Luganese

Autogestione, primi passi

La commissione speciale invita gli autonomi dell’ex macello di Lugano a un incontro il prossimo 14 giugno

Ti-Press
9 giugno 2019
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«Ci sembrava un passo dovuto, sarebbe stato fuori luogo decidere o proporre soluzioni senza interpellare l’interlocutore. Perciò, nella prima riunione del gruppo di lavoro, tenutasi alcune settimane fa, abbiamo deciso di proporre agli autonomi un incontro per capire quali sono le loro esigenze. Dopodiché, possiamo partire con la ricerca di un luogo». Fabio Schnellmann, capo dell’ufficio Eventi e Turismo della Città e deputato Plr in Gran Consiglio, che ha il ruolo di coordinatore della Commissione speciale chiamata a trovare una soluzione alternativa all’ex macello per la sede dell’autogestione, ci ha illustrato i primi passi compiuti dal gruppo di lavoro.

Primi passi che si sono concretizzati nell’invito rivolto a una rappresentanza del centro sociale per un incontro il 14 giugno che dovrebbe tenersi in un locale pubblico di Viganello. Qualcosa si muove, insomma, dopo la decisione del Consiglio comunale di Lugano che, ricordiamo, nell’ultima seduta risalente al mese di maggio ha confermato l’orientamento del Municipio di progettare il futuro del sedime di proprietà della Città senza spazi per l’autogestione. Intanto, la disdetta della Città non è ancora stata intimata agli “inquilini” che occupano poco più della metà della superficie del sedime. «Non c’è fretta» ha dichiarato ieri il sindaco di Lugano Marco Borradori.

E se loro confermassero l’intenzione di rifiutarsi di lasciare l’ex macello? «Potrebbe anche essere, in tal caso vedremo – risponde il coordinatore della commissione che rappresenta Lugano assieme a Gino Boila, responsabile della Divisione edilizia pubblica e Lisa Muscionico, responsabile della Divisione gestione e manutenzione –. Dovrebbe essere anche imminente il rapporto alla mozione del 2012 firmata dal sottoscritto, da Badaracco e da Corti affinché il Consiglio di Stato, visto che ha firmato la convenzione dell’ottobre 2002, finalmente cominci a fare la sua parte nella ricerca di una soluzione e non sia solo Lugano a sbrogliare la matassa». Nella commissione speciale, il Cantone è rappresentato da tre funzionari, uno del Dipartimento educazione cultura e sport (Decs), un altro del Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) mentre il terzo fa parte della Polizia cantonale.

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