Locarnese

‘Serpenti’: l'abisso umano... è una vetta del fai-da-te

Lunedì al Palacinema e giovedì al Cinestar il mediometraggio del regista autodidatta locarnese Silvio Akai

16 ottobre 2020
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Il tema del peccato declinato in amore, amicizia, falsità e inganno. Non mancano di certo i contenuti, in “Serpenti”, il mediometraggio tutto locarnese girato dal regista autodidatta Silvio Akai. Un lavoro, quello del 31enne appassionato di teatro, che è fortemente territoriale, basato su forze locali, con attori non professionisti e una "crew” completamente del posto. Al di là di ogni giudizio di valore, ciò per cui “Serpenti” merita di essere sostenuto - e quindi visto, il 19 ottobre al Palacinema e il 22 ottobre al Cinestar di Lugano - è la caparbietà con cui Silvio ha rincorso, e raggiunto, il suo sogno: fare cinema.

«Fin da ragazzo ho fatto teatro. Prima al Collegio Papio, poi con due compagnie. È sempre stata una mia grande passione, esattamente come il cinema, al quale ho deciso dedicare un po' delle mie forze nonostante non abbia una formazione specifica». Quella professionale è infatti maturata prima nel settore bancario, poi in quello immobiliare. Ma quando il cuore batte per qualcosa, si sa, non può rimanere inascoltato. Così prima Silvio realizza un corto, “SALMO 23”, da lui anche scritto e interpretato, che tratta le fobie di oggi; poi si butta in, o nei, “Serpenti”, un'operazione squisitamente fai-da-te condotta in qualità di produttore, sceneggiatore, regista, trova-location e una moltitudine di altri ruoli, tutti necessari per assemblare il cast, farlo entrare nel progetto, motivarlo e poi condurlo attraverso le riprese, durate circa un mese su una lavorazione totale che ha richiesto un anno. Il tutto, notasi bene, mentre il primogenito Romeo nasceva e muoveva i primi passi...

Ciò che ne è uscito è un dramma sentimentale di 45' dal quale emerge una cura dei dettagli senz'altro degna di nota. «Ma ciò che più conta – ribadisce Akai – è la “locarnesità” del mio film. Quelli che abbiamo frequentato, e che lo spettatore vede al cinema, sono i nostri luoghi. Così come locali sono tutti gli altri elementi che ruotano attorno alla produzione». Diciamo quindi che all'operazione artistica ne è stata abbinata anche una prettamente economica, legata all'indotto. Questo, del resto, anche in relazione alle aziende locali che hanno prestato i loro servizi in cambio di citazioni in immagini nel mediometraggio.

Film che ovviamente, parlando di passione, avrà un seguito: della terza produzione, già in cantiere a livello di sceneggiatura, si sa che tratterà il tema del bullismo. Visto che a breve apriranno i casting, aspiranti stelle si preparino...

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