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Pubblicata la terza versione del complesso residenziale ‘Shikou’

La costruzione è prevista nella zona accanto alla Centrale di Pronto intervento a Mendrisio. Oltre a 61 appartamenti, pianificati commerci, uffici e bar

Vista da via Vignalunga
(Homu Group Swiss Architects Sa)
15 febbraio 2023
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Moderno e con molto verde. Appare così il complesso residenziale ‘Shikou’ previsto vicino alla Centrale di pronto intervento a Mendrisio. Il progetto è ora alla sua terza versione. Sì perché dalla prima, pubblicata nella primavera 2020, ci sono state varie opposizioni che hanno portato dunque a fare delle modifiche. Quella attuale, per la quale è stata pubblicata la domanda di costruzione, prevede 61 appartamenti, tutti di due locali e mezzo, 6 commerci, 19 uffici e 2 esercizi pubblici. Si tratta di un edificio che si sviluppa a ‘V’, con aree di svago comuni per "creare un ambiente sano, rilassato e dalle connotazioni ecosostenibili", viene spiegato nel rapporto. Uno degli obiettivi del complesso è quello di avere una valenza pubblica: "Il concetto progettuale è di stabilire un contatto diretto tra fruitori occasionali, residenti e lavoratori". Per questo motivo gli spazi verdi e i servizi saranno accessibili a tutti.

Un investimento da 18 milioni

Una costruzione, dunque, non indifferente, che prevede un investimento di circa 18 milioni di franchi e coinvolge una superficie di 3’600 metri quadrati. «La prima versione non era stata ben accolta e nella seconda abbiamo incontrato ancora un po’ di ostilità da parte dei confinanti», ricorda Jgor Peduzzi, l’architetto responsabile. «Abbiamo dunque lavorato con Comune e Cantone per cercare di risolvere determinati problemi. È impensabile riuscire a fare tutto e subito per un progetto di queste dimensioni». Rispetto alla seconda versione «ci sono meno uffici e più appartamenti». Inoltre «abbiamo risolto qualche problema tecnico». Secondo l’architetto, però, gli oppositori non mancheranno neanche questa volta: «In un progetto di questa portata è normale che ci siano. È però grazie alle discussioni che si riescono a trovare le soluzioni migliori». I lavori, se e quando partiranno, dovrebbero durare due anni.

‘Ricucire lo strappo urbanistico’

A essere centrale è anche la questione urbanistica: "Se è attuale, secondo Le Corbusier, che la città funzionale debba soddisfare le tre funzioni principali dell’esistenza umana: lavorare, abitare, divertirsi, è altresì da considerare che nell’urbanistica moderna vi sono nuove problematiche legate all’uso del territorio", viene evidenziato nella descrizione del complesso. Quest’ultimo "si pone a confine tra zone diverse (artigianale, residenziale) e lungo assi di comunicazione principali (strada cantonale, ferrovia), assumendosi l’onere di ricucire lo strappo urbanistico sulla porta nord di Mendrisio". Il terreno si trova infatti a cavallo tra via Castellaccio e via Vignalunga.

E lo sfitto?

Viste le dimensioni e il numero di appartamenti, una domanda sorge però spontanea: con un’alta percentuale di sfitto in Ticino, è necessario un edificio del genere? «Bisogna distinguere tra sfitto vecchio e sfitto nuovo», risponde l’architetto Peduzzi. «È necessario andare incontro alle esigenze delle persone, a quello che viene richiesto dal mercato». Quello della Residenza ‘Shikou’ «si potrebbe leggere più che altro come un intervento di urbanizzazione. Il tentativo è di rimodernare tutto questo parco, di immobiliare in base alle nuove esigenze, ai nuovi lavoratori, alle nuove scuole che sono arrivate. Insomma, tutti avranno bisogno di qualcosa e non per forza di quello che c’è già».

Al livello ‘zero’ del complesso è prevista una parte principalmente commerciale, più precisamente dei ‘take away’, una lavanderia automatica, un tabaccaio e un bar. Il primo piano è dedicato ad uffici e aree di svago e dal secondo al quarto gli appartamenti. Al quinto livello si trovano le ultime abitazioni e un piccolo bar che si affaccia su un tetto-giardino, in parte utilizzato dal locale e in parte in libero accesso. Non mancheranno inoltre i parcheggi, che saranno 109, collocati principalmente nell’autorimessa al piano interrato. L’ultimo livello è invece dedicato alla tecnica, dunque a termopompe, collettori solari e pannelli fotovoltaici. L’aspetto ecologico è infatti ben presente: "Parte dei tetti non utilizzabili quali giardini e gran parte delle facciate sono ricoperti da pannelli fotovoltaici e collettori solari per la massima produzione autonoma di elettricità ed eventualmente acqua calda", si legge nel rapporto. "Le vernici utilizzate all’interno e all’esterno saranno ecosostenibili", inoltre "il sistema di riscaldamento sarà verosimilmente ad acqua e potrà disporre di sistemi di filtraggio e depurazione. Non da ultimo si cercherà, se possibile, di sviluppare in fase esecutiva un sistema di stoccaggio, recupero e riutilizzo delle acque luride".

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