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Il Taf bacchetta Pro Infantia per un errore amministrativo

Il Tribunale amministrativo federale respinge il ricorso della fondazione, nella quale all’epoca dei fatti erano coinvolti alcuni importanti esponenti Udc

Uno scatto dell’inaugurazione avvenuta nel 2021
(Ti-Press)
25 febbraio 2025
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Fondazione Pro Infantia da un lato e Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas) dall’altra. Al centro della disputa, approdata al Tribunale amministrativo federale (Taf), la riduzione di circa 19mila franchi degli aiuti finanziari che Ufas, dal 2020 e per due anni, ha versato in favore dell’asilo nido La Primula di Caslano gestito dalla fondazione con sede a Pregassona. Le ragioni sono da ricondurre a un errore amministrativo. Ovvero all’invio, con circa un mese di ritardo, dei documenti contabili necessari per ricevere i sussidi. Per cercare di rimediare, Pro Infantia a gennaio 2023 ha impugnato la decisione dinnanzi al Tribunale amministrativo federale (Taf) chiedendo l’annullamento della riduzione del 20%, nonché il riconoscimento e il versamento degli aiuti rimanenti pari a quei 19mila franchi. Il Taf, lo scorso 10 febbraio ha tuttavia respinto il ricorso ritenendo giustificata la riduzione attuata dall’Ufas.

Ufas: ‘La ricorrente non ha fornito prova alcuna a sostegno dell’invio dei documenti’

In sintesi, l’Ufas aveva considerato che la fondazione avrebbe dovuto inoltrare i documenti contabili al più tardi entro il 16 novembre 2022, termine del secondo anno di finanziamento dei sussidi, mentre i giustificativi sarebbero pervenuti all’Ufas soltanto il 12 dicembre 2022, ossia con un ritardo di quasi un mese, senza che alla scadenza del termine fosse inoltrata alcuna richiesta di proroga. Pro Infantia, dal canto suo, ha contestato la legittimità della deduzione operata dall’Ufas e ha spiegato di aver inviato i documenti richiesti per posta A il 14 novembre 2022, quindi entro i termini che erano previsti per il 16 novembre. Non avendo ricevuto alcun riscontro, la ricorrente si sarebbe poi rivolta telefonicamente all’Ufas nella seconda metà del mese di novembre 2022 per chiedere ragguagli sulla ricezione dei documenti. Siccome la persona interpellata sia per iscritto che con un e-mail del 5 dicembre 2022, si legge nella motivazione, “le avrebbe comunicato che la documentazione non era ancora pervenuta, la ricorrente (Pro Infantia, ndr) avrebbe inviato, con una e-mail dello stesso giorno, una copia dell’incarto, a suo dire, già spedito il 14 novembre”. La ricorrente “desume dalla cronologia degli eventi e dalla circostanza che i conteggi relativi a due altre sue strutture, entrambi inviati per posta A, sarebbero giunti tempestivamente a destinazione, che la posta potrebbe aver consegnato puntualmente, anche in questo caso la documentazione in questione all’Ufas e che forse sarebbe stata proprio quest’ultima autorità ad aver perso tutto l’incarto”. Pertanto, per Pro Infantia, la lesione del principio dell’affidamento da parte della Posta possa giustificare un motivo di restituzione del termine e che avrebbe agito correttamente inviando il conteggio il 14 novembre 2022 per posta A. Il 31 marzo 2023 l’Ufas ha respinto tale ricorso da parte della fondazione difendendo la riduzione degli aiuti finanziari del 20%, ritenendo che “la ricorrente non abbia fornito alcuna prova a sostegno dell’invio tempestivo dei documenti o di un’eventuale violazione dell’obbligo di diligenza da parte dell’autorità e che l’argomentazione non fosse pertanto sufficiente per giustificare un motivo per la restituzione del termine”.

Dal punto di vista amministrativo la vicenda non appare di per sé eccessivamente grave. A fare piuttosto notizia è il fatto che nella gestione del nido, all’epoca dei fatti, fossero coinvolte diverse personalità politiche. E più precisamente dell’Udc. Responsabile dell’amministrazione de La Primula, era Alain Bühler, deputato in Gran consiglio e consigliere comunale di Lugano. Membri del Consiglio di fondazione erano, tra gli altri, Marco Chiesa, capodicastero Consulenza e gestione di Lugano e Raide Bassi, deputata in Gran Consiglio e consigliera comunale di Lugano. Bühler e Chiesa oggi non sono più coinvolti nell’attività della fondazione. Alla presidenza del CdA c’è Stevens Crameri. A lui e Bassi abbiamo chiesto una reazione sulla vicenda, ma hanno preferito non commentare. La sentenza, conclude il Taf, “non può essere impugnata davanti al Tribunale federale ed è quindi definitiva”.