Luganese

Grancia 1: Trent'anni di shopping

Il Parco commerciale nacque nel 1988. Domani la festa, con negozi aperti, sconti e il taglio del nastro più lungo al mondo

29 settembre 2018
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Da ‘non luogo’ per antonomasia della mitologia postmoderna a spazio per la socializzazione. Il Parco commerciale di Grancia 1 (Pcg) sta cercando di cambiare pelle. A trent’anni dalla sua inaugurazione – il primo, nella più grande area commerciale ticinese –, il centro si sta riorientando per far fronte alle sfide del presente e a quelle del futuro. «Da ticinesi vogliamo cercare di fare qualcosa per i ticinesi» riassume l’amministratore del Pcg, Daniele Radaelli.
Concretamente, il centro commerciale sta cambiando esteticamente e anche nei contenuti. L’anno scorso è stata inaugurata una nuova piazza alberata, pavimentata in pietra naturale e dotata di panchine e fontanelle multicolori che richiamano i colori simbolo del Pcg (viola e blu). «Lo shopping del futuro non è più solo l’acquisto del prodotto, mancano punti di aggregazione – valuta il direttore Fabio Canciani –, per questo stiamo puntando sempre più sulle manifestazioni». Un esempio, è la partecipazione come sponsor unico al torneo calcistico di Grancia svoltosi a giugno. Ma la trasformazione da luogo di transito a posto in cui socializzare si farà ancor più marcata in futuro. «Stiamo pensando a un centro polifunzionale da mettere a disposizione delle associazioni – svela Radaelli –, attualmente siamo in fase di pre domanda di costruzione, l’obiettivo è che sia agibile entro fine 2019». Ancora top secret il luogo scelto, ma non i contenuti: si vorrebbero un campo da tennis, uno da basket e un altro per il calcetto. «La nostra struttura è ticinese è al 100%, l’intero indotto fiscale rimane in Ticino, e proprio per il nostro territorio vogliamo fare qualcosa in più».


Un desiderio? ‘Primark’


Musica del futuro. Ora gli occhi sono puntati ai festeggiamenti, che culmineranno nella giornata di domani. Per l’occasione i negozi resteranno aperti tutta la giornata e sarà possibile fare acquisti godendo di sconti e promozioni speciali. Inoltre, il Pcg sarà visitato dalla giuria inglese del Guinness World Record per il taglio del nastro più lungo della storia.
Seppur forse non dei primati, il Pcg vanta numeri molto importanti. Sono circa 300 i collaboratori nella trentina di negozi che fanno parte del centro – «più altri 200, se consideriamo l’indotto generato» sottolinea Radaelli –, mentre si aggira intorno ai 150 milioni di franchi la cifra d’affari annua. Mica male per una realtà sviluppatasi dal nulla, «una scomessa vinta», a fine anni Ottanta là dove sorgevano un’area industriale e artigianale di basso standing decisamente di scarso richiamo. All’epoca i centri commerciali erano i diretti antagonisti degli esercizi in città. Oggi i nemici sono comuni e si chiamano shopping online, concorrenza estera, legislazioni da adeguare. Su quest’ultimo fronte, l’amministratore non nasconde che «un po’ più di flessibilità non guasterebbe: non chiediamo le aperture domenicali, ma il sabato è il giorno che abbiamo più visitatori (fino a 10’000, ndr) e dover chiudere alle 17 durante la stagione invernale ci penalizza». Auspici e speranze sul fronte normativo, che si legano a quelli del coté commerciale. Il Pcg si è profilato negli anni per la sua offerta relativamente alternativa; c’è un marchio che desiderebbe? «Vorrei tantissimo Primark – confessa Radaelli –, ma sono cosciente che non l’avremo mai. Ad Arese ce n’è uno e per loro non sarebbe conveniente aprirne uno qui».

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