Lugano

Cornaredo, la Stan contesta il nuovo Piano regolatore

La Società ticinese per l'arte e la natura ricorre contro le varianti di fase 2: 'È in contrasto con la legge federale sulla pianificazione del territorio'.

Una veduta del quartiere di Cornaredo (Ti-Press)
18 maggio 2020
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"Un insostenibile aumento della contenibilità ad almeno 850 unità abitative (Canobbio + 300 abitanti, Lugano + 300 abitanti e Porza + 350 abitanti), per violazione dello spazio riservato alle acque, in particolare alle acque del fiume del Cassarate, e infine per perdita ingiustificata di aree agricole, con riferimento al cosiddetto Pratone di Trevano". Questi, in estrema sintesi, sono i principi fondamentali del diritto federale violati dal Consiglio di Stato che ha dato luce verde al Piano regolatore del nuovo quartiere di Cornaredo, secondo la Società ticinese per l'arte e la natura (Stan) che ha fatto sapere di aver presentato ricorso al governo cantonale.

'Gli errori della pianificazione'

La società contesta le varianti pubblicate e denuncia "l’infondatezza e gli errori di una pianificazione di quartiere superata: alla luce delle mutate esigenze urbanistiche, ambientali e sociali nel luganese occorre rivedere strumenti e concetti affinché la città torni a essere un insieme di luoghi vivibili e non una giustapposizione di case, strade, spazi aperti di risulta". Parchi, giardini, orti, componenti naturali, riferimenti a beni culturali, a preesistenze storiche e a spazi pubblici significativi "non mancavano nel paesaggio urbano schizzato negli studi preliminari, tanto che sono anche obiettivi dell’”esercizio visioni pianificatorie” voluto dall’amministrazione cittadina attualmente in corso a Lugano, scrive la Stan.

Più contenibilità e gli effetti dannosi

Peggio ancora: "Addirittura le varianti, qualora venissero approvate, aumenterebbero la contenibilità del quartiere e il numero di abitanti con conseguenze dannose: il paesaggio urbano prodotto dallo strumento pianificatorio in vigore resta quello urbanisticamente e socialmente povero che possiamo vedere oggi a Cornaredo, le varianti non fanno che consolidarlo", sostiene la Stan che esprime preoccupazione anche per "l'aumento della contenibilità", con l'introduzione di quantitativi massimi di quote residenziali (portata al 50% della superficie utile lorda).

Più traffico e meno qualità di vita

Un aumento che, prosegue la Stan "comporta conseguenze dannose come l'esposizione al rumore per un alto numero di residenti oltre il grado di sensibilità ammissibile (grado III), un incremento del traffico con movimenti veicolari giornalieri a 16 mila ai quali si devono aggiungere quelli indotti dal posteggio P&R, ossia 6'600i, per un totale di 22'600 movimenti al giorno (pari a 1'883 all'ora su 12 ore, pari a 32 movimenti al minuto) e un aumento del fabbisogno di servizi scolastici con nuove esigenze di aule e un aumento della necessità di mezzi di trasporto pubblico senza un esame attendibile del fabbisogno in termini di ripartizione modale.

'Carenze contrarie alla legge'

Queste carenze, agli occhi della Stan, "sono in conflitto con gli articoli 15 cpv. 1 e 2
della Legge federale sulla pianificazione del territorio che vieta un
sovradimensionamento dei piani regolatori, e gli articoli 38a e l'art. 8a cpv. 1 lettera d LPT che vietano la delimitazione di nuove zone edificabili finché il Cantone non ha ottenuto l'approvazione dell'adattamento del Piano direttore (in specie la scheda P6) da parte del Consiglio federale". 

Comprensorio fluviale snobbato

Il ricorso della società tocca due questioni fondamentali: le varianti non danno risposta a quanto statuito nella risoluzione del Consiglio di Stato del 2010 di approvazione del progetto del Pr intercomunale del Nuovo Quartiere di Cornaredo, che esigeva interazione tra l’equilibrio del comprensorio fluviale e lo sviluppo urbano. E questo contrasta con il compito federale sancito dall'art. 36a Legge federale sulla protezione delle acque, norma che obbliga l'ente pubblico a delimitare lo spazio riservato alle acque affinché siano garantite le sue funzioni naturali, la protezione contro le piene e la loro utilizzazione. Inoltre, continua la società le varianti "non contiengono nessun esame accurato della superficie agricola e della sistemazione del pratone di Trevano né dà seguito alla Risoluzione del CdS che sottolinea l’assenza di compensazione per i terreni agricoli. Da questo profilo, la Stan intravvede la violazione di un altro compito federale, come l'obbligo di contrastare, salvo fondate eccezioni, la perdita di territorio destinato alle colture (art. 15 cpv. 3 ultima frase della Legge federale sulla pianificazione del territorio.

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