Luganese

Dopo la quiete, la 'tempesta' dei Tipsy Road

La band ticinese torna con il quarto disco intitolato 'Beyond the Veil' e ci spiega perché 'Palco ai Giovani' è stato una svolta

30 gennaio 2018
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La quiete prima della tempesta. Agganciandoci al primo singolo (“The Storm”) del loro secondo album, “Beyond the Veil”, l’assenza dalle scene dei Tipsy Road – escluso il singolo “Lumination” del 2016, l’ultimo Ep risale al 2014 – è stata un periodo di cambiamenti e incubazione per il ritorno. Ne abbiamo parlato con Elia Heutschi, batterista che – con Christian Zatta (chitarra), Mauro Salazar (tastiere), Simone Geronimi (basso) e la new entry Anissa Boschetti (voce, dal 2016) – forma la band fin dalle origini.

L’ultimo disco risale al 2014. Cos’è cambiato in questi anni? Innanzitutto c’è stato un importante cambiamento nella line-up, dovuto alla scelta di intraprendere strade differenti da parte di Davide, il cantante. Dopo una lunga ricerca abbiamo trovato la voce in Anissa, con la quale abbiamo registrato “Lumination”. La costante ricerca di varie sonorità ha portato a un album di carattere sia forse più ‘duro’, che variegato.

Come mai il titolo ‘Beyond the Veil’? Che cosa simboleggia questo velo? Rappresenta il viaggio compiuto sia personalmente da ogni membro, sia dalla band nell’insieme. Una crescita quindi sia musicale che personale, come capita a tutti nel quotidiano. È stato scelto in quanto espressione di ciò che è stata la vita della band dopo i cambiamenti nella line-up e la musica e i testi composti. Il velo può avere più connotazioni, a seconda di chi vive la musica che proponiamo e quindi delle emozioni che prova. “Oltre il velo” è crescita ed evoluzione, non senza sofferenza ma anche con gioia.

Di quali temi tratta l’album? Le tematiche sono varie: dall’arrivo dei momenti difficili come raccontato in apertura con “The Storm” al superamento o all’accettazione, argomenti trattati in “Where my Demons Die”. L’invito è quello ad ascoltare la musica e i testi, e poi a trovare le proprie emozioni e interpretazioni liberamente in ogni brano.

Come descriveresti ‘The Storm’, il singolo di lancio e il relativo videoclip? È la decisa apertura dell’album, nonché l’inizio del percorso attraverso le trame dell’opera. Vengono raccontate le sensazioni fisiche ed emotive di un momento difficile e la necessaria volontà per superarle. Il videoclip è stato girato in alta montagna, dove il freddo sulla pelle si avvicinava molto al ‘vento invernale’ del brano proposto. Ha davvero messo alla prova la volontà di tutte le persone coinvolte, dalla band allo staff di regia (coordinata da Samuele Barbarossa, ndr). La parte dell’attore è stata affidata a Marco Capodieci. Il video è su YouTube, per chi fosse curioso!

L’anno scorso avete festeggiato i dieci anni di carriera: un bilancio? Siamo partiti da ragazzini, esaltati dal poter suonare la propria musica, e dopo quattro lavori in studio e molta attività live (sia in Svizzera che all’estero) siamo ancora entusiasti di poterlo fare. Questo indipendentemente dai cambiamenti della line-up. È una grande gioia sapere che la nostra musica porta realmente emozioni a chi ci ascolta. A titolo personale, a 16 anni non ci avrei per forza scommesso (ride, ndr)!

Nel 2012 la vittoria a Palco ai Giovani. Cos’è cambiato da allora? È un’importante realtà per chiunque voglia imbracciare uno strumento e saggiare cosa significhi vivere il palco (e il pubblico) di certe dimensioni, sia emotive che fisiche. L’aver vinto un’edizione – e ottenuto quindi il contributo in denaro – ha dato l’ultima spinta per entrare finalmente allo Stairway Studio di Stefano Scenini per incidere “Somewhere Alive” (il primo full-lenght album, ndr). Prima di allora, abbiamo passato anni a conservare i cachet delle esibizioni live per poter produrre i dischi. Da lì è iniziata la fase di registrazioni e concerti che ancora dura.

Che consiglio ti senti di dare ai giovani che si affacciano al concorso? È un contest utile e lo sarà finché ci saranno band e artisti affamati pronti a salire sul palco. A loro dico soprattutto di divertirsi, e di stringere i denti...

In chiusura, dove potremo ascoltarvi live nei prossimi mesi? Al momento non abbiamo date da segnalare, perché stiamo organizzando la prossima fase del tour di “Beyond the Veil”. Seguendoci sul sito o sui nostri canali social, sarete sicuramente aggiornati ad ogni evento per tempo.

E intanto, tornano gli appuntamenti di MusicNet

Lugano Fresh Festival, la Winter Session di Palco ai Giovani e Make your move - Urban Festival. La trinità musicale dell’inverno luganese si ripropone per il secondo anno consecutivo per scaldare la stagione – e sopperire al vuoto di manifestazioni –, nella cornice di MusicNet. Tre periodi, location e finalità distinti per un fil rouge comune: la musica e il divertimento. Ad aprire letteralmente le danze sarà domani Lugano Fresh Festival. Al polo del Foce – tra studio, teatro e foyer – si affiancheranno un paio di spazi artistici (il Morel e il Sonnenstube), per ospitare i cinque giorni in cui la musica – con performer provenienti da Svizzera, Italia, Germania, Polonia, Stati Uniti, Belgio, Siria e Senegal – si fonderà con le arti visive. Bisognerà invece aspettare il 22 febbraio per entrare nel mondo di una delle più importanti manifestazioni musicali ticinesi: Palco ai Giovani. Il Centro esposizioni diventerà, per tre giorni, il palcoscenico della sfida a suon di ritmo fra trenta band emergenti del cantone. A valutare le performance della winter session sarà una giuria composta da esperti e critici musicali, che al termine selezionerà i gruppi che accederanno alla fase finale, che si terrà in piazza Manzoni il 18, 19 e 20 maggio. Un’opportunità non di poco conto, perché permetterà ai finalisti non solo di esibirsi di fronte a migliaia di persone ma anche di aprire la serata a ospiti internazionali. Agli albori della primavera, dal 2 al 4 marzo, Palazzo dei congressi e piazza Castello saranno infine lo scenario del Make your move - Urban Festival. Un vero e proprio villaggio dedicato alla street dance. Il ricco programma prevede: contest, spettacoli, workshop, incontri con artisti e relatori, proposte cinematografiche, installazioni, un’area dedicata ai più piccoli e l’apprezzato street food.

«Gli eventi musicali, anche di questo tipo – con un target di giovani e giovanissimi –, stanno diventando sempre più amati. Visti il buon riscontro (diverse migliaia i partecipanti, ndr) e le infrastrutture di cui disponiamo, proporli fa parte della nostra strategia per vivacizzare la città in un periodo un po’ spento. E la collaborazione coi privati sta diventando sempre più importante», ci dice il capodicastero Eventi Roberto Badaracco.

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