Mendrisiotto

Chiasso, nessuna sanzione per Roberta Pantani

La decisione è stata presa dal Municipio, dopo le esternazioni della vicesindaca sui chierichetti di origine eritrea

Ti-Press
17 dicembre 2018
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Roberta Pantani continuerà a essere la vice sindaco di Chiasso. Lo ha comunicato il Municipio, sollecitato da un’interpellanza di Marco Ferrazzini (Us-I Verdi) a seguito delle ormai note esternazioni della municipale leghista in merito ai chierichetti di origine eritrea. «Seppur biasimevoli, gratuite e fuori luogo – ha spiegato il sindaco Bruno Arrigoni – le esternazioni non giustificano né una sospensione né la destituzione della carica. Se un municipale dà un'opinione personale, questa non rientra nell'ambito dello svolgimento dell'attività municipale». L’interpellanza, ha aggiunto il sindaco, è stata sottoposta alla Sezione enti locali. Citando Eros Ratti, il Municipio ha fatto sapere che la carica di vicesindaco ha una durata quadriennale e che non esiste giurisprudenza applicata a questa fattispecie. Ferrazzini si è dichiarato «assolutamente insoddisfatto». A suo dire l’esecutivo «è venuto meno a un dovere di rigore e di dignità istituzionale : quanto scritto dalla vicesindaco è assolutamente lesivo nei confronti di un’alta personalità della parrocchia di Chiasso».

Cot, è risoluzione

È con una risoluzione di protesta che Municipio e Consiglio comunale di Chiasso intendono comunicare alla Posta la loro contrarierà contro la decisione di trasferire la centrale oggetti trovati (Cot) da Chiasso a Cadenazzo a partire dalla primavera del 2020. La risoluzione è stata decisa ieri sera all’unanimità, dopo che l’esecutivo guidato da Bruno Arrigoni ha risposto, a inizio seduta di Consiglio comunale, all’interpellanza dei capigruppo Giorgio Fonio (Ppd), Luca Bacciarini (Plr), Daniele Canova (Us-I Verdi) e Gianandrea Mazzoleni (Lega). Ad ascoltare le parole del Municipio era presente anche una delegazione dei lavoratori.

Così come accaduto due anni fa, quando la Cot sembrava essere destinata a trasferirsi a Härkingen dove ha sede la centrale delle lettere, il Municipio di Chiasso non è rimasto impassibile alla decisione del trasferimento a Cadenazzo (cfr ‘laRegione’ del 21 novembre). «Abbiamo subito scritto alla Posta dichiarando il nostro rincrescimento – ha spiegato il sindaco –. Il servizio e i posti di lavoro restano sì in Ticino, ma Chiasso viene defraudata di altri 20 posti di lavoro senza indennizzi o sostituzioni di sorta». Lo spostamento di un servizio attivo da una ventina d’anni sulla piazza chiassese arriva, insomma, senza ricevere nulla in cambio. A fine novembre la Posta ha spiegato che i locali adibiti sino a oggi al secondo piano del palazzo che affaccia su piazza Indipendenza non sono più adeguati. Locali vetusti che, insomma, non permetterebbero più di fronteggiare in modo efficiente i volumi in crescita e di assicurare un luogo di lavoro appropriato. La scelta di Cadenazzo – la Cot occuperà gli spazi lasciati liberi dal centro pacchi regionale, che a sua volta si insedierà nell’edificio in costruzione accanto – permetterebbe quindi di avere a disposizione dei lavoratori macchinari all’avanguardia, oltre che la vicinanza con il Centro di distribuzione. «Si ha quasi l’impressione che lo spostamento sia stato deciso solo per occupare gli spazi a Cadenazzo», ha aggiunto Arrigoni. Il Municipio ha quindi chiesto al suo Cc la volontà di sottoscrivere una risoluzione di protesta «da opporre agli intendimenti della Posta» trovando, come visto, il pieno appoggio del legislativo. Nella loro interpellanza i capigruppo hanno del resto chiesto al Municipio di attivarsi, con il sostegno del Consiglio comunale e della popolazione di Chiasso e del Mendrisiotto affinché la decisione di smantellare l’ufficio della Centrale oggetti trovati di Chiasso venga rivista. Intervenendo a nome dei capigrippo, Fonio si è dichiarato «molto soddisfatto per la risposta forte, chiara e che non lascia spazio a dubbi» del Municipio. Lo stesso esecutivo, ha concluso Arrigoni, «seguirà con interesse la creazione di un’associazione a livello distrettuale per la tutela dei posti di lavoro» (cfr ‘laRegione’ di sabato).

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