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Chiasso, il nodo da sciogliere resta quello finanziario

Faccia a faccia tra Bruno Arrigoni (Plr) e Roberta Pantani (Lega), sindaco e vicesindaco uscenti della cittadina di confine

Bruno Arrigoni (Plr) e Roberta Pantani (Lega), attuali sindaco e vicesindaco di Chiasso, nella sala del Municipio (Ti-Press/Benedetto Galli)
24 marzo 2021
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È stata una legislatura dedicata al risanamento delle finanze. Senza l'arrivo della pandemia e del conto economico che il Covid-19 presenterà nei prossimi anni, l'obiettivo è stato raggiunto. Cosa potrà succedere nel prossimo triennio?

Bruno Arrigoni: Tenendo presente che nel settore anziani i costi sono sempre in aumento, non abbiamo grossi problemi per chiudere il 2020: il consuntivo sarà in leggero disavanzo. Per il 2021 ci saranno due valutazioni da fare: capire quante saranno le entrare relative alle imposte alla fonte, per noi importantissime, e quanti saranno i conti che probabilmente il Cantone riverserà sui comuni. Quattro anni fa abbiamo dovuto aumentare il moltiplicatore per una situazione finanziaria abbastanza difficile: per una città finanziaria come Chiasso il 90 per cento è elevato e lo sappiamo. Senza pandemia staremmo probabilmente discutendo una diminuzione, ma dobbiamo aspettare di capire come si evolve almeno il 2021. Non abbiamo però la necessità o l'acqua alla gola per valutare un aumento. 

Roberta Pantani: L'errore più grande è stato quello di alzare il moltiplicatore perché tenendolo all'87 avremmo potuto comunque mantenere stabili le finanze comunali visto che abbiamo sempre presentato un consuntivo molto migliore rispetto al preventivo. In questo lustro le finanze sono state ‘risanate’ perché abbiamo rinunciato a fare investimenti e dovremo presentarci alla cassa nei prossimi anni. Il 2020-2021 è un punto di domanda perché i costi della socialità esploderanno e non sappiamo ancora se il Cantone rimborserà i costi legati alla pandemia che abbiamo sostenuti. L'errore di cui parlavo riguarda anche l'ottica di un'aggregazione, perché i nostri comuni vicini hanno dei moltiplicatori tenuti così bassi grazie al fondo di perequazione.

Perché l'aggregazione non si sblocca?

Arrigoni: Dopo il tentativo nel 2007, negli anni se ne è parlato ed è arrivato lo studio del Cantone che parlava di Comune unico, dando un ‘alibi’ ufficiale ad alcuni nostri vicini. Un'aggregazione del Basso Mendrisiotto è a vantaggio della popolazione e del comprensorio: se in alto c'è chiusura (confido in un cambiamento degli equilibri nei municipi, in modo da avere un'apertura maggiore), è giusto che i cittadini creino dei gruppi interpartitici per avviare la discussione che potrebbe sfociare in una votazione consultiva prima della fine del triennio.

Pantani: In questi 14 anni è nata la Città di Mendrisio. È opportuno che nei prossimi tre anni si mettano le basi dell'aggregazione, che non deve essere la grande Chiasso, ma l'unione dei comuni del Basso Mendrisiotto per cercare il bene dei cittadini, per evitare doppioni e anche per l'utilizzo delle risorse finanziarie che prossimamente mancheranno a tutti. Lasciamo da parte campanilismi, personalismi, pregiudizi e sediamoci a un tavolo, che dovrà essere immediatamente convocato, magari con l'aiuto del Cantone perché è facile fare piani di aggregazione e prevedere per il Mendrisiotto un unico comune, cosa a oggi irrealizzabile, come lo è continuare cosi. Lo abbiamo visto in questo anno di pandemia: se non avessimo lavorato tutti insieme in un'unica direzione probabilmente avremmo avuto più problemi.

Il Covid-19 vi ha toccato anche personalmente. Che anno è stato per Chiasso?

Arrigoni: Un anno sicuramente impegnativo che ci ha visto in prima fila dato che siamo stati i primi a essere toccati (io stesso ho preso il virus in modo leggero). A livello cantonale e comunale la prima fase è stata ben gestita. La seconda è sicuramente più complicata anche dal lato psicologico: non vedere l'uscita da questa situazione crea nervosismo per la parte sanitaria e, soprattutto, in ambito economico. Abbiamo completato la prima fase delle vaccinazioni e tutti hanno evidenziato l'impegno encomiabile delle persone coinvolte. Rimangono però due punti interrogativi che ci danno francamente fastidio: non avere sufficienti dosi di vaccino e i troppi paletti messi dal Cantone per il credito ponte. 

