendosi, relegando per i più in un angolo la figura e le gesta di Antonio Cattaneo (1833-1871), rimaste vive solo per storici (come Giuseppe Martinola) e appassionati. Questo personaggio ottocentesco, che sembra essere uscito letteralmente dal grande schermo, avrebbe gettato, di sicuro, anche oggi il suo cuore oltre l’ostacolo per la causa della libertà. Lui, garibaldino convinto e difensore dei popoli oppressi, che adesso il mondo con le sue inquietudini lo guarda dal colle Cereda, dove ha voluto essere sepolto dopo la sua morte (a soli 38 anni) ed è stato ricordato dalle autorità dell’epoca. Il suo paese, comunque, non lo ha dimenticato. Chi nel 2024 ha dato vita all’Associazione valorizzazione beni culturali della Svizzera italiana parla a ragion veduta del “nostro eroe dei due mondi”. Tra i mille che seguirono Garibaldi e si lanciarono nel furore delle battaglie risorgimentali in Italia e poi, oltreoceano, nella guerra civile americana, c’era anche lui. Che oggi è protagonista di un docu-film prodotto, appunto, dall’Associazione con sede a Balerna; la stessa che ha esordito con un documentario proprio sulla chiesa di Sant’Antonio. Il Cattaneo, del resto, è diventato ormai uno di ‘famiglia’; tanto da chiamarlo per nome. Lo potranno constatare pure i balernitani (e non solo) invitati alla prima di ‘Antonio Cattaneo uno tra i Mille’, in programma sabato prossimo, con inizio alle 17.30, alla sala della Nunziatura.

Una ‘cine-impresa’ nata per gioco

La curiosità dunque cresce. E viene da domandarsi, anzi da chiedere ai fautori del film – realizzato peraltro con pochi mezzi ma la forza dell’unione dei talenti –, perché si è scelto di riaccendere i riflettori proprio su questo “capitano nelle armate svizzera e americana”, su questo volontario in quattro campagne per l’Indipendenza d’Italia (incluso lo sbarco a Marsala) al seguito di Giuseppe Garibaldi e nella guerra di Secessione americana? «Quando ancora non eravamo un’Associazione, ma solo un gruppo di amici – ci risponde il presidente Silvio Pellegrini –, ci siamo sempre interessati di valorizzare il colle di Sant’Antonio. A suo tempo avevamo già realizzato un filmato, che ha avuto un discreto successo. Poi, un po’ per gioco, ci siamo detti che sarebbe stato bello non fermarsi lì. Ed è a quel punto che, su proposta di Rolando Schärer, il nostro consulente storico, ci siamo imbattuti in Antonio Cattaneo. È stato tutto un po’ casuale. Così ci siamo inoltrati in questo lavoro, che ci ha subito entusiasmati e ci ha impegnato parecchio, permettendo però al nostro gruppo di affiatarsi. E la cosa ha preso piede». A rivelarsi prezioso è stato pure l’incontro con gli interpreti del film, Marco Capodieci, che ha vestito i panni di Cattaneo, e Veronica Brizzi. Lo sa bene il regista, Roberto Regazzoni, che si è tuffato di slancio in questa avventura, nuova anche per lui. «La prima volta – ci confessa – io balernitano mi sono cosparso il capo di cenere e ho chiesto chi fosse Antonio Cattaneo. Mi sono però appassionato subito a questa figura, ingiustamente dimenticata. Con Rolando Schärer ci siamo dedicati, quindi, alla sceneggiatura del film, che ci apprestiamo a presentare al pubblico con grande trepidazione e gioia. Sarà una festa di cinema dedicata a questo personaggio». E sarà pure l’occasione per conoscere da vicino la troupe, il cast e il dietro le quinte, tra aneddoti e cimeli, come la sua sciabola – custodita da Osvaldo Ortelli di Obino – o una carabina federale datata 1851.

