Luganese

Como, tre ticinesi alla sbarra per il riciclaggio di sei milioni di euro. Processo 'arenato'

(Carlo Reguzzi)
10 novembre 2016
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Questo processo s’ha da fare a Varese. Su questa eccezione preliminare, sollevata da collegio difensivo, si è arenato oggi in Tribunale a Como, davanti al collegio giudicante presieduto da Valeria Costi, il processo nei confronti di quindici imputati, fra cui quattro ticinesi, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di oltre 6 milioni di euro, denaro proveniente da altri reati.
Stando ai difensori la competenza sarebbe dei giudici di Varese in quanto le intercettazioni telefoniche sono state effettuate nel distretto varesino. Non è dello stesso avviso il pm Mariano Fadda che ha chiesto ai giudici di respingere l’eccezione. Giudici che si sono riservati di sciogliere la riserva alla prossima udienza fissata il 22 dicembre. Nell’inchiesta del Nucleo di polizia tributaria di Como fra il 18 settembre 2012 e il 4 luglio 2013 c’erano stati sequestri di valuta per 2,35 milioni di euro. A capo dell'organizzazione, per l'accusa, c'erano due settantenni, un ticinese residente a Mendrisio e un comasco, mentre il baccio operativo era un 46enne bancario, dipendente di una banca di Manno. Un ruolo importante dal pm Marianno Fadda viene assegnato a due impiegati (un ticinese e una varesina) di due finanziarie di Lugano. Fra gli spalloni anche una 53enne di Mendrisio fermata il 16 giugno 2013 a Guanzate con mezzo milioni di euro. Soldi che stava portando ad un imprenditore di Castenedolo (Brescia).

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