Pantani: Dal punto di vista della gestione politica è stato un anno vissuto pericolosamente. Ho avuto il compito di gestire il dicastero Socialità in questo periodo di crisi: nella prima fase siamo stati toccati per primi e abbiamo cercato di mettere in piedi le direttive sanitarie che in quel momento non erano ancora in vigore e, grazie all'impegno di amministrazione e Dicasteri, abbiamo anche organizzato tutta una serie di servizi alla popolazione (come la spesa a domicilio). Quella di Chiasso è stata la prima casa anziani toccata dal virus e, personalmente sono stata la prima persona che ha vissuto un decesso legato al Covid. La seconda ondata è stata gestita, ed è percepita, in maniera diversa perché se allora eravamo tutti consapevoli che era necessario un lockdown perché pensavamo che la situazione potesse migliorare a breve, a un anno di distanza non vediamo la luce in fondo a un tunnel. Grazie ai vaccini, anche se siamo di fronte a una carenza, si vedono i primi effetti: non ci sono più contagi nelle case anziani e si cominciano a rivedere i parenti che portano a spasso i loro cari. Ci si avvicina a una normalità, lo dovrebbe essere per tutti ma purtroppo non sarà cosi a breve termine.

L'emergenza è lungi dall'essere terminata. Per sostenere l'economia locale, Chiasso ha scelto il credito quadro di 2,1 milioni. Si poteva agire diversamente?

Arrigoni: Si può sempre fare diversamente, ma secondo me abbiamo agito bene, nel senso che non siamo partiti solo come Municipio, ma creando gruppi di lavoro e quindi chiedendo l'opinione a chi è sul campo. Da subito abbiamo detto che gli obiettivi erano quelli di proporre misure sul corto e sul medio-lungo termine. Siamo partiti con il rifacimento di alcune nostre strutture, dando delle opportunità di lavoro ad aziende del territorio. Per le misure a corto termine, ci siamo concentrati su esercenti e commercianti, le categorie più toccate. La tessera sconto distribuita ai cittadini ha seguito i voleri dei commercianti e purtroppo non è stata ben recepita e pubblicizzata dagli stessi commercianti. Per ovviare a queste lacune, nelle prossime settimane la popolazione riceverà un buono di 20 franchi.

Pantani: Il credito quadro è un mezzo adeguato per aiutare nell'immediatezza in caso di crisi finanziaria. Se questo sta avvenendo per le aziende di Chiasso alle quali abbiamo dato del lavoro, non per colpa nostra abbiamo fallito con commercianti ed esercizi pubblici. Abbiamo seguito pedissequamente le loro indicazioni, ma a mio parere non ha funzionato perché loro stessi sono stati sopraffatti dagli eventi. Probabilmente quando abbiamo discusso del credito quadro e del suo impiego, si pensava in una ripresa a breve, ma siamo arrivato a giugno-luglio e la ripresa non c'era. Più che il buono di 20 franchi, sul quale ho espresso qualche dubbio anche alla Società dei commercianti, bisognerebbe aprire un tavolo di lavoro più consistente e strategico con commercianti e GastroMendrisiotto per definire una strategia con loro sul dove vogliamo essere tra 3-5 anni.

A Chiasso ci sono numerosi progetti immobiliari e commerciali in corso. In quale, e per quale motivo, credete di più per il rilancio?

Arrigoni: In tutti, anche se fondamentale sarà sicuramente il comparto ferroviario composto da scuola della moda, Gleis 4, Piccola Velocità, nodo intermodale e ammodernamento interno. Vedo molto positive anche le iniziative ex Fernet Branca ed ex Trecor, due proprietà abbandonate e in decadimento che potranno diventare valori aggiunti nella direzione della tecnologia, fintech e digitale che è il nostro futuro. Resta aperta la problematica del Centro Ovale, struttura sfortunata sin dall'inizio: avere un edificio di tale aspetto e proporzioni vuoto all'entrata della Svizzera sicuramente non ci fa piacere.

