logoBol

‘In un anno la Semiteca ha messo solide radici’

Passato l’inverno, riapre i battenti la ‘biblioteca’ delle sementi di Lugano. Alessandra Comi: ‘È una realtà affermata, apprezzata dalla gente’

La Semiteca di Lugano

Passato l’inverno, riapre i battenti la ‘biblioteca’ delle sementi di Lugano. Alessandra Comi: ‘È una realtà affermata, apprezzata dalla gente’

1 aprile 2022
|

Per metter radici ci vuole una buona terra. E quella del Ticino, in questo senso è buonissima per il progetto della Semiteca, che dopo esser stato messo a dimora nel 2021, a un anno di distanza ha messo radici sane e solide un po’ in tutto il cantone.

Tutto è cominciato nel marzo dell’anno scorso a Locarno, all’esterno dello Spazio Elle in Piazza Pedrazzini, dove su iniziativa di Stephanie Rauer, progettista in permacultura, il primo armadio delle sementi aveva, metaforicamente ma anche letteralmente, aperto le sue ante. E da allora è stato... un fiorire di iniziative e di progetti analoghi in altre zone del cantone. Anche a Lugano, dove in via Simen 1, a fianco della bottega PaneLento Lievito Madre, quasi dal nulla era spuntata una cassettiera verde. E al suo interno era custodito un vero e proprio tesoro fatto di sementi.

‘La parola d’ordine è condividere: c’è chi prende, ma c’è anche chi porta’

Da allora, giorno più giorno meno, sono passati quasi dodici mesi: lasciata alle spalle la pausa invernale, l’imminenza del primo compleanno offre lo spunto per aprire una finestra su questa iniziativa, parlandone con Alessandra Comi, una delle sue promotrici. Cominciando dagli antefatti: «Lo scambio di sementi non è qualcosa di rivoluzionario, ci mancherebbe – premette la nostra interlocutrice –. Tuttavia i due anni di pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle hanno condizionato anche questo genere di attività, ‘congelando’ di fatto tutti gli appuntamenti classici di scambio di piantine e sementi. Un vero peccato, soprattutto per chi vuole coltivare fiori, ortaggi o piante autoctoni, con tutti i vantaggi che questo genere di culture comportano... Per evitare di disperdere questo prezioso patrimonio abbiamo allora escogitato qualcosa di alternativo».

E quel qualcosa di alternativo si chiama appunto Semiteca. «In pratica è una sorta di ‘biblioteca’ delle sementi, dove tutte le persone possono prendere ciò di cui necessitano, e dove possono poi mettere a disposizione delle altre sementi. Il tutto, e questo è un concetto che mi preme sottolineare, a titolo gratuito. Perché alla base della Semiteca c’è il concetto della condivisione, dello scambio reciproco».

Ma non è tutto: lo ‘sportello’ aperto a Lugano, accanto alle sementi, propone anche una serie di schede descrittive che oltre a indicare la provenienza delle sementi, annota anche tutta una serie di consigli utili per la loro coltivazione. «È una sorta di valore aggiunto che vogliamo offrire a chi frequenta la nostra cassettiera, affinché lo scambio di sementi dia in tutto e per tutto i suoi frutti. In questo ci assiste anche ProSpecieRara, che ci mette a sua volta a disposizione la documentazione relativa a determinate varietà tipicamente locali».

La ripartenza

Dalle ‘filiali’ di Biasca e Comano a quella in divenire di Tesserete

Lasciato alle spalle l’inverno (quest’anno nemmeno troppo rigido in fatto di temperature) per la ‘biblioteca’ dei semi è ora di riaprire i battenti: «In inverno tutto si ferma, e anche i semi sono andati... in dimora. Nel senso che per evitare che le sementi prendessero umidità e si deteriorassero, durante la stagione invernale sono stati conservati in un luogo secco, al fresco. Ora è però tempo di rimetterla in funzione e dunque di ripristinare lo scambio: da sabato la Semiteca sarà nuovamente a disposizione di tutti, tutti i giorni e a qualsiasi ora. E a volte saremo presenti anche noi responsabili (assieme ad Alessandra Comi, a curare la Semiteca di Lugano sono Paola Galeazzi e Ronnie Scettrini, ndr) per fornire qualche preziosa informazione; sabato 2 aprile ci saremo tra le 9.30 e le 14».

La sensibilizzazione dei bambini alla tematica è un aspetto che sta particolarmente a cuore ad Alessandra Comi: «Sì, è importante che anche loro vengano sensibilizzati a questa tematica. E vedo che pure fra loro c’è grande interesse; non a caso chi ha fatto la scuola con me ora sta portando avanti il progetto Orto a Scuola».

Sabato si riparte, forti dell’esperienza maturata nel primo anno: e come è andata? «È andata molto bene: possiamo davvero essere soddisfatti di come siano andate le cose: parecchia gente ha preso i semi, e parecchia altra ne ha portati di suoi, contribuendo alla crescita della Semiteca e alla varietà di quanto si può reperire alla Semiteca. Il progetto di Lugano era nato in scia all’entusiasmo riscontrato dall’iniziativa pilota di Locarno, affinché anche nel Sottoceneri si potesse sviluppare una rete per lo scambio di sementi autoctone, e a questo si sono man mano aggiunte altre semiteche, in particolare a Biasca e Comano (quest’ultima ricavata da una cabina telefonica in disuso). E non è finita qui: l’8 maggio ne aprirà i battenti pure una a Tesserete. Evidentemente quello della filiera dell’autoproduzione è un segmento che viene apprezzato da molte persone; una ‘famiglia’ in costante crescita. Durante l’inverno abbiamo anche organizzato un incontro fra i responsabili delle diverse semiteche ticinesi per scambiarci reciprocamente i semi, in modo da favorirne la diffusione su tutto il territorio cantonale. Per questo chiunque voglia aggregarsi al progetto, magari promuovendo l’apertura di ulteriori semiteche è il benvenuto: gli interessati possono segnalarsi contattando il gruppo della Semiteca Ticino».

Il dopo-pandemia

A contribuire, indirettamente, al successo della Semiteca, come detto, è stata la pandemia e, in particolare, le restrizioni che essa ha comportato. E il venir meno di queste ultime che impatto avrà sul progetto? «Il 2021 segnato dalle restrizioni ci ha permesso di mettere radici belle stagne nel territorio ticinese e di far conoscere alla popolazione il nostro progetto. Ora la Semiteca è una realtà concreta e affermata: con l’arrivo della primavera, la prima finalmente ‘libera’ dopo due anni di chiusure, parziali o complete, ritorneranno i momenti di scambio classici, ma in questo contesto la Semiteca continuerà a esistere e crescere, e soprattutto a essere riconosciuta come opportunità alternativa per promuovere una coltura consapevole e locale, forte del fatto che le nostre ‘biblioteche dei semi’ sono accessibili sempre e comunque, ogni giorno della settimana e a qualsiasi ora».

Per maggiori informazioni è possibile consultare l’account Instagram @semiteca.ticino.