Mendrisiotto

Mendrisiotto: 'scuole chiuse o senza obbligo di frequenza'

Sollecitate una presa di posizione e una serie di garanzie ai Municipi di Chiasso e Mendrisio. 'Il Decs torni sui suoi passi'

Solo da settembre e non dall'11 maggio (archivio Ti-Press)
3 maggio 2020
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Nei due poli del Mendrisiotto le resistenze alla prossima (ri)apertura dei portoni dei centri scolastici agli alunni sta suscitando non poche resistenze. Se a livello regionale, come sul piano cantonale, a tirare le fila è la Lega dei ticinesi, nella cittadina di confine interrogativi e dubbi sono stati condivisi anche da Plr e Ppd. Le richieste comuni? Nitide. Il Municipio di Chiasso deve chiedere al Decs (il Dipartimento educazione, cultura e sport) di tornare sui suoi passi e tenere gli istituti scolastici chiusi fino a settembre. Oppure lasciare la possibilità ai genitori di decidere se mandare o no i figli a scuola (come hanno fatto in Francia). È quanto auspicano, infatti, i consiglieri comunali Fabrizio Chiappini (Plr), Claudio Schneeberger (Lega-Udc) e Patricia Wasser (Ppd) in un'interrogazione.

Preoccupazioni condivise da Plr, Lega-Udc e Ppd a Chiasso

La riapertura degli istituti scolastici prevista per l'11 maggio ha creato, come detto, preoccupazioni pure nella cittadina. “Alcuni genitori hanno particolare paura a mandare i propri figli a scuola, soprattutto dopo aver rispettato le imposizioni emanate dal Cantone – si spiega nell'interrogazione –. Ritengono che la decisione di dover rientrare a scuola l'11 maggio potrebbe vanificare quanto fatto nelle varie settimane di chiusura. Oltretutti alcuni genitori di questi ragazzi che frequentano la scuola dell'obbligo e che abitano nel nostro Comune, soffrono di importanti problemi di salute”. A mente dei firmatari, ci sono dei docenti che “hanno timore a rientrare nelle proprie classi qualora le scuole ripartissero”. Al Municipio viene chiesto se “ha discusso con il direttore delle scuole comunali” per capire “se esiste la possibilità di spostare il docente per un breve tempo a compiti dove il contatto con gli alunni è minimo”.

La convivenza con il coronavirus durerà ancora a lungo. Pensando al nuovo anno scolastico, e quindi al mese di settembre, “avete incominciato a pensare di far posare velocemente delle barriere protettive sui banchi di scuola come hanno già fatto altri centri scolastici?”. Altro punto non meno importante è l'utilizzo del bus scolastico. All'esecutivo viene quindi chiesto “come pensa di garantire la social distancing”. Un problema, quest'ultimo, che si ripeterebbe in molte occasioni della giornata. “È inutile pensare di dividere gli alunni in classe quando al suono della campanella per la ricreazione o a fine giornata scolastica, la prima cosa che faranno sarà giocare insieme e cercare il contatto fisico”.

L'interrogativo: 'Siamo in grado di riaprire in sicurezza?'

Formalizzata la scelta di principio da parte del Cantone, tanto a Chiasso che a Mendrisio a rafforzare l'attenzione sul tema sono, ancora una volta, due consiglieri della Lega (peraltro seduti anche sui banchi del Gran consiglio), Stefano Tonini (a Chiasso) e Massimiliano Robbiani a (Mendrisio). In questo caso, però, a essere chiamata in causa è l'autorità comunale. Fitta la lista di 'desiderata' consegnata a entrambi gli esecutivi per reagire a una 'decisione politica avventata' a fronte, si ribadisce nelle rispettive interrogazioni, della dozzina di giorni effettivi di lezioni. Le direttive cantonali, richiamano i due consiglieri, sono articolate. Il focus? La presenza in classe, la pulizia, la refezione e i trasporti pubblici. Le misure indicate agli occhi degli interroganti sono, però, 'irrealizzabili e comunque inapplicabili; inoltre non garantirebbero agli allievi le accresciute misure di distanziamento sociale e igienico-sanitarie e metterebbero a rischio pure il nostro corpo docenti'.

Ecco che tanto Tonini che Robbiani sollecitano ai Municipi una lunga serie di garanzie, che alla fine rilancia l'esigenza di togliere l'obbligo della frequenza. Insomma, negli Istituti comunali, si insiste, si possono assicurare l'alternanza a gruppi degli alunni, gli ingressi scaglionati, l'adeguamento di orari e spazi? Inoltre, sarà possibile prevedere la presenza sufficiente di dispositivi igienici, la pulizia regolare delle superfici comuni e l'attenzione verso mense e percorsi casa-scuola? Infine, qualora non si potesse dar seguito a una o più delle misure previste, c'è l'intenzione di 'chiedere una deroga al Cantone'? 

 

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