Luganese

Gentilino, una guida per Sant'Abbondio

Il Consiglio parrocchiale ha promosso un manuale sulle suppellettili liturgiche della chiesa affidato alla storica dell'arte Maria Foletti Fazioli

(Ti-Press)
26 agosto 2019
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Una guida per conoscere al meglio una parte del tesoro celato nella chiesa di Sant’Abbondio a Gentilino. Questo lo scopo dell’inedita pubblicazione a cura della storica dell’arte Maria Foletti Fazioli. Tutte le suppellettili liturgiche sono pertanto state inventariate, schedate e fotografate dai militi specializzati nella protezione dei beni culturali del Corpo della protezione civile Lugano Città. L’agile libretto è stato recentemente dato alle stampe su iniziativa del Consiglio parrocchiale di Gentilino e Montagnola.

Nella prima parte, l’autrice si sofferma sulla genesi del complesso monumentale di Sant’Abbondio: viale alberato, ossario e casa parrocchiale – oltre a custodire un prezioso patrimonio storico e artistico –, caratterizzano la ‘skyline’ del paese. Nella seconda parte, Foletti Fazioli elenca gli oggetti liturgici, accompagnandoli da spiegazioni e significati.

I beni mobili che compongono il tesoro di Sant’Abbondio sono più di 300. Essi comprendono gli oggetti conservati nella chiesa e nella casa parrocchiale. Si tratta di dipinti, ex voto, statue, icone donate alla parrocchia, accessori vari, messali e preziosi paramenti sacri. Circa un terzo di questi oggetti sono stati conservati nella sala espositiva, la quale è stata inaugurata nel 2001 e ubicata in fondo all’ala della confraternita. Si tratta di suppellettili usate per celebrare l'Eucaristia, per l’arredo dell’altare, per l’illuminazione, per i vari periodi liturgici o ancora oggetti devozionali, oppure per l’incensazione o per le processioni.

“La maggior parte di questi manufatti, però – evidenzia la studiosa –, hanno perso la propria funzione originaria col passare del tempo, di conseguenza sono caduti in disuso”, nonostante sia stato investito molto impegno da parte della comunità parrocchiale per conservare intatta l’identità di ciascuno degli utensili.

Il primo inventario è del Cinquecento

Questi ultimi come detto sono più di 300. Fra questi, abbiamo il calice: un manufatto composto da una coppa di dimensioni generalmente piccole. C’è il campanello d’altare che è solitamente in bronzo con impugnatura; i candelieri d’altare il cui numero varia a seconda della festività. La cartagloria è composta da testi con parti della messa in latino, contenuti in delle cornici. L’ostensorio è un vaso per l’esposizione del santissimo sacramento costituito principalmente da materiali preziosi. La patena è un piattino consacrato usato dal celebrante per posare l’ostia durante la messa. La pisside è un vaso sacro che custodisce le ostie consacrate che vengono poi distribuite ai fedeli durante la comunione. Il tagliaostie è una taglierina di forma rotonda, utilizzata per ricavare dalla sfoglia già cotta le ostie, piccole o grandi. La raganella è uno strumento sonoro che produce rumori secchi e brevi utilizzato durante la settimana santa, da giovedì a sabato. Il reliquiario, infine, è una custodia di forma e materiale diverso per la conservazione e l’esposizione delle reliquie.

La storica chiesa di Sant’Abbondio viene citata in un testo per la prima volta nel 1270 (“Concilium Sancti Abbondii”), ma divenne una parrocchia indipendente staccandosi dalla chiesa di Agno nel 1530. Nel 1632, la struttura iniziò a prendere la forma per la quale la conosciamo oggi: con l’attuale facciata elegante e simmetrica.

Quello di Foletti Fazioli non è il primo inventario dei beni presenti nella chiesa. Da resoconti pastorali risulta infatti che già nel 1571 il vescovo di Como Antonio Volpi ordinò che se ne facesse uno.

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