Luganese

Rapina al casinò di Campione, condannate le menti

Inflitti oggi 7 anni e 4 mesi di carcere a due comaschi: indicati agli inquirenti dalla 'talpa', pure condannata, non hanno mai fatto il nome dell'autore materiale

Ti-Press
26 marzo 2019
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Pesanti condanne, nonostante il rito abbreviato che ha ridotto la pena di un terzo, per i due comaschi, entrambi con precedenti, considerati gli organizzatori della rapina del 28 marzo 2018 al Casinò municipale di Campione d'Italia. La sentenza, pronunciata dal giudice delle udienze preliminari Laura De Gregorio del Tribunale di Como, è giunta oggi alle 18. Sette anni e quattro mesi ai due comaschi, uno residente a Faloppio, l'altro a Garzeno, dopo che l'accusa, rappresentata dal pm Daniela Moroni, aveva chiesto per il primo la condanna a dieci anni e per il secondo a otto anni. Richieste pesanti che l'accusa ha motivato col fatto che nessuno dei due ha mai fatto il nome del rapinatore, il quale continua a essere uccel di bosco, e fatto ritrovare il malloppo pari a oltre 760mila fra euro e franchi. Il difensore di entrambi, l'avvocato Daniela Danieli di Como, che per i suoi assistiti aveva chiesto l'assoluzione poiché gli unici elementi in mano all'accusa era la chiamata in correità della 'talpa', ossia un ex direttore dell'area tecnica delle slot machine, amico d'infanzia del comasco residente a Faloppio. L'ex dipendente del Casinò, il primo a finire in carcere, e attualmente agli arresti domiciliari nel Comasco, dopo mesi di detenzione aveva deciso di collaborare con gli investigatori, chiamando in causa gli altri due. Assistito dagli avvocati Davide Giudice ed Edoardo Pacia di Como, la 'talpa' ha patteggiato 2 anni e 8 mesi. Patteggiamento ottenuto grazie alla collaborazione con gli inquirenti. L'uomo pur avendo incontrato due o tre volte il rapinatore non è stato in grado di riconoscerlo dalle foto segnaletiche che gli erano state mostrate. Non si esclude perciò il fatto che possa essere un incensurato. Fatto sta che continua a essere uccel di bosco, forse con l'intero bottino. Il rapinatore, la mattina di un anno fa, attorno alle 7 era arrivato alla stanza del tesoro, dove due impiegati del casinò, come tutti i giorni, erano intenti a preparare le mazzette - euro e franchi - da consegnare all'apertura della casa da gioco ai cassieri. Una strada spalancata, senza ostacoli, grazie alla 'talpa'.

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