Mendrisiotto

Mendrisio: cartellino giallo per il municipale Giorgio Comi

Gli Enti locali hanno deciso per l'ammonimento. All'origine un'istanza del consigliere dei Verdi Stephani e l''accusa' di collisione di interesse

Il municipale Giorgio Comi (Ti-Press)
20 febbraio 2020
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Cartellino giallo, a Mendrisio, per il municipale socialista Giorgio Comi. La decisione pronunciata dalla Sezione Enti locali è di una decina di giorni or sono: il politico cittadino, ormai a fine mandato – non si ricandiderà più –, è stato ammonito, come anticipato dal CdT. Questo, infatti, l’esito dell’istanza indirizzata il luglio scorso dal consigliere comunale dei Verdi Andrea Stephani al Consiglio di Stato. Un ‘j’accuse’, il suo, che chiamava il capo dicastero Politiche sociali a rispondere, a suo dire, di una “gestione privatistica della cosa pubblica”, da censurare.

'Collisione d'interesse'

E qualche pecca, gli Enti locali, l’hanno individuata. Il nodo gordiano della vicenda? Essere entrato in... collisione di interesse. Sarebbero almeno due, dalle prime indicazioni, le circostanze nelle quali si è palesata una violazione dell’articolo 100 della Legge organica comunale (Loc). Articolo che al paragrafo 1 recita: “Un membro del Municipio non può essere presente alle discussioni e al voto su oggetti che riguardano il suo personale interesse e quello dei suoi parenti secondo l’art. 83”. Non si sarebbe, per contro, riscontrato nulla (da nostre informazioni) a carico di un altro articolo della Loc, il 101, relativo al ‘divieto di prestazione’.

Il sindaco: 'Ne abbiamo preso atto'

Il verdetto degli Enti locali è già riecheggiato anche dentro la stanza dell’esecutivo. «Abbiamo preso atto della risoluzione della Sezione enti locali – conferma a ‘laRegione’ il sindaco della Città Samuele Cavadini –. E a tempo debito riferiremo in merito al Consiglio comunale, rispondendo all’atto parlamentare presentato da Stephani». Legislativo convocato per il 9 marzo prossimo. In effetti, sul tavolo, assieme all’istanza rivolta all’autorità cantonale, c’era anche un atto parlamentare, corredato da un decalogo di domande.

A dare il là all’intervento del consigliere comunale, come lui stesso aveva spiegato, erano state le “relazioni di interesse” del municipale, che avevano evidenziato “una mescolanza pubblico-privato ben poco chiara e delineata”. Comi non si limita, aveva ricostruito l’esponente dei Verdi spulciando il Registro di commercio e i profili dello stesso municipale, a vestire diverse casacche nell’ambito della socialità, dall’Ente case anziani del Mendrisiotto al Servizio assistenza e cura a domicilio – ciò che, in parte, gli deriva dalla carica –, ma è coinvolto anche in fondazioni e società.

All’epoca dell’istanza, da noi interpellato, il municipale Comi aveva affermato di non aver intravisto nulla di sbagliato nel suo agire. «Non ho pensato – ci aveva detto -, e nessuno me lo ha mai fatto notare, che fare volontariato fosse sbagliato. Quello che posso affermare è che le associazioni di cui faccio parte non hanno mai preso un centesimo dal Comune». Resta, staccato l’ammonimento, l’amarezza per questa uscita di scena.

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