Mendrisiotto

Genestrerio: la piazza si farà, sul prato si potrà costruire

Il Consiglio comunale di Mendrisio vota la variante di Piano regolatore. ‘Il quartiere attende una risposta’. Gli emendamenti della sinistra non convincono

7 ottobre 2019
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Genestrerio avrà, dunque, la sua piazza. E così come l’ha immaginata l’autorità cittadina. Oggi è un quartiere di Mendrisio, ma quel ‘sogno’ di spazio urbano da vivere se lo porta dietro dal 2006, da quando era ancora un Comune. Alla fine, quindi, la necessità di dare una risposta (a una comunità che l’attende da anni) ha pesato tutti i 38 voti favorevoli che la variante ad hoc del Piano regolatore è riuscita a conquistare, ieri sera, nell’aula consiliare. Qualcuno ha votato in modo convinto la proposta del Municipio (divisiva già all’interno della Commissione della pianificazione); altri lo hanno fatto turandosi un po’ il naso (come sui banchi di Lega-Udc-Ind.). Ma il rischio di veder ritirare il dossier, come è accaduto con la revisione pianificatoria di Besazio, ha avuto il suo effetto. Sta di fatto che stavolta la strategia municipale ha fatto breccia. Anche se costerà il ‘sacrificio’ di un altro terreno verde.

Gli emendamenti proposti dai Verdi (e sottoscritti pure da Insieme a Sinistra) non sono riusciti, insomma, a rompere il fronte Plr-Ppd-Lega-Udc-Ind. che già si era palesato durante la discussione commissionale (cfr. ‘laRegione’ di ieri). Ma soprattutto non hanno potuto frenare l’estensione dell’edificabilità al prato d’angolo. La resistenza dei due gruppi (e 11 ‘sì’) non è bastata. E a proposito di fronti, le nuove norme daranno, dunque, la possibilità, ha ricordato Francesca Luisoni, capo dicastero Pianificazione, di «completare il concetto di piazza. Una possibilità che vogliamo dare – ha ribadito – come risposta al quartiere, che aspetta da tempo». Un segnale che, come ha precisato a sua volta il sindaco Samuele Cavadini, non trascura neppure la problematica del traffico, e a vantaggio di tutte le zone sensibili dei vari quartieri. Certo anche una parte del legislativo si aspettava di più. Dire di ‘no’, ha richiamato il consigliere Tiziano Fontana (Verdi), significava, «evitare il futuro stravolgimento del ‘cuore’ del quartiere. Le norme di attuazione previste sono, infatti, la premessa per un intervento fuori scala e fuori contesto». Inevitabile il riferimento all’idea, sulla carta per il momento, di realizzare un complesso a vocazione residenziale, a corte, con una «tipologia estranea al resto del nucleo». Una prospettiva che ha convinto Grazia Bianchi a sciogliere la sua riserva e a passare dalla parte dei contrari (con tutto il suo gruppo). La via d’uscita? Dezonare. Una variabile che né Plr, né Ppd hanno voluto prendere in considerazione, come hanno fatto capire tanto Luca Pestelacci (Plr) che Gianluca Padlina (Ppd). Stralciare quel terreno dalla zona edificabile, hanno reso attenti, traduce sul campo un esproprio materiale. Ed è questo rischio che ha contribuito a dare una spinta alla variante di Pr, come ha ammesso Nadir Sutter (Lega-Udc-Ind.). A questo punto ripensare la piazza comporterà un investimento di 2,4 milioni.

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