Mendrisiotto

Mendrisio, studenti al nuovo Campus Supsi da primavera 2021

I lavori al complesso che sta sorgendo vicino alla stazione termineranno a novembre, poi il trasloco del Dipartimento ambiente, costruzioni e design

Nel futuro atelier degli architetti d'interni
(Ti-Press/F. Agosta)
25 giugno 2020
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Le lezioni, evidentemente, non sono ancora cominciate. Ma il via vai, all'interno del complesso, di certo non manca: numerosi sono infatti gli operai intenti a lavorare. C'è chi, all'esterno, lavora alle canalizzazioni; all'interno invece si comincia a lavorare sempre più di fino. D'altronde, dalla posa della prima pietra – il 10 aprile di 3 anni fa – il Campus Supsi di Mendrisio è 'cresciuto' parecchio. A tal punto che a novembre, tra meno di 5 mesi, l'edificio sarà consegnato alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana. Gli allievi, per contro, potranno 'appropriarsi' delle aule all'inizio del secondo semestre scolastico, a primavera 2021. A Mendrisio, nello stabile firmato dall'architetto Andrea Bassi (un ex alunno proprio della Supsi), troverà così 'casa' il Dipartimento ambiente, costruzioni e design. 

Questa mattina, in occasione della presentazione del Rapporto annuale 2019, la Scuola ha voluto aprire le porte dell'edificio, situato a pochissimi metri dalla stazione ferroviaria. Una scelta che, a conti fatti, permetterà a studenti e allievi di potersi recare in sede utilizzando il trasporto pubblico: un sottopasso in fase di realizzazione porterà direttamente dai binari all'entrata principale del Campus. Certo, ai piani interrati non mancheranno i parcheggi. Autosilo che, però, sarà di proprietà della città la quale, con un investimento di circa 30 milioni di franchi, si è assicurata 325 stalli (park&rail e pubblici) in un comparto sempre più strategico e importante. 

La carica degli oltre 5mila studenti

Questa mattina, in quella che sarà l'aula atelier degli architetti d'interno del secondo e terzo anno scolastico, il presidente del Consiglio Supsi Alberto Petruzzella e il Direttore generale Franco Gervasoni hanno voluto, come detto, presentare il rapporto annuale del 2019. Un «rapporta che si presenta ancora una volta nella forma di un giornale» ha esordito il primo. Notizie, dunque, «che raccontano la progettualità» dell'anno scorso. In un rapporto, inoltre, non può mancare la voce relativa alle finanze: «È stato un buon anno» ha commentato Petruzzella riferendosi al risultato d'esercizio delle unità attive in Ticino, chiuso con un avanzo di 260mila franchi (il budget complessivo è stato di oltre 124 milioni). Per contro, guardando al futuro, il 2020 «non sarà un anno brillante, ma lo affrontiamo sereni». Il riferimento, inevitabilmente, va al periodo vissuto a causa del nuovo coronavirus che, di fatto, «ha rallentato la formazione continua», oltre a portare maggiori costi derivanti dai controlli e dall'innalzamento dei parametri di igiene, per fornire alcuni esempi. Non vanno dimenticati, inoltre, i già citati mesi di affitto 'in più' da pagare nell'attesa che il Campus di Mendrisio e quelli di Viganello vengano portati a compimento. 

D'altro canto, però, c'è la forza umana che costituisce la base della Supsi: «5'376 studenti iscritti, 1'039 diplomati e 3'228 domande d'ammissione» nella Formazione di base (Bachelor, Master e Diploma) ha sottolineato Franco Gervasoni. Numeri in continua crescita: basti pensare che nel 2010 gli studenti erano all'incirca 3'400. Agli alunni si aggiungono poi i 1'083 collaboratori a contratto nei 4 dipartimenti e gli oltre tremila contributi puntuali di professionisti del territorio nella formazione di base e continua. E se da un lato si sono ricordati i 10 anni dalla creazione del Bachelor Supsi in Ingengneria gestionale, dall'altro di sono annunciate due 'new entry': i Bachelor in Leisure Management (gestione del tempo libero) – già 75 le richieste a fronte di 35 posti disponibili – e in Data Science and Artificial Intelligence (gestione dei dati). Tra i dati presentati da Gervasoni, infine, vi sono anche quelli relativi alla ricerca di un impiego dopo gli studi. Numeri, confortanti: a un anno dal conseguimento della laurea l'83% degli (ex) allievi ha un posto di lavoro (e il 90% di questi afferma che il lavoro corrisponde o si avvicina a quanto appreso in formazione), mentre il 13% segue ancora una formazione. Soltanto una minima percentuale è alla ricerca di un impiego. 

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