Mendrisiotto

Castello di Tremona, raddoppiato l’uso degli occhiali 3D

Piace sempre più la tecnologia digitale che consente la realtà aumentata del parco archeologico mentre parte una collaborazione con la Supsi

Visitatori nel parco archeologico di Tremona, tra le rovine dell’insediamento medievale (Ti-Press)
8 novembre 2021
|

Riportati ai tempi del Medioevo, quando in cima alla collina sopra Tremona c’era un insediamento rurale definito castello. È decisamente un’esperienza fuori dall’ordinario la visita delle rovine indossando gli occhiali in 3D. La realtà aumentata permette infatti di trasformare la passeggiata fra i ruderi nel viaggio in una dimensione spazio-temporale più profonda. La percezione sensoriale offre una “mediazione” tra reale e virtuale possibile grazie a informazioni audio-video che scorrono sui supporti digitali indossati da chi osserva. L’applicazione al mondo dell’arte e della cultura di questo nuovo modello del “vedere” e del “conoscere” rappresenta un balzo in avanti enorme nella valorizzazione del patrimonio artistico. Tanto che, come ci spiega Nadia Fontana Lupi, direttrice dell’Organizzazione turistica regionale Mendrisiotto e Basso Ceresio, «è stata avviata una collaborazione con la Supsi per lavori di Master con approfondimenti per il gaming da legare al modello che utilizziamo al Parco archeologico, qualità elevata che consentirebbe lo sviluppo dell’offerta sempre sul posto, ma magari all’interno dell’infopoint, dove c’è una sala didattica che potrebbe essere il luogo ideale».

Registrato il doppio di noleggi

«Rispetto al 2020 (quando il sito è stato aperto da giugno a dicembre), i numeri totali di noleggi degli occhiali 3D è raddoppiato quest’anno. Siamo a circa 1’700 noleggi, tra aprile e settembre, ma mancano ancora le cifre di ottobre», informa Fontana Lupi. Numeri importanti che potrebbero significare che il sito è stato visitato maggiormente rispetto agli anni scorsi anche da persone senza prenotazione di occhiali in 3D? «Il sito è aperto tutto l’anno e non c’è un controllo, per cui non sappiamo esattamente quanti frequentatori abbia avuto. Quest’anno abbiamo posato un ‘conta persone’, però è ancora difficile quantificare l’affluenza, bisognerà aspettare la fine dell’anno», risponde la direttrice dell’ente turistico. Alla luce del successo dell’iniziativa, anche quest’anno vengono riproposte le aperture straordinarie del parco archeologico sia in questo mese di novembre sia nel prossimo di dicembre. Nel 2020 è stato registrato un buon afflusso di pubblico grazie soprattutto al meteo favorevole anche nel tardo autunno. «Considerando che l’esperienza viene fatta all’esterno ed è molto gradevole anche quando le temperature non sono proprio alte, l’abbiamo proposta anche nei fine settimana prima di Natale».

‘Prodotto ben integrato nell’offerta’

La buona affluenza registrata ha avuto anche un riflesso positivo a livello di pernottamenti in zona? «È molto difficile stabilirlo, ma sappiamo però che ci sono molte persone che arrivano dalla Svizzera tedesca (28%), dalla Romandia (7%) e la maggior parte dal Ticino (il 60%) – osserva Lupi Fontana –. Sappiamo anche che sono stati ascoltati i testi di presentazione nelle diverse lingue nazionali. Sicuramente ci sono turisti che pernottano nella regione per visitare il parco, ma è impossibile dire quanti arrivano apposta per visitarlo. Possiamo dire che arriva gente con il Ticino Ticket: probabilmente soggiornano in albergo nel nostro cantone e poi fanno escursioni di un giorno. Il prodotto è molto ben integrato nell’offerta della regione ed è un attrattore che comunque piace perché è legato a un’esperienza particolare che fa leva sulle emozioni ed è in sintonia con le richieste del pubblico di oggi che apprezza particolarmente le esperienze legate al digitale. Il Castello di Tremona si lega con il sito paleontologico del Monte San Giorgio e di Meride, sappiamo che ci sono turisti che approfittano della vicinanza dei due siti e li visita entrambi».

In pubblicazione il secondo volume sugli scavi

Ricerche ulteriori non ne verranno effettuate, mentre è in pubblicazione il secondo volume che darà conto degli scavi fatti dal 2008 al 2019, ci spiega Alfio Martinelli, presidente dell’Associazione ricerche archeologiche del Mendrisiotto (Aram), che ha accompagnato a visitare il sito varie scolaresche. Anche le classi richiedono gli occhiali in 3D, prosegue la direttrice dell’ente, perché «in questa forma è un modo di presentare un tema culturale unico nel suo genere in Ticino e non ce ne sono molti nemmeno a livello nazionale. Tanti studenti provenienti da università svizzere prendono il sistema come esempio per studiare questa modalità di presentare l’offerta turistica culturale con un’esperienza digitale di realtà aumentata. Si è rivelata molto proficua anche la collaborazione con il professor Martinelli. È stato davvero un bell’esempio di come si può trasmettere in maniera innovativa contenuti scientifici e culturali complicati da comunicare a parole».

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE