
Con 30 reati ogni 1'000 abitanti, Lugano è la città più sicura della Svizzera fra le dieci più popolose. Lo dicono le ultime statistiche criminali riferite al 2016 e presentate stamattina durante l'annuale conferenza stampa della Polizia comunale di Lugano. Oltre a questo record, la città sul Ceresio si piazza bene anche nel confronto regionale con realtà più piccole. È più sicura di Chiasso, Bellinzona e Locarno, superata solo da Mendrisio per i reati del codice penale svizzero e per quelli legati agli stupefacenti. La nota dolente è rappresentata invece dai furti con scasso, per cui – con 4,7 episodi ogni 1'000 persone – Lugano si pone non solo sopra la media cantonale (4,4x1'000) ma direttamente al secondo posto, dietro Bellinzona. “Questi dati sono confortanti – ha detto il capodicastero Michele Bertini –, ma si tratta di statistiche potenzialmente pericolose: non bisogna abbassare la guardia e anzi è importante continuare a investire perché le sfide con cui sono confrontati i nostri agenti mutano in continuazione”.
La conferenza odierna è stata anche l'occasione per fare un primo vero bilancio dall'entrata in vigore della Legge Ordine Pubblico, il 1° luglio dell'anno scorso. Da allora sono state controllate 362 persone per un totale di 110 infrazioni constatate. Di queste, soltanto 2 hanno riguardato la dissimulazione del volto, mentre la maggioranza (67) sono state rilevate per casi di accattonaggio. E proprio in quest'ultimo ambito la Polcom registra un dato che fa tutto sommato piacere: nel corso dell'anno scorso sono diminuiti (passando da oltre il 7% al 5%) i bambini sotto i 10 anni fermati per questo reato. Di meno, ma pur sempre troppi: 27 casi.
Ma non di sole statistiche si è parlato. Immancabile infatti lo sguardo al futuro: è in preparazione il messaggio municipale contenente la richiesta di credito riguardante gli impianti e le installazioni di sicurezza, di controllo e di condotta. “Vogliamo aumentare la sorveglianza sulle vie ad accesso limitato per impedire il traffico abusivo”, ha spiegato il vicesindaco. E non solo. Il messaggio conterrà anche l'istanza per l'estensione della rete di videosorveglianza. SecurCity non si limiterà – qualora l'iter non subisca intoppi – unicamente alle zone centrali. “Ci sono ulteriori zone sensibili – ha chiarito Bertini – e mi riferisco in particolare ai quartieri di Molino Nuovo, Viganello e Pregassona. Inoltre il regolamento dovrà essere adeguato”. Con quest'ultimo punto s'intende in particolare l'estensione dello stoccaggio dei dati video accumulati dal sistema, utile soprattutto per gli inquirenti “che consultano settimanalmente la rete per le proprie inchieste”. Il problema che si porrà sarà, di nuovo, legato alla privacy.