Lugano-Agno

Aeroporto, 'Speriamo in un lieto fine'

Dopo l'annuncio di liquidazione si chiede un incontro con CdA ed azionisti della Lugano airport Sa

Ti-press
24 aprile 2020
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"Siamo un po' a terra, però cerchiamo di guardare avanti, soprattutto con la commissione del personale  in vista della futura gestione, anche se è difficile perché lo scenario cambia continuamente" ci dice Ivo Carrozzo, uno dei 72 dipendenti di Lugano airport. Il giorno dopo è "un misto di rabbia e delusione" tra i dipendenti dell'aeroporto di Lugano, di quella Lasa Sa che giovedì  ha annunciato la propria messa in liquidazione a decorrere dalla fine di maggio. I licenziamenti cautelativi diventano effettivi, c'è un barlume di speranza per alcuni di loro di trovare posto nella futura società di gestione privata. "Restando a piedi in questo momento, per noi sarebbe molto difficile" continua Carrozzo. "So che qualcuno ha trovato un posto, chi all'aeroporto di Magadino chi in polizia, ma sono un paio di casi. Noi abbiamo dato molto negli ultimi anni, speriamo che la politica senza verso di noi un obbligo morale, anche se non c'è un obbligo legale, per ricollocarci. Speriamo in un lieto fine che soddisfi tutti". Intanto oggi ad Agno un gruppo di dipendenti si è trovato, presenti il direttore Maurizio Merlo e un sindacalista. "Abbiammo deciso di chiedere un incontro sia con il consiglio di amministrazione di Lugano airport, che con i suoi azionisti, cioè la Città di Lugano e il Cantone" ci ha risposto il segretario di Unia Ticino Giangiorgio Gargantini al termine dell'incontro.

Parte del processo

"I lavoratori vorrebbero essere parte integrante nel processo della situazione: quella fino a fine maggio con la società attuale, da giugno con la gestione provvisoria del Comune e poi nella prossima gestione privata dell'aeroporto. Vorrebbero discutere molto rapidamente del futuro, perché per loro il futuro è adesso, non l'anno prossimo. Si parla di rimanere con soli 13 dipendenti (su 72 ndr) ma con il rilancio parte dei privati si può immaginare che occorrano più lavoratori. Per intenderci: è vero che l'emergenza del coronavirus ha avuto un impatto molto forte sull'aviazione di linea, ma probabilmente questo finirà per rilanciare l'aviazione generale (i voli privati ndr). Ci sarà sicuramente molta voglia di volare, tra chi potrà permetterselo, naturalmente. Insomma non avrebbe senso lasciare a casa adesso 50 persone per poi, mettiamo, doverne riassumere 20 fra un po' di tempo.  Perciò bisognerebbe subito ragionare con i futuri gestori privati: se questo deve essere il punto zero, almeno che sia ben fatto". In mezzo alle comprensibili preoccupazioni umane ed economiche - tutti hanno già ricevuto la lettera di licenziamento, anche il direttore Merlo - trovano spazio pensieri più amari. "Sicuramente ci sarebbe voglia di ridiscutere almeno gli ultimi dieci anni di gestione dell'aeroporto...". Cosa poteva essere, ed invece non è stato.

A livello politico intanto nell'arena della discussione continuano a pervenire commenti e prese di posizione. Dopo la 'tempesta' di giovedì, in giornata si sono manifestati tra gli altri la sezione cittadina dell'Udc, i Verdi liberali e il consigliere comunale del Plr Luca Cattaneo. Quest'ultimo solleva una serie di questioni giuridiche, in una interrogazione al Municipio cittadino. Chiede tra l'altro: "Considerato che la Lugano Airport SA si trova in situazione di eccedenza di debiti (art. 725 cpv. 2 CO) almeno dall’autunno 2018 (con conseguente postergazione dei crediti della Città), essa può oggi ancora optare liberamente per lo scioglimento deciso dall’assemblea degli azionisti (e quindi evitare il fallimento)? In caso di risposta affermativa, su quale base?" e "Tenuto conto della situazione finanziaria attuale della Lugano Airport SA, come verrà finanziata la liquidazione ordinataria?". L'Udc luganese polemizza: " Nel 2017 PLR, PPD, Lega e PS non hanno mai voluto mollare gli sgabelli partitici del CdA per rimpiazzarli parzialmente con persone competenti nel settore dell’aviazione e nella gestione di aeroporti. L'UDC luganese è come sempre molto pragmatica e questa notizia non è per noi una novità. Attenderemo di poter parlare quindi con il Municipio nelle sedi istituzionali preposte per sottoporgli tutte le domande del caso. Infine i Verdi liberali invitano le autorità, anche cantonali, a una tavola rotonda per " dialogare in maniera trasversale sulle possibilità per non lasciare cadere l’intero comparto aeroportuale di Lugano in una situazione di inutilizzo. Dobbiamo evitare che l'infrastruttura faccia la stessa fine del piccolo aerodromo di Ascona, dismesso nel 1999 e ancora in stato di abbandono dopo 21 anni".

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