‘Un figlio della nostra terra’

C’è da credere che al termine della proiezione il Cattaneo non sarà più solo l’uomo del ritratto dipinto da Antonio Rinaldi da Tremona, di proprietà del Comune di Balerna. Una platea vasta potrà scoprire una figura di cui pochi conoscevano l’esistenza e le gesta. «Il senso di questa operazione – ci spiega il regista – è proprio quello di divulgare la conoscenza di un personaggio, figlio della nostra terra, vissuto in questo Ticino poverissimo dell’Ottocento; e che già in età adolescenziale sviluppa degli ideali di libertà e giustizia, soprattutto assistendo a quanto succedeva al di là del confine, sotto l’oppressione austriaca nel lombardo-veneto. Ideali che lo portano anche a varcare l’oceano e a partecipare alla guerra di Secessione americana (1861-1865)». Dopo aver ‘frequentato’ questo garibaldino, qual è il suo tratto, la sua caratteristica che più vi ha colpito? «Proprio questo spirito ideale, il fatto di essere un uomo nato e cresciuto in una terra poverissima ma sostanzialmente democratica, affranto per la forte oppressione di un popolo e di una cultura – ci dice Regazzoni –. Una situazione che non gli andava bene e per combattere la quale si è speso in prima persona, dando il suo contributo nella conquista della libertà».

‘Il valore della cultura’

L’Associazione, non a caso, si prefigge di valorizzare il nostro patrimonio, ma al contempo di far emergere luoghi e storie. «E l’intento della serata – si aggiunge la voce di Eleonora Alberti, storica dell’arte e divulgatrice culturale, nonché consigliere del Club per l’Unesco Ticino – è appunto quello di illustrare l’importanza dell’Associazione. Evidenziando come uno dei suoi filoni principali sia proprio il valore della cultura. Divulgare la libertà e il senso ideale è il miglior modo di arrivare alle persone di tutti i giorni e tutte le età, proprio per dire quanto la storia locale, fatta dalle persone comuni, sia parte integrante della grande Storia. Non ci sono grandi storie senza le storie di tutti i giorni. Direi che Antonio Cattaneo ne è un esempio, valido soprattutto di questi tempi». Cosa vi aspettate dalla proiezione? «Ci aspettiamo stupore e meraviglia per questo nostro antenato che in prima persona ha contribuito alla grande Storia del Risorgimento italiano e poi a quella americana – ammette il regista –. Io stesso che ho vissuto la mia vita a Balerna, sotto la chiesetta di Sant’Antonio da ragazzino, non avevo mai fatto caso a quella lapide: credo e spero che anche il pubblico condivida questi sentimenti». Rolando Schärer, da parte sua, confida in un recupero di questo personaggio locale e universale allo stesso tempo e pure nella reazione positiva del pubblico. «D’altro canto – annota –, nella storia di Cattaneo e nelle sue imprese c’è ancora molta materia da sviscerare. E spero che gli storici siano invogliati ad approfondire il personaggio balernitano».

‘Vicino alle sue emozioni’

Di sicuro Marco Capodieci, che nel docu-film ha dato il volto a Cattaneo, è rimasto conquistato dal suo «sguardo profondo, che mi ha rapito», ci conferma. Che esperienza è stata la sua dal profilo attoriale?, gli chiediamo. «Abbiamo girato a metà agosto, quindi vestire quei panni è stata anche una prova fisica non indifferente. È stato Roberto il primo a dipingermi il volto di Antonio e subito è vibrata in me una corda: mi sono detto, vorrei farlo io. E da lì è scaturita la collaborazione – ripercorre l’attore –. Quando mi vedo affidare un ruolo storico, del resto, ho una sorta di rituale: chiedo un po’ il permesso a questo personaggio di poterlo interpretare, aspettando poi un tacito consenso. E cerco di rispettare la sua figura, soprattutto le sue emozioni». Storia e sentimenti destinati a viaggiare. Il prossimo progetto, infatti, sarà quello di far conoscere il docu-film, realizzandone pure una versione in lingua inglese. «L’idea di mandare Antonio Cattaneo nel mondo c’è».

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