Mendrisiotto

Incontro ravvicinato con un Rubens per Natale a Chiasso

Il M.a.x. museo della cittadina inaugura la consuetudine di una esposizione per l'Avvento. In prestito da un privato la 'Madonna con Bambino'

Un Rubens da vedere da vicino a Chiasso (Ti-Press/Pablo Gianinazzi)
26 novembre 2020
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"Il dolore passa, la bellezza resta". Come non dare ragione a Pierre-Auguste Renoir, maestro dell'impressionismo, mettendo gli occhi sulla 'Madonna con Bambino' di Rubens che accompagnerà l'avvicinamento dei chiassesi al Natale. In questo Avvento del tutto inusuale che ci accingiamo a vivere, e sul quale si allunga l'ombra del Covid-19, c'è fame di bellezza. Il m.a.x museo ancora una volta, però, ha saputo placarla, regalandoci la possibilità di godere della dolcezza e della profondità dell'opera che il grande pittore fiammingo ha dipinto fra il 1617 e il 1618. Tolto da un caveau, il quadro potrà essere ammirato (senza pagare il biglietto) dalla prima domenica d'Avvento - che apre lo porte pure alla mostra su Giacometti - all'Epifania nell'atrio del museo. Una operazione, quella proposta, che non solo mette in contatto l'istituzione pubblica con il collezionismo privato in una moderna forma di mecenatismo, ma esplora un modo alternativo di condividere l'arte e di fare Cultura.

Un'opera 'simbolo' per la prima esposizione dell'Avvento

Al M.a.x. Museo ci pensavano da un po' a una esposizione dell'Avvento. La pandemia aveva, però, indotto a un ripensamento. Poi si è tornati sui propri passi. «Ci siamo convinti - spiega la direttrice degli spazi espositivi Nicoletta Ossanna Cavadini presentando oggi, giovedì, l'evento - che proprio in un momento storico come questo c'è il piacere della riflessione; che vivere le emozioni può essere un motivo corroborante, anche per dare il via a una iniziativa che sarà riproposta annualmente per le festività natalizie».

Il capolavoro di Peter Paul Rubens (1577-1640), dipinto quando aveva 40 anni, può, del resto, essere considerato una «opera simbolo dell'Avvento particolare 2020» e ci parla attraverso i suoi protagonisti, la Madonna e il Bambino appunto, e lo stesso artista. In fondo, accettare di condividerlo con gli abitanti di Chiasso (e del Mendrisiotto), come ha ricordato la direttrice, è stata una «sfida» anche per il suo proprietario, un collezionista ticinese, l'architetto Michele Moser. 'Prestarlo' al museo, in effetti, ha permesso di renderlo fruibile a tutti per oltre un mese. Questa tela prima di approdare in Ticino è stata in mani prestigiose: la Collezione di Henry Ford II prima e degli editori Dino Fabbri poi.

Quei tesori nascosti

Viene da pensare che solo in una cittadina di confine è possibile scoprire dei tesori nascosti. In cassaforte luoghi come il Punto Franco o il Swiss Logistics Center custodiscono, di fatto, dei veri patrimoni d'arte - come il Rubens - e non solo. «Si tratta - conferma il direttore del Swiss Logistics Center Riccardo Fuochi - di luoghi misteriosi, ma nei quali si conservano opere che attendono solo di essere ammirate». Non è scontato, però, avere l'opportunità di vederle da vicino. Questa volta l'occasione offerta dal museo non è andata persa.

Le vie alternative della Cultura ai tempi del Covid

Il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni lo fa notare con una punta di orgoglio: «Anche ai tempi del Covid una cittadina come la nostra ha saputo rigenerarsi, affrontando altre sfide culturali, come il teatro e il cinema all'aperto. Si sono cercate altre vie, come la mostra per l'Avvento». Non a caso si è trasformato pure il centrale Corso San Gottardo in una spazio espositivo 'open air'.

La direttrice Nicoletta Ossanna Cavadini sa che occorre «spronare e incuriosire il cittadino anche in questa possibilità di vedere delle grandi opere con facilità». Il valore poi aumenta in un periodo scandito dalla crisi sanitaria. «All'inizio ho avuto, io stessa, un momento di arresto. In seguito, però ho ritrovato la forza, ancora più di prima. Mi sono detta, infatti, che proprio in una situazione simile la visione emozionale di una opera come questa - la Madonna di Rubens, ndr - restituisce un senso di ossigenazione; incoraggia, anche in una visione di speranza, positiva, a vivere un momento di piacere. Quindi l'arte e la cultura sono volti maggiormente a ristorare l'anima e a esplorare anche le infinite conoscenze delle sfaccettature della Cultura».

Mecenatismi, nuova donazione al museo

Da qui un'operazione come quella pensata per le festività natalizie. «Ci crediamo e l'abbiamo portata avanti fervidamente: siamo contenti di averla potuta presentare». Chiasso dimostra, quindi, di avere davvero delle qualità nascoste e non poca creatività. «Senza trascurare gli aspetti organizzativi - richiama la direttrice -. Poi c'è l'atto della donazione. Abbiamo, ad esempio, appena ricevuto dal principale collezionista svizzero che ci ha prestato delle opere di Giacometti - al centro della mostra visibile fino al 10 gennaio, ndr - un gesto bellissimo. Siamo gli unici in Ticino ad avere, adesso, in una collezione pubblica ben tre grafiche di Alberto Giacometti. Ciò a testimonianza di quanto la relazione con collezionisti e proprietari sia importante. A maggior ragione in momenti come questi, in cui le finanze pubbliche sono limitate e vi è poca possibilità di acquisto di opere». Chissà che per il Natale 2021 non si possa ammirare un 'pezzo' della collezione comunale.

 

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