Il progetto di Besso ha visto un aumento dei costi, che ora ha raggiunto gli 80 milioni. Un’interpellanza chiede che non vi siano spese per la Città
A Lugano il tema del contenimento della spesa continua a generare una certa apprensione. L'ennesima prova proviene da un'interpellanza interpartitica (Plr/Pvl, la Sinistra, i Verdi e il Centro) riguardante la Città della musica, e più in generale il comparto di Besso. Questo alla luce dell'aumento di costi della Città della musica – progetto che punta a trasformare l’area dell’ex studio radio della Rsi in un polo musicale di eccellenza –, che ha visto la spesa lievitare vertiginosamente. Nel marzo scorso infatti, il Consiglio comunale aveva approvato l’acquisto del comparto per 21,25 milioni di franchi, con l’idea di finanziare il progetto tramite diritti di superficie per il Conservatorio della Svizzera italiana e la Fonoteca Nazionale. Tuttavia, i costi stimati sono lievitati dai 45 milioni iniziali a 80 milioni, spingendo il Cantone a ricalibrare i propri contributi: 13,4 milioni a fondo perso e un prestito di 18,6 milioni alla Supsi. Al progetto contribuiranno anche la Confederazione (22 milioni) e sponsorizzazioni private (15 milioni).
La Città della musica è poi solamente un tassello del progetto di rivalorizzazione del quartiere di Besso. Attualmente è infatti pendente un Messaggio cantonale per lo stanziamento di un credito netto di 34,9 milioni e di autorizzazione alla spesa di 88,8 milioni per progettazione e l’esecuzione del Comparto Besso. Nell'interpellanza si chiede dunque al Municipio di confermare che l'aumento dei costi per la Città della musica non sia a carico della Città di Lugano, e che non ci siano altre criticità che possono generare maggiori costi. Chiesti anche chiarimenti sulla tempistica per esercitare il diritto d’acquisto del comparto di Besso, che scade nel marzo 2025.