Pregassona

Via Industria, a breve l'incontro con amministratori e proprietà

Il Municipio ha ufficializzato ieri le intenzioni. Il capodicastero Socialità Quadri: 'Vogliamo far sentire il nostro malcontento, una pezza va messa'

Ti-Press
5 ottobre 2018
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Una data non c’è, ma l’ufficialità sì. Le intenzioni ventilate nei giorni scorsi dal sindaco di Lugano Marco Borradori hanno trovato ieri conferma: il Municipio ha infatti deciso di incontrare l’amministrazione del palazzo di via Industria, dove esattamente due settimane fa è andato in scena l’intervento che ha scoperchiato la realtà dell’appartamento-discarica in cui vivevano una famiglia di cinque persone e diciotto cani non dichiarati.

«Ne abbiamo discusso – conferma il capodicastero Sostegno e socialità Lorenzo Quadri –, ribadendo l’intenzione di incontrare gli amministratori (la Privera Sa, che non rilascia dichiarazioni, ndr) e la proprietà (la Swiss Finance & Property Ag, ndr), perché la situazione in questi stabili non risulta sostenibile». L’incontro non è ancora stato fissato, ma «dovrebbe essere a breve» con lo scopo di «parlarsi e richiamarli alle loro responsabilità. Non stiamo parlando di un appartamento solo ma di interi edifici: è corretto che il Municipio faccia sentire il proprio malcontento per la situazione venutasi a creare». Secondo gli inquilini, l’amministrazione risulta un po’ latitante e non sempre facilmente raggiungibile. «Ci è noto che la proprietà attuale ha ereditato una situazione difficile. Ma una pezza va messa e spetta a loro».

Un richiamo alla responsabilità

È presto per dire se la «pezza» sarà simile a quella attuata in via Odescalschi a Chiasso – con interventi di miglioria di vario tipo –, o meno. I casi di degrado non riguardano infatti solo il ‘palazzone’ di via Industria. La Città può fare qualcosa di più o di diverso per evitare che si creino situazioni di questo genere? «Richiamare maggiormente alla responsabilità proprietari e amministratori di stabili problematici è sicuramente un tema ed è qualcosa che come Municipio andrebbe fatto dal mio punto di vista».

Come ammesso da più parti nei giorni scorsi, qualcosa nella rete sociale – pubblica e privata – non ha funzionato. Settimana scorsa alla ‘Regione’ la Camera di protezione giuridica (Cpg) – organo di vigilanza sulle Autorità regionali di protezione (Arp) – aveva confermato l’avvio di una procedura di valutazione sull’accaduto. L’Arp responsabile del caso – nel quale sono coinvolti tre minorenni – è la 3, il cui presidente viene scelto dal Comune. «Anche il suo operato sottostà alla Cpg – osserva Quadri –, è una situazione ibrida, ma sanzionare eventuali errori spetta all’autorità di vigilanza giudiziaria. Il Municipio è responsabile dell’Arp solo per le questioni amministrative e logistiche. Dobbiamo valutare se ci siano state in generale delle carenze. Ma siamo responsabili dei servizi di competenza comunale», evidenzia. Nello specifico: accompagnamento sociale e scuole. E sul caso in questione, a Palazzo Civico i dossier sono corposi. «Sono state prese tante misure a sostegno dei minori, la rete sociale c’è stata. Una pesante responsabilità ce l’hanno i genitori».

Una trentina gli interessati ai cani

Buone notizie intanto dal fronte dei cani: «Sono stati confiscati e liberati per l’adozione», ci dice il veterinario cantonale Luca Bacciarini. Tradotto, significa che i diciotti animali non sono più neanche nominalmente proprietà della famiglia di Pregassona, ma dello Stato, che a sua volta ‘liberandoli’ li mette a disposizione per essere adottati. «Verrà fatto un controllo – ammonisce –, devono essere persone in grado di occuparsene in modo consono. Alcuni cani hanno subito la deprivazione sensoriale: non conoscono la realtà esterna e ci vuole un approccio esperto». Liberi sì, ma – a dispetto della trentina di persone già interessate – ancora non pronti. «Stiamo terminando vaccinazioni, sverminazioni e toalettatura – spiega il direttore della Protezione animali di Bellinzona, Emanuele Besomi –, solo allora cominceremo con le adozioni. Vogliamo che siani cani sani». La confisca è arrivata, per la denuncia per maltrattamenti è ancora presto però. «Non ho ancora in mano tutti gli elementi per farla, ma si propende per sporgerla», chiarisce Bacciarini.

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