Locarnese

Il 'mulo dell'aria' prossimo alla pensione

Agli sgoccioli la vita operativa del Lama, uno degli elicotteri di maggior successo della storia dell'ala rotante. A Lodrino l'ultimo esemplare ancora in servizio

(Ti-Press/Golay)
3 settembre 2020
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«È stata la mia prima macchina da lavoro, una volta ultimata la scuola di volo. Una sorta di “trattore dei cieli”, un velivolo robusto, dotato di una turbina potente, ricca di cavalli sfruttabili pienamente sia a bassa quota, sia ad altezze elevate; un elicottero performante, dalla cabina piccola ma dalla grande visibilità, che solo negli ultimi tempi l’industria aeronautica è riuscita a superare in termini di successo e affidabilità, con il modello Ecureuil B3 Evolution H125 dalla Airbus, un degno successore».
Da allora è trascorso mezzo secolo ma questo vecchio “mulo dell’aria" vola ancora bene e sorprende tuttora, nonostante la rumorosità, i consumi non proprio contenuti e la difficoltà nel reperire le componenti per la manutenzione  ne abbiano segnato, inesorabilmente, il destino.

Fine della storia produttiva, fine di un’epoca

Ferruccio Pozzi, al secolo "Ferro", capo pilota della Heli-Tv di Lodrino, quando parla del mitico "Lama" lascia trasparire un sentimento solidale e di amicizia uomo-macchina davvero stretto, frutto di un’interazione in una sola direzione durata decenni. Nel suo impressionante curriculum fatto di quasi 25mila ore di volo, vi figurano ben 7500 ore trascorse nella cabina del piccolo gioiellino (rivelatosi, da subito, un ottimo successo commerciale planetario) prodotto, negli anni Settanta, dalla francese Sud Aviation e giunto, di lì a poco, anche in Ticino. È la storia di una grande amicizia che sta, però, per concludersi. L’odore del cherosene, il baccano di quel rotore che si avvia, accompagnato dal suono inconfondibile di una turbina sinonimo di forza, affidabilità, durata nel tempo, presto saranno solo un ricordo. Da un decennio, quando la casa madre ha deciso lo stop alla fornitura di pezzi di ricambio, il buon SA 315B "Lama" vive grazie all’abilità dei suoi curatori nel rintracciare l’occorrente in termini di pezzi ovunque in Europa. Prima o poi risulterà però impossibile e antieconomico mantenere efficienti anche gli ultimi esemplari volanti. E le imprese di trasporto con elicottero si sono mosse, a malincuore ma per tempo, per designarne l’erede. Tra di loro la Heli-Tv, che in Ticino è l’unica azienda a possedere, nella sua flotta, un modello SA 315B (con l’immatricolazione HB-XRD). L’ultimo esemplare ancora operativo nel nostro cantone.
Grazie alle sue peculiarità, fra cui la struttura a traliccio della coda che riduce l’influenza delle correnti d’aria laterali durante il volo, il Lama è stato per decenni l’elicottero ideale per il lavoro aereo e per il trasporto di materiale, anche in alta quota. E lo è oggi ancora, sebbene sia rumoroso e non proprio comodo in termini di comfort.

 

Così è cambiato il lavoro del velivolo ad ala rotante

«Il suo impiego è stato considerevolmente ridotto, anche perché un tempo l’elicottero veniva utilizzato, da marzo a dicembre, per trasporti di persone e materiale in montagna. Oggi il lavoro con l’elicottero è cambiato, si è abbassato anche di quota, con voli giornalieri sopra gli abitati. Viene spesso impiegato ad esempio per il rifacimento di tetti o trasferimenti di materiale come condizionatori dell’aria, nel taglio e trasporto di alberi nei giardini delle case, nel montaggio di macchinari e via dicendo; così facendo si evitano chiusure di strade per far posto ad autogru o mezzi da cantiere ingombranti e si limitano i disagi al traffico». Di fronte anche a questo cambiamento, i nuovi modelli hanno finito per rimpiazzare il vecchio mulo dalla sagoma inconfondibile. Ma se guardiamo indietro, ci rendiamo conto che ci sono voluti ben 50 anni per riuscire a superare, in prestazioni e praticita operativa, questa icona volante che ha sempre conservata intatta la sua impostazione.

Mai piantati in asso dalla macchina in migliaia di missioni, i piloti (soprattutto quelli della vecchia generazione) si portano dietro un bel ricordo di questo vecchio animale da soma meccanico, che ha costituito la spina dorsale di tutte le compagnie operanti sull’arco alpino. Per alcuni di loro, addirittura, il distacco e il passaggio sulle ali rotanti di moderna concezione non è stato così scontato: «La tecnica di volo è diversa, sono due modi di pilotare ben distinti» - prosegue il nostro interlocutore. Quanto alle nuove generazioni di piloti, che ne pensano? «Alcuni giovani colleghi sono affascinati nel vederlo volare. Altri, più tecnologici, lo osservano come si guarda, con comprensibile curiosità, un cimelio».

Un "club" di amici?

