laR+ Luganese

L’Azienda turistica di Campione è sotto inchiesta

Sul tavolo dei giudici ci sono i conti Consuntivi dal 2016 al 2018 e quelli Preventivi del 2017 e del 2018

Cene pagate dal casinò indebitato
(Ti-Press)
11 marzo 2025
|

La gestione dell’Azienda turistica di Campione d’Italia è sotto la lente d’ingrandimento dei giudici contabili della Corte dei Conti della Lombardia – che in questi giorni ha aperto un’istruttoria – e della Procura della Repubblica di Como. Due inchieste, una contabile e l’altra penale, che seguono un esposto relativo alla situazione economico-finanziaria dell’Azienda turistica. Gli atti contenuti nell’esposto (presentato dal Comune lo scorso novembre) riguardano il conto consuntivo 2016, il bilancio previsionale 2017, il conto consuntivo 2017, il bilancio previsionale 2018 e il conto consuntivo 2018. In quell’anno, l’Azienda turistica di Campione d’Italia è stata chiusa dal Commissario prefettizio Giorgio Zanzi (22 ottobre 2018), anche a causa del dissesto finanziario del Comune, dovuto alla crescente montagna di debiti accumulati, in quanto da anni la ‘gallina dalle uova d’oro’ (il casinò) aveva cessato di ‘covare’. Da qui lo tsunami che ha travolto l’enclave, portando alla chiusura del Casinò, della scuola materna e al drastico ridimensionamento dei dipendenti comunali, scesi da 103 a soli 17. I conti consuntivi e i bilanci di previsione sono stati discussi, ma non approvati dal Consiglio comunale lo scorso novembre.

Nell’esposto si sottolinea che, nonostante le ristrettezze economiche del bilancio 2017, l’Azienda turistica organizzò una cena a pagamento in occasione della festa della donna, con l’intento di ammortizzare le spese (personale di sala, spettacolo e catering). Il costo della cena era di 200 franchi a persona: a fronte di spese superiori a 82'000 euro e 16'000 franchi, vennero incassati solo 17'707 franchi tra cene pagate e sponsorizzazioni. Su 360 coperti, solo 89 persone hanno pagato. Il deficit era stato coperto dal Casinò, che già viaggiava in acque limacciose. A seguito del dissesto del Comune, l’Organismo straordinario di liquidazione ha iscritto nella massa passiva 350'000 franchi a copertura di stipendi e contributi non pagati ai dipendenti dell’Azienda turistica, che all’epoca era presieduta da Simone Verda, capogruppo di minoranza in Consiglio comunale. Durante una seduta dell’autunno scorso, la maggioranza del Consiglio comunale non ha approvato i documenti allegati agli esposti inviati alla Corte dei Conti della Lombardia e alla Procura di Como. Ora, la parola passa alla magistratura.