Inflitta una pena sospesa con la condizionale al 56enne che aveva ottenuto 287mila franchi di indennità per lavoro ridotto tramite informazioni false
«All’inizio del periodo pandemico, abbiamo avuto grosse difficoltà in ditta a interpretare le informazioni fornite dalle autorità. C’era tanta incertezza. Quando il responsabile delle risorse umane mi ha riferito che non avremmo avuto il monte ore necessario per l’ottenimento delle indennità di lavoro ridotto siamo andati in panico. Dall’altra parte, siamo stati fermi per cinque settimane, dalla metà di marzo a fine aprile del 2020, e abbiamo subito pressioni per i vari cantieri in sospeso. Temevamo un danno economico enorme alla società che allora (come più o meno oggi) dà lavoro a circa 200 dipendenti. Sono dispiaciuto e amareggiato: in 37 anni di lavoro per la ditta è stata la prima volta che mi capita una situazione del genere». Queste le parole del 56enne dirigente della Gtl di Gravesano, interrogato oggi da Paolo Bordoli presidente della Corte delle Assise correzionali di Lugano sulle ragioni della truffa perpetrata ai danni dello Stato.
L’uomo ha riconosciuto lo sbaglio e i fatti contenuti nell’atto d’accusa preparato dal procuratore pubblico Andrea Gianini. Ammonta a poco meno di 288mila franchi la truffa. Denaro in eccesso ottenuto attraverso richieste di indennità per lavoro ridotto che contenevano informazioni false. Tutti i soldi sono stati restituiti dalla ditta il giorno stesso della segnalazione da parte della Segreteria di stato dell’economia (Seco), come è stato sottolineato dal giudice. Il procedimento penale è stato celebrato tramite il rito abbreviato e l’atto d’accusa è stato confermato. Le parti hanno concordato una condanna a otto mesi di carcere sospesi con la condizionale per due anni. Il giudice ha rimarcato che la pena avrebbe potuto essere ben superiore a quella inflitta, se l’imputato, patrocinato dall’avvocata Maria Galliani, non avesse collaborato con gli inquirenti fin dall’inizio dell’inchiesta. Nei confronti del responsabile delle risorse umane dell’impresa di costruzioni è stato inflitto un decreto d’accusa con una pena pecuniaria sospesa con la condizionale. Pena nel frattempo cresciuta in giudicato.
Il caso aveva sollevato una serie di polemiche anche politiche, visto che la ditta aveva ottenuto lavori da Hrs nell’ambito del cantiere per il Polo sportivo e degli eventi (Pse), in corso a Cornaredo. A mettere l’accento su una situazione quantomeno imbarazzante per l’ente pubblico, lo ricordiamo, era stato il Movimento per il socialismo (Mps), che aveva puntato il dito sulla flagrante violazione del ‘dovere di esemplarità’, uno dei principi che reggono l’accordo generale di partenariato pubblico privato siglato tra la Città di Lugano e il partner privato, che si è aggiudicato il concorso per investitori a più fasi per il progetto Pse e ha ottenuto l’appalto generale.