Una volta atterrato di rientro dalla sua ultima missione, che ne sarà dell’ultimo Lama del Ticino? «Spero che prima dello spegnimento finale ci siano comunque ancora almeno 2 o 3 anni di attività, seppur ridotta. Bello sarebbe se, sulla falsariga di quanto fatto con il vecchio Hunter (il velivolo militare un tempo in dotazione alle nostre Forze aeree, ndr), potesse nascere anche in Svizzera un club degli amici del Lama. Dispiacerà sicuramente vederlo accantonato. Dopotutto è un pezzo della mia vita da pilota che se ne va. A esserne dispiaciuti saranno anche tutti quegli assistenti di volo, quei meccanici e quegli appassionati di aviazione capaci di riconoscere, da lontano, il suo monomotore dal solo rumore sprigionato dalla longeva turbina». Parole di uno che oggi, negli occhi, ha ancora la stessa luminosa voglia di volare che aveva quando ha iniziato.
Un omaggio meritato a uno degli aeromobili più longevi e fidabili della storia del volo verticale, con capacità operative incredibili che hanno raccontato la storia anche degli uomini che vi hanno preso posto a bordo. Puoi sostituire una pala o una componente del rotore di coda, ma non le relazioni che costruisci nel corso degli anni con un vecchio compagno che, ora, se ne va in pensione dopo aver raggiunto il suo limite di vita tecnico. Il Lama, con la sua identità da tuttofare robusto, è stato protagonista della storia del nostro territorio montano, ne ha "osservato" i cambiamenti e ha contribuito a produrli.

Le origini del 'mulo volante'

Un “mulo dell’aria", così è stato definito dai piloti l’Aérospatiale SA 315B Lama. Le analogie con l’equide sono parecchie: entrambi sono un ibrido (il primo tra una cavalla ed un asino, il secondo tra l’Alouette 2 e l’Alouette 3). Mulo ed elicottero inoltre si distinguono per robustezza, rusticità e resistenza al duro lavoro. Sono queste in estrema sintesi le qualità che sono valse all’apparecchio francese quella fama e grande rispetto che da sempre lo accompagnano.
Il Lama nacque verso la fine del 1968 quando la divisione elicotteri dell’Aérospatiale rispolverò i piani di un modello precedente del tutto simile (il Sud Est SE 3150) e in breve tempo approntò il prototipo (SA 315A) esteriormente molto simile all’SA 318C Alouette 2. L’elicottero, realizzato su specifica richiesta dell’Indian Air Force fu costruito utilizzando molti componenti dell’Alouette 2 e 3 e compì il suo primo volo il 17 marzo 1969.
L’uso dell’appellativo ufficiale “Lama” a partire dal 1970 fu ispirato dal camelide originario del Sudamerica usato quale animale da soma in alta montagna. L’anno seguente i primi esemplari furono consegnati agli operatori civili.

L’SA 315B Lama in Svizzera

Il primo Lama giunse in Svizzera nella primavera del 1971. Ad acquistarlo (il prezzo iniziale era di circa 870'000 franchi, l’equivalente di 2'350'000 odierni) fu la Air Zermatt, subito seguita dalla Air Glaciers e dalla Eliticino. Nel pieno del boom edilizio il successo fu immediato e alcuni sono rimasti ininterrottamente in servizio per oltre quarant’anni! Tra i primissimi in Ticino a sedersi ai suoi comandi ci furono i noti piloti Erwin Schafrath, Giorgio Wedtgrube e Walter Hügel. Due generazioni di piloti hanno potuto apprezzarne le qualità di volo e l’affidabilità.

A cinquant’anni dal suo esordio l’impiego commerciale di questo apparecchio sta per terminare per decisione dello stesso costruttore che nel corso di un seminario tenutosi nel dicembre 2010 a Marignane ha spiegato per quali ragioni sarà revocato il certificato tipo.
Per quanto riguarda la fabbricazione delle pale, ad esempio, i vecchi processi di costruzione (che comprendevano l’uso di materiali quali il cromo e il cadmio) non sono più autorizzati per motivi ambientali. Per alcuni vecchi macchinari utilizzati per la costruzione dei componenti è invece scaduto il servizio post-vendita. Anche volendo costruire gli stessi pezzi con moderni processi di fabbricazione impiegando altri materiali, i costi di certificazione sarebbero sproporzionati. Vi sono poi altre ragioni come la volontà di ridurre il carico ambientale. I nuovi turbomotori consumano il 30-35% in meno ed emettono la metà delle emissioni foniche. Un motivo citato senza molta enfasi ma certamente importante è il fatto che il costruttore dispone di una gamma di modelli finalmente in grado di svolgere le missioni assegnate ai Lama.

Il suo degno successore, lo ’scoiattolo’

Grazie alle sue straordinarie prestazioni in alta quota il Lama ha rappresentato per molti anni una vera sfida per i costruttori. Suo per 30 anni il record assoluto di quota di 12'442 metri stabilito il 21 giugno 1972.
E’ stata la stessa casa francese ad aver sviluppato l’AS 350B3 Ecureuil, ormai universalmente considerato l’erede diretto del Lama.I piloti ammettono che il B3 è molto performante, più veloce, spazioso, richiede meno manutenzione ed e più green, ma in alta quota, soprattutto con forte vento, il Lama è più stabile e più facile da pilotare. Ad affermarlo è Bernd Van Doornick, ex pilota di Air Zermatt e Air Glaciers oggi in pensione, che ha alle spalle su questo apparecchio 14'300 ore di volo. Per chi volesse saperne di più segnaliamo il sito www.heli-archive.ch

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