Chiasso

Bandita al Penz? 'Non è l'unica soluzione'

Dopo l'incontro fra Municipio cittadino e responsabili del Dt si va verso misure puntuali. Il sindaco: 'Vietare la caccia porta a un aumento dei cinghiali'

Questione di convivenza (Ti-Press)
9 ottobre 2019
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Mettere al bando la caccia può non essere sempre la soluzione giusta. Dopo la battuta, fatale, al cinghiale del 14 settembre scorso nei boschi del Penz, a Chiasso, costata la vita a un cacciatore di 50 anni di Morbio Inferiore, il Municipio cittadino era un po' partito in quarta. Lo aveva fatto bussando alla porta del Dipartimento del territorio, con l'intenzione di chiedere un intervento radicale: estendere le bandite (che andrannno riesaminate prima del varo della nuova stagione venatoria, nel 2020). Difficile, del resto, agli occhi dell'autorità (e dei più) far coesistere doppiette e frequentatori di quello che, di fatto, è un parco urbano. Accolto l'invito, martedì, rappresentanti dell'esecutivo chiassese, da un lato, e della Divisione dell'ambiente (e dell'Ufficio caccia e pesca) dall'altro, si sono seduti a un tavolo per parlare di quanto accaduto e del da farsi.

«Bisognava dare delle risposte alla cittadinanza», fa notare a 'laRegione' il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni. Qual è stato l'esito dell'incontro? «Dopo aver fatto il punto della situazione (l'incontro è stato costruttivo), abbiamo compreso, e convenuto con i responsabili cantonali, che in quel comparto la bandita non è l'unica soluzione. Sussiste, infatti, il grosso rischio che vietare l'attività venatoria possa creare un altro problema: favorendo l'aumento esponenziale della popolazione dei cinghiali nella zona. Cosa si può fare? È possibile cercare un equilibrio».

E qui entrano in scena le misure che si stanno mettendo a punto all'interno del Dipartimento, e che verranno in parte introdotte già prossimamente, in vista della caccia invernale. «In sostanza – ci spiega Arrigoni – saranno posti dei paletti. Tanto noi che a livello di Dipartimento puntiamo su due obiettivi. Ovvero garantire la sicurezza di chi frequenta i boschi del Penz e contenere, al contempo, la presenza dei cinghiali sul territorio, che a loro volta possono procurare danni ma anche problemi».

I nuovi provvedimenti (che ragioneranno, ad esempio sugli orari in cui sarà possibile cacciare), d'altro canto, conferma il sindaco, non interesseranno solo il Penz, bensì il Distretto in generale, e i luoghi dove si cacciano gli ungulati. Il che reagisce, indirettamente, alla richiesta che si è levata di recente da Vacallo e Morbio per vietare l'attività venatoria anche nella Val di Spinée (come anticipato da 'laRegione'). Non si mancherà, da quanto ci è stato riferito, di mettere l'accento (ma questo dal 2020) sulla necessità di migliorare la comunicazione verso la popolazione, quindi anche la segnaletica. Sarà inevitabile, poi, non affrontare il nodo della sicurezza dei cacciatori,  in particolare dopo i due incidenti che si sono verificati nel Mendrisiotto. Solo una decina di giorni prima della morte del 50enne al Penz, a Cabbio un 25enne della regione era rimasto ferito a una mano, sempre per 'fuoco amico'.

 

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