Fra novità e conferme, regalare un trattamento di medicina estetica è sempre più praticato. Ne abbiamo parlato col dottor Luca Borra di Lugano
Tempo di Natale, tempo anche di regali. Ad arricchire uno degli assiomi più consolidati della società occidentale contemporanea, ci pensa un trend silenziosamente in crescita. Complice l’accessibilità finanziaria, sono numerose le persone che si sono trovate sotto l’albero un buono dal chirurgo estetico. Ne abbiamo parlato con il dottor Luca Borra. Specializzato in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica nonché in senologia, è attivo professionalmente da vent’anni e dal 2006 ha uno studio a Lugano, da poco traslocato in riva Caccia.
Confermo. Naturalmente si tratta di regali generici. Negli ultimi anni vanno molto i buoni, affinché il destinatario stesso possa scegliere che cosa fare.
Si prediligono soprattutto trattamenti di filler – le cosiddette punturine – o altri anti ageing. Possono capitare anche interventi chirurgici veri e propri, magari una mastoplastica additiva desiderata da tanti anni, ma è più raro.
Generalmente le coppie, lui a lei soprattutto. Ma sono in aumento anche i regali fra amiche ad esempio.
Sì, sono più accessibili di una volta e perciò più regalabili. Si parte da poche centinaia di franchi: i filler sono sui 350 fr. e i botox anche meno. Costa di più comprare uno smartphone. Ma penso che il motivo principale del successo sia un altro.
La qualità è molto più elevata. Oggi i lifting sono magia, sono diventati un’arte. Non si ringiovanisce più solo una persona, ma la si abbellisce mantenendo un aspetto naturale. Se lo specialista è bravo, non sono più pensabili risultati grotteschi come talvolta accadevano.
Quelli di medicina estetica. I già citati filler e botox, e poi vitamine e aminoacidi per idratare la pelle. Siamo nell’ordine delle migliaia all’anno, mentre gli interventi chirurgici sono centinaia.
Fino a pochi anni fa l’intervento più richiesto era la liposuzione. Oggi, da quattro-cinque anni circa sono le mastoplastiche additive al seno. Per gli uomini sono in crescita gli interventi contro la calvizie, oggi meno accettata.
I filler per raddrizzare il naso – usato sia da donne che da uomini –; trattamenti per abbellire la fronte e la tempie; acido ialuronico – o protesi, a seconda dei casi – per rinforzare e rendere più visibile il mento. La tendenza generale è quella di accentuare i tratti somatici del viso, più triangolare rispetto a prima.
Proprio così: il viso una volta era più ovale, oggi no. Il fisico femminile invece lo si vuole prosperoso, non è più androgino.
Non sempre. Ci sono anche dei limiti. Allargando il discorso, capita che arrivino pazienti, spesso già più volte operati, con aspettative irrealizzabili: abbiamo il dovere di farlo presente. In generale, la regola è: quando l’ago della bilancia pende più verso il rischio che sul beneficio, allora è meglio rinunciare.
Sì, ma non sono così frequenti. Richiedono spesso interventi correttivi, come nel caso delle orecchie a sventola. Naturalmente, deve esserci il consenso firmato dell’autorità parentale e le motivazioni vanno discusse ancor più seriamente.
Il chirurgo deve essere disponibile. Consiglio sempre di fare una visita: al termine si deve aver tratto il 100% delle informazioni sull’intervento. La trasparenza è fondamentale: un paziente informato e consapevole è un paziente felice.
Ritengo che sia nelle cellule staminali e nelle loro capacità rigenerative dei tessuti.