laR+ Mendrisiotto

Progetto PoLuMe, rimesso in discussione lo svincolo di Mendrisio

L’ipotesi è stata messa sul tavolo dei Comuni. Per Ustra non reggerebbe i flussi di traffico. Mendrisio: ‘Siamo sconcertati’

In sintesi:
  • Dopo un decennio dalla riorganizzazione dello snodo A2, costato 100 milioni
  • A preoccupare è l’ulteriore sacrificio territoriale
Per la Città sarebbe un ulteriore sacrificio per il territorio
(Ti-Press/Archivio)
28 gennaio 2025
|

Il muro alzato dalla regione del Mendrisiotto e Basso Ceresio davanti ai progetti di potenziamento della rete delle strade nazionali con il voto del 24 novembre scorso ha convinto l’Ufficio federale delle strade (Ustra) a tenere in sospeso, per ora, il dossier PoLuMe. Sulla terza corsia dinamica tratteggiata lungo l’autostrada fra Lugano e Mendrisio ci si è presi una sorta di pausa di riflessione. Rimane da capire se, come e quando si tornerà su una tematica che da tempo agita gli animi del Distretto. Prima del verdetto popolare, però, i tecnici federali una mossa l’avevano fatta, presentando ai rappresentanti comunali ai tavoli di lavoro alcune ipotesi di intervento. A fare scalpore, soprattutto tra i delegati di Mendrisio, vi è l’intenzione di rimettere mano allo svincolo autostradale della Città.

Un’opera viaria rivista non molto tempo fa, fra il 2014 e il 2018, mettendo in campo un cantiere imponente e un investimento altrettanto importante, di circa 100 milioni di franchi. Un rifacimento dettato allora dalla necessità, per dirla con Ustra, di “suddividere correttamente l’uscita per Mendrisio e il raccordo tra la A2 e la Spa 394 – la Superstrada Mendrisio-Stabio, ndr –, nonché gestire in modo ottimale i flussi di traffico in entrata e uscita nello svincolo di Mendrisio”. In altre parole, si legge ancora sul sito della Confederazione, “spostare i flussi di traffico senza crearne ulteriori”. Eppure lo snodo autostradale, a quanto pare, non sarebbe in grado di reggere l’effetto di una terza corsia dinamica quanto a viavai veicolare. Abbiamo voluto approfondire questa nuova possibilità con Francesca Luisoni, a capo del Dicastero pianificazione e spazi pubblici a Mendrisio.

Nel tardo autunno scorso sono tornati al tavolo i gruppi di lavoro legati al progetto PoLuMe. Ovvero il Gruppo di accompagnamento politico e il Gruppo tecnico traffico Mendrisiotto. Secondo quanto abbiamo potuto appurare, l’Ufficio federale delle strade Ustra (Ustra) ha presentato le due ipotesi di intervento per gestire i flussi di traffico sulle strade interne al Distretto, riverbero (accertato statisticamente) della realizzazione sulla A2 della terza corsia dinamica fra Lugano e Mendrisio. Per la Città quali sono oggi le priorità? Si trova un corrispettivo nelle proposte di Ustra?

Sì, nell’ambito del Gruppo di lavoro Mendrisiotto promosso da Ustra – un tavolo tecnico in cui la Città siede unitamente ai Comuni di Chiasso e Stabio, alla Commissione regionale dei trasporti e al Cantone – ci sono state presentate le proiezioni di traffico (con e senza PoLuMe) e come queste si pensa possano reggere all’aumento di traffico (previsto con entrambe le opzioni). Per la Città la priorità è quella che il traffico – si parla in particolare per i flussi previsti la sera, qualora il progetto della terza corsia dovesse essere realizzato – resti il più possibile all’esterno del comune. Ad esempio, non si vuole che il viale della Stazione (sul quale è prevista una zona d’incontro e una moderazione a 30 chilometri orari) diventi l’asse di transito privilegiato per il traffico di attraversamento che si muove la sera in direzione dei valichi; e non si vuole che venga favorito ulteriormente l’attraversamento dei nuclei (in particolare di Genestrerio, Ligornetto e Rancate).

Tra le ipotesi, da quanto sappiamo, figura anche il rifacimento dello svincolo autostradale di Mendrisio, già rivisto, come detto, una decina di anni fa con un investimento di peso. Cosa spinge Ustra a rimettere mano allo svincolo a soli sei anni di distanza a fronte del progetto PoLuMe? Come è stato motivato l’intervento e cosa comporta sul piano tecnico e finanziario?

Da quanto abbiamo visto dalle proiezioni del traffico di rientro, il nostro nuovo svincolo non riuscirebbe a reggere i flussi di traffico e quindi Ustra, anche per una questione di sicurezza, mette sul tavolo l’ipotesi di un suo ripensamento. Per noi il tema non riguarda le questioni finanziarie e tecniche (che sono di competenza di Ustra e sulle quali non entriamo nel merito), ma piuttosto l’impatto che le sue modifiche avrebbero sul territorio. Si pensa di allargare ulteriormente alcuni collegamenti sia da nord che da sud – siamo, come detto, a livello di ipotesi –; ad esempio, la bretella dove si trova la passerella sul Laveggio (che dai piani verrebbe messa in discussione). Questi progetti richiedono nel loro complesso di nuovo molto a livello di territorio, per me personalmente troppo.

Il Municipio come ha reagito di fronte a questa eventualità? Cosa significa per il Comune riorganizzare, di nuovo, lo svincolo A2? Quali sono, insomma, effetti e conseguenze? Nel caso dovesse essere confermato questo intervento, quale posizione intende prendere l’Esecutivo?

Siamo sconcertati, anche perché Ustra ha fatto pure proposte su quanto riguarda le rotonde di accesso allo svincolo, nelle quali propone adattamenti viari a livello di segnaletica che complicherebbero l’accesso al comparto situato dietro la stazione e anche delle modifiche che potrebbero impattare sul numero di transiti in alcuni nuclei. In seguito a questa riunione, come Città abbiamo deciso di chiamare subito al tavolo Ustra per discutere dei progetti ventilati, perché di tali si tratta. Eravamo preoccupati anche dalle tempistiche, molto strette. La nostra richiesta si è accavallata con la votazione (del 24 novembre scorso, ndr) e ora Ustra ha risposto anche a questa nostra domanda chiedendo del tempo. Appena si riaprirà il dialogo naturalmente sul tavolo delle discussioni la Città metterà pure la richiesta di misure compensatorie: pensiamo alla nostra richiesta di ricucitura del territorio in zona Campagna Adorna (in linea con le linee ecologiche del Piano direttore cantonale) così come gli aspetti legati ai ripari fonici.

Dopo l’esito del voto del 24 novembre sul potenziamento della rete delle strade nazionali, in particolare nel Mendrisiotto e Basso Ceresio, Ustra ha fatto sapere ai Comuni interessati che la continuazione del progetto per adesso rimane “incerta”, in attesa dei dovuti chiarimenti politici. Sul progetto PoLuMe vi sono, insomma, delle reticenze. Ci sono novità in merito?

No. Ma dei ragionamenti sul tema vanno comunque fatti nell’attesa che Ustra torni al tavolo delle discussioni; allora sarà fondamentale parlarsi e discutere per trovare soluzioni comuni per il nostro territorio.