
Non si è presentata stamane in aula penale la donna italiana di 53 anni accusata fra l'altro di ripetuto furto e truffa ripetuta. Il dibattimento condotto dalla giudice Rosa Item si è comunque celebrato in contumacia. In carcere preventivo per un mese dal 28 maggio del 2013, la donna era stata assunta come collaboratrice domestica nel febbraio dello stesso anno da un'anziana di novant'anni residente a Lugano. Ma dopo poche settimane, poco alla volta, ha cominciato a sottrarre gioielli, preziosi, monete d'oro, denaro contante appropriandosi pure della carta di credito del compagno dell'anziana. Complessivamente ha rubato poco meno di 60mila franchi, come stabilito nell'atto d'accusa dal procuratore pubblico Nicola Respini che, nella requisitoria, ha sottilineato come l'imputata abbia tradito la fiducia della datrice di lavoro negando l'evidenza, inscenando furti attribuiti ad altri, fino a quando gli inquirenti non le hanno messo sotto il naso le prove. Nei confronti della donna, il pp ha chiesto una pen adi 24 mesi di carcere sospesi con la condizionale per due anni. Dal canto suo, Lorenzo Brioschi, rappresentante dell'accusatore privato e nipote della vittima, si è allineato alle richieste dell'accusa. Sabrina Gendotti, avvocato difensore, ha invece richiesto una pena più mite. La sentenza è attesa per le 11.30.