Mendrisiotto

'La docente di tedesco? Adeguata al suo ruolo'

Il Cantone risponde a Robbiani (Lega). L'insegnante ha avuto dei richiami, ma le verifiche sono positive. A segnalare il caso erano stati dei genitori

La sede di Mendrisio (foto Ti-Press)
27 febbraio 2019
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Alla docente di tedesco delle scuole medie di Mendrisio e Morbio, in sostanza, non vi è nulla da rimproverare. Non sul piano didattico, almeno. Sta tutto in una frase. In poche parole il Consiglio di Stato (CdS) – e con lui il Decs – riconducono la vicenda, che da tempo tiene con il fiato sospeso alcuni dei genitori e degli alunni delle due sedi (e che è finita di recente sui media), a quella che viene considerata la realtà dei fatti. È vero, ammette il Cantone, “su alcuni aspetti di dettaglio” la professoressa “è stata richiamata”. Ma “nulla di quanto è stato riscontrato permette di dire che l’insegnante non sia adeguata o che le classi siano in ritardo sul programma”. Di fatto la situazione era “conosciuta da tempo”, si riconosce, e in questi ultimi due anni scolastici la docente di tedesco è stata osservata da vicino, sia dall'esperta di materia che dagli stessi direttori delle Medie, ma le conclusioni a cui si è giunti sembrano proprio differire dalle segnalazioni, continue e insistenti, delle famiglie dei ragazzi. Quelle stesse famiglie che da un po' attendevano un cenno dai vertici di istituto, ma soprattutto dal Dipartimento educazione, cultura e sport.

'Stigmatizzati' i toni e i modi

Oggi il Decs, anzi il governo, dice la sua tramite la risposta data al deputato della Lega Massimiliano Robbiani. Parlamentare che aveva portato alla luce un disagio che, nei fatti, era stato sollevato “ben prima“ – come tiene a ribadire oggi, mercoledì, in una breve nota, il Comitato genitori dell'Assemblea della scuola media di Mendrisio – dentro le mura dell'istituto scolastico. E nel dare le sue delucidazioni il CdS non manca l'occasione per “stigmatizzare la 'messa alla berlina' con toni e con una veemenza fuori misura di una persona che svolge il proprio lavoro”. E ciò arrivando, richiama ancora il governo, “sostanzialmente a chiedere tramite i media il licenziamento di un docente”.

Insomma, si comprendono le “legittime preoccupazioni di genitori e allievi”, ma si invita altresì a discutere, e in modo aperto, franco e rispettoso, problemi e incomprensioni direttamente con il corpo docente e la scuola. All'autorità scolastica spetta il compito, ricorda il Cantone, di effettuare le verifiche del caso “tempestivamente e con rigore”. E questa attenzione, si tiene a far sapere, non è mai venuta meno, proprio a tutela di allievi e docenti.

Docente monitorata

In realtà, fa memoria ancora il CdS, un riscontro i genitori di Mendrisio lo avevano ricevuto via lettera il luglio scorso dalla Sezione dell'insegnamento medio. Missiva, si spiega nella risposta a Robbiani, nella quale si confermava cosa fosse stato “messo in campo dalla direzione di istituto e dalla stessa sezione a riguardo della verifica dell’insegnamento della docente”. E meglio, si illustra, “a scadenze regolari, su richiesta della sezione, l’esperta di materia e la direttrice di Mendrisio hanno assistito alle lezioni dell‘insegnante, rassegnando puntualmente i loro rapporti; allo stesso modo le verifiche sono continuate nel corrente anno scolastico ad opera dei direttori di Mendrisio e Morbio Inferiore, nonché dell’esperta di materia”. Alla lente sono finiti “dimestichezza nell’uso della lingua tedesca” e “corretto impiego in un linguaggio accessibile a tutti gli alunni”, e ancora “interazione con gli allievi” e “conoscenza del referente disciplinare e dei libri di testo in uso”, oltre che programmazione e adeguatezza del percorso didattico. Da lì le conclusioni del Dipartimento prima e del Cantone poi.

Il libro, un capitolo a parte

Una postilla alla vicenda è poi quella che il governo riserva al libro scritto dalla docente a quattro mani con un giornalista e pubblicato a fine 2017. Un aspetto peraltro marginale anche agli occhi degli stessi genitori, a fronte della qualità didattica della scuola. A far discutere del volumetto alcune considerazioni dell'insegnante sugli alunni di livello base. In tal senso, annota il CdS, “se qualcuno ritiene di essere stato offeso dal libro deve fare valere personalmente questa rimostranza in sede civile o penale contro i suoi autori, senza implicare l’autorità amministrativa, che su questo punto non ha nessuna competenza”. Sta di fatto, si assicura, che la maestra “non ha mai ricevuto permessi” per promuovere la sua pubblicazione. “Le sue assenze sono sempre state giustificate da motivazioni previste dalla legislazione sul personale, sia a Mendrisio che a Morbio Inferiore”. Come dire che la didattica, anche qui, non ne ha risentito.

Quanto al sostegno finanziario concesso dal Decs al volume? “È analogo a quello attribuito a numerose altre pubblicazioni nel quadro dell’aiuto all’editoria in lingua italiana nel nostro Paese ”, replica il Cantone. Supporto che “viene preavvisato da un’apposita commissione che non entra e non può entrare nel merito di giudizi di valore sui concetti espressi nei testi. L’opinione espressa dagli autori è e rimane del tutto discutibile, ma in un Paese libero essa non può essere censurata semplicemente perché non condivisa”.

I genitori rimandano all'assemblea straordinaria

Sin qui il Consiglio di Stato, le famiglie dei ragazzi, dal canto loro, prenderanno la parola l'11 marzo prossimo a Canavée a Mendrisio, durante l'assemblea straordinaria convocata per fare chiarezza sulla vicenda. 

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