Pantani: Il Centro Ovale è l'investimento privato su cui si deve mettere l'attenzione dal punto di vista del pubblico. Potrebbe essere il segno qualificante e caratterizzante di Chiasso in maniera positiva ma lo è in modo totalmente negativo. Saluto positivamente tutti i nuovi progetti che arriveranno a Chiasso e che mi auguro abbiano il successo che devono avere. Una nuova ventata la porterà la scuola di moda: avere un istituto in centro città con un numero importante di allievi e giovani darà un nuovo movimento di cui tutto il centro può beneficiare. Un aspetto fondamentale, che lego in modo importante agli investimenti privati che vengono fatti a Chiasso, è quello della diminuzione della popolazione: se vogliamo che questa città torni a essere interessante per abitarci, bisogna creare posti di lavoro. Mi va bene che ci siano investimenti privati per nuovi spazi commerciali, ma con l'auspico che verranno occupati da aziende che intendono offrire posti di lavoro a giovani del luogo che, se non trovano un impiego, si trasferiscono altrove. Oggi i giovani di Chiasso che lavorano a Chiasso si possono contare su due mani.

Nell'ultimo anno è stata avviata la discussione per lo spostamento in galleria dell'ultimo tratto della A2. Una visione o un'idea su cui lavorare?

Arrigoni: Come è emerso nell'ultimo incontro con la Regio Insubrica, è una visione che conviene approfondire concretamente. Bisogna sfociare in uno studio di fattibilità il prima possibile e presentarlo alle autorità di Berna e Roma. La recente caduta di calcinacci dal viadotto autostradale su via Bellinzona è un motivo in più per spingere questa soluzione. Già negli '90 c'era chi proponeva uno spostamento, ma non è riuscito a coinvolgere la base e avere il consenso per passare a uno step superiore. Parlare di dettagli è prematuro, vediamo se ci sarà la volontà di approfondire un discorso legato anche ad AlpTransit e all'eventuale terza corsia autostradale.

Pantani: È una bella idea ma è una visione a lungo termine che sovrasta le nostre competenze e che porterà a un iter politico lunghissimo.  L'idea è bella e credo piacerebbe a tutti, così come mi piacerebbe vedere Faloppia e Breggia rinaturati, ma il punto di domanda è sapere se sarà realizzabile o meno. Per questo credo dobbiamo investire su obiettivi più a corto termine.

Cosa ne pensate della terza corsia dinamica sulla A2?

Arrigoni: Non sono contrario, in quanto l'A2 attuale è stata inaugurata nel 1967-1968 ed è rimasta la stessa, mentre il traffico è notevolmente aumentato. 

Pantani: Sono assolutamente favorevole: credo sia una soluzione che possa finalmente dare una soluzione al traffico perché abbiamo un collo di bottiglia. Se ai cittadini del Mendrisiotto piace stare in colonna da Lugano a Chiasso, sapranno quello che devono fare, ma non credo sia così. Tutti noi vogliamo spostare i camion su AlpTransit e che le condizioni dell'Iniziativa delle alpi vengano rispettate, ma ci troviamo di fronte a una realtà che porta il Mendrisiotto a essere bloccato due volte al giorno.

Nella presentazione delle liste, sia il Plr che la Lega hanno parlato di sindacato. Perché vuole essere il sindaco di Chiasso?

Arrigoni: Gli obiettivi del Plr sono la conferma dei due municipali, del sindacato e il ‘recupero’ di almeno due consiglieri comunali. Sono sindaco da 5 anni, un'attività che mi ha preso parecchio e che mi piace. Mi sento chiassese, sono contento di fare qualcosa per il mio comune e spero di poter continuare anche per i prossimi 3 anni. Trovo che il mandato di un sindaco deve poter durare almeno due quadrienni per portare determinati progetti a compimento.

Pantani: Cinque anni fa la Lega ha mancato il raddoppio per poco e ci piacerebbe innanzitutto portare due nostri rappresentanti in Municipio, con l'obiettivo massimo di raggiungere anche il sindacato. Mi piacerebbe diventare sindaco perché credo che i tempi siano maturi per un cambiamento: sono in Municipio dal 2004, ho esperienza politica e la gente sa come lavoro. Magari posso non ispirare simpatia, ma so lavorare, so come si gestisce una città e le mie relazioni politiche a livello cantonale e federale sono più che ottime.

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